FREUD E LA PSICOANALISI

 
    La psicoanalisi Freudiana e le sue successive varianti ed evoluzioni costituiscono un ampio sistema medico-psicologico in gran parte privo di sostegno scientifico; e' pero' un sistema molto difficile da discutere ed analizzare perche' logicamente autocontraddittorio e composto di ipotesi reciprocamente incompatibili aggiunte le une alle altre in uno spazio di tempo molto lungo. Si consideri che Freud fu attivo all'incirca tra il 1885 e l'anno della morte (1939) e in questo periodo sviluppo' almeno tre sistemi teorici maggiori, tra loro disarmonici e talvolta contraddittori (i lettori specificamente interessati possono trovare una analisi piu' esaustiva di quella presentata in questo sito nel mio "Logica e fatti nelle teorie Freudiane", Antigone edizioni, 2007; si trova in tutte le librerie e puo' essere ordinato sul sito web di unilibro o ibs). In aggiunta ai sistemi Freudiani si devono considerare i sistemi teorici prodotti da quegli ex allievi che rifiutarono la teoria del maestro (Adler, Jung e Rank, per non citare che i maggiori) e quelli prodotti dai successori di Freud, sia quelli che si pretesero suoi fedeli interpreti e prosecutori (la psicologia dell'Io, quella delle relazioni oggettuali e quella del Se, sempre limitandosi alle scuole di maggiore seguito), sia quelli che non vantarono esplicitamente questa adesione (quali ad es. Erikson o Lacan).
 
    Poniamo qui un primo punto fermo della nostra critica: in genere gli psicoanalisti hanno preteso che la validazione empirica delle loro teorie dovesse venire dall'esperienza clinica, il contesto all'interno del quale il dato viene raccolto; inoltre il tasso dei successi terapeutici deve confermare la validita' clinica di queste teorie. Dati la lunga durata delle terapie e il gran numero di teorie psicoanalitiche, e' evidente ben prima di qualunque analisi critica dettagliata, che l'evoluzione della teoria e' molto piu' rapida della validazione delle sue ipotesi. La psiconalisi e le sue varianti crescono essenzialmente nel vuoto dei dati sperimentali, grazie ad elucubrazioni teoriche di pensatori. Possiamo concedere una eccezione a questa regola per quegli psicoanalisti che hanno studiato lo sviluppo del bambino nel suo ambiente (Spitz, Mahler e pochi altri). Per avere una controprova di questa affermazione basta considerare che le teorie Freudiane annettono grande importanza allo sviluppo infantile, e ne ricostruiscono il dettaglio psicologico, anche se Freud non curo' mai bambini e descrisse un unico paziente di eta' infantile (il piccolo Hans), che era pero' curato dal padre, psicoanalista della prima ora, sotto la sua supervisione. Il bambino di Freud e' ricostruito attraverso i ricordi dell'adulto.
 
    La prima teorizzazione Freudiana, che presumibilmente dovrebbe essere considerata pre-psicoanalitica, si estende nel periodo compreso tra il 1885 ed il 1897-99. In questo periodo Freud collabora con Breuer e visita Charcot a Parigi. In accordo con le ipotesi correnti ritiene che le malattie psichiche, e segnatamente l'isteria siano dovute a traumi psichici apparentemente dimenticati, ma in realta' ritenuti a livello inconscio (il termine usato dai francesi era subconscio). Riportando il ricordo del trauma alla coscienza, mediante l'ipnosi o altrimenti, si puo' ottenere la guarigione. A questa ipotesi Freud aggiunge che assieme al ricordo del trauma e' rimasto imprigionato nell'inconscio l'affetto o emozione ad esso associato, e che la guarigione puo' avvenire soltanto se oltre a riportare alla coscienza il ricordo, si permette al paziente di rivivere l'affetto in modo da "abreagirlo". E' l'ipotesi detta catartica o dell'abreazione. In aggiunta alle psiconevrosi, malattie psichiche dovute alla rimozione del trauma psichico e dell'affetto ad esso legato, Freud ipotizza anche la categoria delle nevrosi attuali (psicoastenia e nevrosi d'ansia) la causa delle quali non si trova nel passato ma nel comportamento sessuale del paziente (la masturbazione causerebbe psicoastenia, l'astinenza sessuale nevrosi d'ansia).
 
