Societa' Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare
BIBLIOTECA DIGITALE

In collaborazione con:
Dipartimento di Scienze Biochimiche "A. Rossi Fanelli"
Istituto Pasteur - Fondazione Cenci Bolognetti
Sapienza Universita' di Roma
 
 


James Lind: TRATTATO DELLO SCORBUTO DIVISO IN TRE PARTI
PARTE SECONDA

La seconda parte del Trattato dello Scorbuto contiene i piu' rilevanti contributi di Lind al pensiero medico. Infatti il merito di Lind non fu quello di scoprire che il succo del limone o dell'arancia cura la malattia: questi rimedi erano gia' noti da tempo. Lind ha il grandissimo merito di aver sgombrato il campo da una serie di ipotesi inutili e contraddittorie, mediante il primo trial clinico controllato (qui descritto nel Cap.4: "Il di' 20 Maggio 1747 presi nel vascello del Re Salysbury dodici malati attaccati dallo Scorbuto. Scelsi quelli, i di cui sintomi erano piu' somiglianti ..."). All'epoca di Lind regnava una profonda confusione sulla diagnosi e sulla terapia dello scorbuto (come di molte altre malattie) e Lind con certosina pazienza e ideando da se' stesso i metodi di ricerca oggi accettati da tutti distinse i sintomi caratteristici da quelli spuri, pose il problema della diagnosi differenziale e, col suo famoso esperimento, scarto' le terapie inefficaci e riconobbe quelle efficaci. E' ancora da notarsi la cautela di Lind nell'estrapolare dalla terapia le possibili cause della malattia. Nel Cap.1 Lind riferisce ma non adotta questa ipotesi, che oggi sappiamo essenzialmente corretta: "Altri hanno supposto che il corpo umano sia costituito in una maniera, che la sanita', e la vita non possino conservarsi lungo tempo senza l'uso dei vegetabili freschi, dell'erbe, e dei frutti, e che una lunga astinenza da queste specie d'alimenti sia la sola causa dello Scorbuto." Perche' Lind ritiene questa ipotesi insufficientemente dimostrata dopo i suoi studi? La prudenza di Lind e' il frutto di un metodo sobrio: egli sa ad esempio, che il chinino cura la malaria e che la malaria non e' causata dalla carenza di chinino, e non vuole avventurarsi nell'ipotetico e contribuire a creare possibili confusioni. In tutto il testo traspare il rigore metodologico dello scienziato che frena il proprio entusiasmo e guarda con occhio critico il suo risultato come l'altrui, individuando i possibili errori e difetti delle teorie correnti in un periodo nel quale la medicina e' ancora avvolta el mistero. Si consideri l'intuizione di come l'errore nosologico e diagnostico puo' avvelenare la ricerca piu' accurata: "... le funeste conseguenze d'aver confuso lo Scorbuto con altre malattie ..." (Cap.4) Andrea Bellelli

CAPITOLO PRIMO.
Le vere cause dello Scorbuto cavate dalle osservazioni che sono state fatte tanto sopra il mare che sopra la Terra.