    In questo periodo Freud abbandona l'uso dell'ipnosi, che non funziona con tutti i pazienti, e cerca di ricostruire il rimosso a partire dallo stato di coscienza normale del paziente; per ottenere il risultato si sente giustificato ad esercitare le piu' forti pressioni e suggestioni sul paziente:
 
"Prima di sottoporsi all'analisi, il malato non sa nulla di queste scene ed e' solito ribellarsi quando lo si avverte del loro prossimo riaffiorare; solo la forte coercizione del trattamento puo' indurlo a rievocarle; mentre richiama alla coscienza queste esperienze infantili, soffre a causa di violente sensazioni delle quali si vergogna e che aspira a nascondere, e anche dopo averle rivissute fino in fondo e in modo tanto convincente, tenta di non prestarvi fede, sottolineando di non aver provato, come invece era accaduto rievocando altri fatti dimenticati, la sensazione di stare ricordando." [Freud, 1896, Etiologia dell'isteria, OSF II, p. 345; ma si veda anche l'Autobiografia, OSF X, p.97].
 
    La possibilita' di errori e conferme spurie dovute alla suggestione era gia' stata rilevata all'epoca di questi scritti o subito dopo; ad esempio da Fliess, amico e corrispondente di Freud (ed autore di una teoria medica ancor piu' implausibile); e quando Freud abbandonera' l'ipotesi catartica, rovescera' completamente il resoconto di allora e pretendera' che fossero i pazienti a imporre a lui i loro ricordi anziche' lui a loro le sue ipotesi:
 
"... nel periodo in cui il maggior interesse era rivolto a scoprire traumi sessuali infantili, quasi tutte le mie pazienti mi raccontavano di essere state sedotte dal padre, ma alla fine dovetti convenire che questi racconti non erano veritieri ..." [Freud, 1932, Introduzione alla psicoanalisi, nuova serie di lezioni, OSF XI, p.227]
 
    La fine ingloriosa dell'ipotesi catartica fu precipitata dalla sua incontrollata espansione: nel 1896 Freud suggeri' che il trauma psichico responsabile dell'isteria fosse una violenza sessuale subita in eta' infantile, in genere ad opera dei genitori e si ritrovo' con una teoria statisticamente implausibile (la frequenza dell'isteria era relativamente elevata e la frequenza del trauma sessuale doveva esserlo ancor piu', essendo questo, per ammissione di Freud, causa necessaria ma non sufficiente) e aspramente avversata dall'establishment medico e dalla societa' viennese (Freud aveva accusato di questo orribile crimine i genitori di almeno 18 pazienti, senza altra prova che la malattia dei figli).
 
 
    Il collasso dell'ipotesi catartica precipito' Freud nello sconforto. Egli riferisce di essersi diagnosticato una petite hysterie (isteria senza sintomi somatici) e di aver intrapreso per questo la famosa autoanalisi. Dopo due anni esce l'Interpretazione dei sogni il manifesto della seconda teoria Freudiana, la prima sintesi teorica veramente psicoanalitica.
 
    Con la prima sintesi teorica psicoanalitica, la cui elaborazione si estende tra il 1897 e il 1914 (almeno) Freud cerca di risolvere il problema che si e' posto cosi' drammaticamente nel periodo precedente: investigare l'inconscio, senza ricorrere all'ipnosi, e costruire una scienza oggettiva di questa provincia della psiche. Costretto a rinunciare all'oggettivita' del trauma psichico, sulla quale era caduto il modello catartico, Freud basa la sua nuova teoria su "altre premesse", non psicologiche: neuroanatomiche, neurofisiologiche, biologiche.
 
"Da ipotesi che devono essere basate su altre premesse, sappiamo che l'apparato [psichico] tendeva in un primo tempo a mantenersi il piu' possibile esente da stimoli; esso aveva percio', nel suo primo aspetto lo schema di un apparato riflesso, che gli consentiva di allontanare rapidamente per via motoria un eccitamento sensitivo proveniente dall'esterno. Ma l'urgenza vitale turba questa semplice funzione; ed e' ad essa che l'apparato deve anche l'impulso a un ulteriore sviluppo. Quest'urgenza gli si presenta in un primo tempo nella forma dei grandi bisogni fisici. L'eccitamento prodotto dal bisogno interno cerchera' uno sfogo nella motilita', che si potra' definire mutamento interno o espressione del moto danimo. Il bambino affamato gridera' o si agitera'. Ma la situazione rimarra' invariata, perche' l'eccitamento proveniente dal bisogno interno non corrisponde a una forza che colpisce momentaneamente, bensi' a una forza che agisce di continuo. Puo' esserci un cambiamento quando, in un modo qualsiasi, nel bambino per l'aiuto di altre persone, si effettua l'esperienza di soddisfacimento, che sospende lo stimolo interno. [Freud, 1900, L'interpretazione dei sogni, cap.7, OSF III, p.515, corsivo originale]
 
    Le altre premesse sono quindi i bisogni interni, somatici, dell'organismo che Freud ritiene di derivare dalla biologia, senza rendersi conto di utilizzare concezioni obsolete o semplicistiche rispetto alla scienza dell'epoca; il cervello traduce, a livello inconscio, lo stimolo somatico in uno stimolo psichico endogeno, la pulsione. Freud inizialmente, sempre in omaggio alla sua biologia elementare, identificava due gruppi di pulsioni: quelle dirette alla conservazione dell'individuo e quelle sessuali (dirette alla conservazione della specie); poi pero', tra il 1914 e il 1920, riuni' questi e aggiunse come controaltare la pulsione di morte.
 
    Lo strumento per investigare l'inconscio e' ormai creato: l'ideazione consapevole, la volonta', il comportamento, l'emozione sono il riflesso conscio di una pulsione inconscia, che solo lo psicoanalista e' in grado di smascherare e rivelare. La nuova teoria spiega anche le ragioni del fallimento della vecchia: le pazienti di Freud non erano state violentate dal padre, ma lo avevano desiderato o fantasticato sotto la spinta della pulsione sessuale infantile, e Freud era stato da loro tratto in inganno (si veda la citazione riportata sopra). Il desiderio sessuale infantile per il genitore di sesso opposto e l'invidia e l'odio nei confronti del genitore del proprio sesso, che possiede il bene agognato, costituiscono il complesso di Edipo. Poiche' le vecchie osservazioni di Freud erano profondamente viziate dalla suggestione esercitata sul paziente, meglio sarebbe stato abbandonare del tutto l'idea della seduzione infantile reale o fantasticata che fosse; ma Freud cercava con la nuova teoria anche un riscatto dal vecchio smacco.
 
    La malattia mentale e' in questa teoria, un difetto di sviluppo psicologico (poiche' la pulsione principale in questo caso e' quella sessuale, anche lo sviluppo e' "psicosessuale"), che risulta dalla discrepanza tra la forza delle pulsioni e la capacita' di controllarle dell'individuo: infatti il bambino non puo' possedere la madre e deve in qualche modo controllare il suo desiderio. La rimozione e' una forma imperfetta di difesa, potenzialmente capace di generare di future patologie psichiche, che sospinge nell'inconscio non gia' la memoria di un trauma esterno ma l'idea e l'emozione (che potrebbero non essere mai affiorati alla coscienza) legati ad una pulsione socialmente inaccettabile. Scopo della terapia psicoanalitica e' restituire il rimosso alla coscienza onde poterlo controllare con difese meno patogene della rimozione.
 
    Piu' della sintesi pre-psicoanalitica, la prima sintesi psicoanalitica e' lontana dall'esperienza e difficile da verificare: e' un sistema di congetture basate su male interpretate premesse biologiche. Nonostante questo, saltano all'occhio alcune grossolane incongruenze o implausibilita', soprattutto legate al fatto che Freud appoggia la sua teorizzazione sulle sue osservazioni cliniche, condotte nella totale assenza di gruppi di controllo. Ad esempio chi ha letto la descrizione del caso clinico di Dora vi ha trovato, tra l'altro, il racconto della reazione della ragazza al tentativo di seduzione da parte del sig. K, amico del padre e quindi molto piu' anziano di lei: Dora, baciata all'improvviso dal sig. K gli da' uno schiaffo e fugge; la sensazione che riferisce a Freud e' di nausea. Il commento di Freud e' il seguente:
 
"In questa scena, seconda in ordine di menzione ma prima in ordine di tempo, il comportamento della ragazza quattordicenne e' gia' nettamente isterico. Non esito infatti a considerare isterici tutti coloro in cui un'occasione di eccitamento sessuale provoca soprattutto o soltanto sentimenti spiacevoli, e cio' indipendentemente dal fatto che il soggetto sia o no in grado di produrre sintomi somatici. ... Invece della sensazione genitale, che non sarebbe certo mancata in una ragazza sana in circostanze analoghe, abbiamo qui quella sensazione spiacevole relativa al tratto di mucosa con cui si inizia il canale digerente, la bocca." [Freud, 1901-1905, Frammento di un'analisi d'isteria (caso clinico di Dora), OSF IV, p.322-323].
 