Lo Scorbuto e' principalmente prodotto dall'azione di certe cause esterne e lontane. E' piu', o meno epidemico, e la sua malignita' piu', o meno grande, secondo che le sue cause sono permanenti, o accidentali, e che agiscono con maggiore, o minore violenza. Sicche' allor quando le cause che lo producono sono generale, e arrivate al suo maggior grado, diviene epidemico, e fa delle stragi molto grandi. Quest'e' quel che accade spesso sopra i vascelli, nei viaggi di lungo corso, alcune volte nelle armate, (1) tale fu il caso delle Truppe Imperiali in Ungheria (2); frequentemente nelle Citta' strettamente assediate, come nella Guarnigione Saxona a Thorn (3) all'assedio della Rocella, e a Hetino (4): e altre volte la strage dei paesi intieri come nel 1556 fece nel Brabante (5), e in Olanda nel 1562 (6).
      Secondariamente quando le cause son fisse, e permanenti, o che sussistono quasi sempre in un luogo, lo Scorbuto vi e' endemico; come in Irlanda, in Groelandia (7), a Cronstad (8) nelle parti Settentrionali della Russia (9), e nella maggior parte de paesi Settentrionali conosciuti fino al giorno d'oggi in Europa dal sessantesimo grado di latitudine fino al Polo Artico. Altre volte era endemico ancora particolarmente in molte parti dei paesi bassi, in Olanda, e in Frigia, nel Brabante, nella Pomerania e nella Bassa Saxonia (10) come in alcuni luoghi della Danimarca (11) della Svezia, e della Norvegia (12) principalmente su le coste marittime.
      Finalmente quando le cause sono meno frequenti, e che sono piu' particolari ad un piccolo numero di persone, la malattia e' allora sporadica, come in Inghilterra (13) in Irlanda, in molti luoghi della Germania ec.
      Posto questo, considerando le circostanze particolari, la situazione e la maniera di vivere di quelli che sono sottoposti allo Scorbuto, e osservando con attenzione quel che sempre da' luogo a questa malattia, quel che puo' garantirne, e quel che aumenta, o diminuisce la sua malignita', noi saremo in stato di giudicare non solo delle cause principali che la producono, ma ancora delle secondarie che possono influirci. E' di somma importanza il ricercare le vere sorgenti di questa malattia per poterle allontanare, o correggere, essendo questo lo scopo d'onde in gran parte dipende la cura preservativa. Noi cominceremo dal considerare la situazione di quelli che sono sopra il mare, fra i quali lo Scorbuto e' cosi' spesso epidemico.
      Allorche' era questione di provare l'identita' di questa malattia sul mare, e su la terra (14) ho osservato,, che le cause, che la producono sul mare, si trovano egualmente su la terra in un minor grado. Ma prima di determinare le vere cause, che si' spesso la rendono epidemica sul mare, credo che sia a proposito di confiderare quelle alle quali comunemente si attribuisce, e che non ostante non la producono.
      Molti Autori hanno attribuita questa malattia alla gran quantita' di sal marino (15), del quale i marinari sono obbligati di far uso nei loro alimenti, e per questa ragione vien nominato Scorbuto Muriatico.
      Io non, decidero' niente se questo sale, in luogo di produrre lo Scorbuto, al contrario lo prevenga durante qualche tempo, a motivo della sua virtu' antiseptica. Le mie esperienze non mi somministrano veruna verita' per tirarne questa conclusione, non ostante evidentemente provano, che non produce questa malattia, e che non aumenta la sua malignita', in alcuni viaggi dei quali in seguito parleremo, e dove lo Scorbuto regno' con molta violenza, vi era il costume di far bevere dell'acqua di Mare in qualita' di dolce purgante. Mi vien detto, che l'Ammiraglio Martin, e molti Ufiziali della sua flotta durante tutto il loro viaggio n'avevano fatto uso. Per me io ho messo all'uso di quest'acqua purgante molti malati attaccati dalla rogna e da ulcere ostinate delle gambe, e n'ho veduti molti buoni effetti, sopra tutto nell'ultimo caso: Non ostante veruno di loro dopo averne continovato l'uso durante un mese, ha avuto il minimo sintoma Scorbutico (16). L'esperienza seguente togliera' tutti i dubbj; presi due malati le di cui gengive erano molto putride, le gambe gonfie, e i tendini del ginocchio ritirati, gli feci prendere ogni giorno un mezzo boccale d'acqua salata e qualche volta piu'; faceva allora dell'esperienze per vedere gl'effetti dei differenti rimedj in questa malattia, e dei quali parlero' piu' ampiamente in seguito; continovarono a far uso di questo rimedio durante quindeci giorni e alla di questo tempo non mi accorsi che in veruna maniera stessero di peggio: Erano nel medesimo stato di quelli che non avevan preso verun rimedio (17). Da questa esperienza sono convinto che il sal marino, o almeno la bevanda d'acqua salata, in veruna maniera dispone la costituzione del corpo a questa malattia.