    E' plausibile che la quattordicenne sana risponda normalmente con eccitazione sessuale ad un tentativo di seduzione non gradito? Qual e' la casistica di Freud? In realta' non c'e' casistica di ragazze sane, che dovrebbero costituire il gruppo di controllo: c'e' la libera deduzione dalla premessa che l'individuo e' essenzialmente motivato dalla pulsione sessuale di origine somatica. Purtroppo la libera deduzione da premesse arbitrarie conduce a risultati paradossali, e molta della teorizzazione Freudiana sfugge ad ogni possibilita' di verifica empirica, e si appoggia esclusivamente su deduzioni e congetture.
 
 
    Freud continuo' ad elaborare la sua teoria per aumentarne la capacita' esplicativa, introducendo nuove ipotesi e nuovi meccanismi; in questo processo pero' si vennero a creare incongruenze e complicazioni che verso il 1920 lo costrinsero a riformualre l'intera costruzione della psicoanalisi in una seconda sintesi teorica. I testi fondamentali di questo periodo sono l'Introduzione al narcisismo (1920) e L'Io e l'Es (1922). Nel primo viene introdotta la pulsione di morte, ancora una volta basandosi sull'erronea interpretazione di esperimenti della biologia; nel secondo viene descritta una nuova struttura tripartita della mente (Es, Io e Superio) che affianca ma non sostituisce la precedente (inconscio, preconscio e conscio). Molti comportamenti normali e patologici in precedenza attribuiti alle pulsioni sessuali o di autoconservazione sono ora attribuiti all'aggressivita', rivolta verso se stessi o sugli altri. In particolare la malattia depressiva sarebbe il prodotto dell'autoaggressivita' che l'Es istigato dal Superio, rivolge sull'Io.
 
    Il complesso di Edipo viene caricato della responsabilita' di dare origine al Superio (che nella prima sintesi psicoanalitica non esisteva); e poiche' differisce tra il bambino (che rimane attaccato alla madre, mentre odia e teme il padre) e la bambina (che cambia oggetto di attaccamento, vagheggia il rapporto sessuale col padre e disprezza la madre), puo' essere invocato per spiegare anche i piu' triti pregiudizi maschilisti dell'epoca:
 
"La bambina rimane in questo complesso per un tempo indeterminato, lo demolisce solo tardi e mai completamente. La formazione del suo Super-io non puo' non risentire di queste condizioni, il Super-io non puo' raggiungere quella forza e quell'indipendenza che tanta importanza hanno per la civilta' umana, e ... i femministi non ameranno certo sentir dire quali sono gli effetti di questa debolezza sul carattere femminile medio." [Freud, 1932, Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni), OSF XI, p.235; puntini di sospensione nell'originale]
 
    Nessuno studio psicologico ha mai rivelato in modo consistente queste presunte differenze intellettuali e morali legate al sesso; anzi tutti gli studi effettuati su campioni ampi mediante questionari validati o altri strumenti di misura oggettivi hanno sempre dimostrato che le differenze psicologiche e intellettuali legate al sesso sono piccole e riguardano aspetti molto settoriali dei processi mentali studiati, quale ad esempio l'accuratezza della rappresentazione mentale della geometria tridimensionale. Questa e' una forte prova contro la teoria: chi non ha nozioni di psicoanalisi, non ha aspettative su differenze psichiche legate al sesso e pertanto predice la realta' con migliore approssimazione di chi la conosce; ovvero l'esperto ne sa meno del profano.
 
    Non spingero' oltre questa valutazione critica della psicoanalisi: Freud e' un autore complesso, la cui produzione letteraria, premiata col premio Goethe, si estende su oltre cento titoli con una media di circa due libri o monografie all'anno. Su Freud sono state scritte biblioteche intere, sia a favore che contro ed anch'io ho contribuito con un breve saggio, al quale rimando il lettore interessato.
 
 
    RIFERIMENTO BIBLIOGRAFICO
Andrea Bellelli "Logica e fatti nelle teorie Freudiane", Antigone edizioni, Torino, 2007.
 

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