      Non pretendo per questo che quantunque l'acqua del mare la quale abbonda in sal marino non influisca in veruna maniera nella produzione dello Scorbuto, essendo l'istesso delle carni e dei pesci salati: dal seuito si vedra' il contrario. La salamoja delle carni in particolare, e' d'una differente qualita' dal sale marino purificato, o dall'acqua salata. L'esperienza fa vedere, che questo sale puo' essere mescolato con gl'olj animali, sopra tutto nel porco salato, di maniera tale che non si possa togliere, che con molta pena per mezzo delle lavande reiterate con molta quantita' d'acqua; E siccome queste specie d'alimenti non possono essere spogliati da questa quantita' salina, non possono neppure in molti casi somministrare un nutrimento dolce e untuoso, come quello che e' necessario per riparare le perdite del corpo. E' da osservarsi, che le forze vitali possono mutar la natura, degl'altri sali (18) cioe' a dire convertirli in una specie di sale ammoniaco, o particolare al regno animale; in maniera tale che pare, che il sal marino eluda la forza dei solidi, e dei fluidi, e si ritrovi senza che abbia sofferta veruna alterazione nell'orina di quelli, che ne hanno preso. Sicche' il sal marino niente contribuisce a produrre lo Scorbuto, quantunque le carni indurite, e conservate per mezzo suo possino contribuirci in quanto che sono difficili a digerire, e che in veruna maniera possino somministrare un convenevole nutrimento. Tutto questo e' confermato ancora dalla giornaliera esperienza dei marinari. Da che si lamentano dello Scorbuto si privano generalmente d'ogni alimento salato: Malgrado questo la malattia s'aumenta con molta violenza. Al contrario altre volte comparisce questa malattia quantunque sopra il vascello vi siano delle carni fresche in abbondanza: tale fu il caso dei vascelli dell'Ammiraglio Anson allor quando abbandonarono la costa del Messico (19).
      Altri hanno supposto che il corpo umano sia costituito in una maniera, che la sanita', e la vita non possino conservarsi lungo tempo senza l'uso dei vegetabili freschi, dell'erbe, e dei frutti, e che una lunga astinenza da queste specie d'alimenti sia la sola causa dello Scorbuto (20); se questo fosse noi doverebbamo trovare negl'antichi delle descrizioni molto esatte di questa malattia. Sembra che il loro studio principale sia stato quello dell'arte della guerra, e la loro maniera d'assediar le Citta', generalmente era di bloccarle fino a tanto che la fame forzasse gl'assediati a rendersi. Ora siccome queste Citta' sostenevano molti mesi, e alcune volte degl'anni l'assedio, senza che avessero freschi vegetabili; non vi e' alcun dubbio che lo Scorbuto dovesse farci perire gran numero di persone molto tempo prima che fossero vuotati i magazzini delle provvisioni secche. I loro assedj erano d'una assai piu' lunga durata che la maggior parte di quelli d'oggi giorno, e piu' ancora del blocco di Thorn, che duro' cinque mesi, e sopra del quale Bachstrom ha stabilita questa supposizione. Secondo questo principio questa malattia dovrebbe essere assai piu' frequente di quel che non lo e', perche' in tutti i paesi vi sono delle persone, che per piacere mangiano poco, o niente di vegetabili, oltre a cio' vi sono certi paesi, che ne son privi durante cinque, o sei mesi dell'anno, per esempio, in molti luoghi delle montagne di Scozia, della nuova Filandia ec., ove non ostante lo Scorbuto non vi e' niente comune.
      Sarebbe cosa nojosa il riportare un gran numero d'esempj del contrario. Tutto il mondo sa, che alcuni equipaggi dimorano molti mesi sopra il mare, con il loro ordinario nutrimento, senza essere attaccati dallo Scorbuto. Io ho fatto un viaggio che ha durato tre mesi durante il quale verun marinaio mangio' vegetabili freschi d'alcuna specie, e sebbene durante tutto questo tempo si facesse bollire il manzo, e il porco salato nell'acqua di mare per mancanza d'acqua dolce, noi ritornammo non ostante al Porto senza il minimo sintoma scorbutico. Ho conosciuti dei marinari che durante tutto un viaggio di tre anni per mancanza di denaro per procurarsi qualche cosa di migliore, e nominatamente dei freschi vegetabili, si son cibati delle sole provvisioni del vascello. Facevano si' poca attenzione a quel che poteva esser utile alla loro sanita', che quel poco denaro che potevano procurarsi, lo spendevano per comprar dell'acqua vite, e dei liquori spiritosi; Alcune cipolle, ed altre cose simili erano tutta la loro provvisione; Durante tutto il loro viaggio, di rado fecero piu' di due, o tre pasti il mese con dei vegetabili. Malgrado tutto questo, furono esenti dallo Scorbuto.
      Ma e' da osservarsi che nelle due Campagne che feci sui vascello del Re il Salibury, delle quali parlero' in progresso, e dove io ebbi occasione di far delle osservazioni sopra questa malattia, e' da osservarsi dico, che lo Scorbuto comincio' a regnare sopra questo vascello nell'istesso tempo che in tutta la squadra, che attraversava sopra la Manica, meno di sei settimane dopo che fummo partiti da Plymouth, ove avevamo in abbondanza ogni specie di vegetabili. Si farebbe creduto che un simil nutrimento avesse bastantemente preparato il corpo dei marinari contro questa malattia. Non ostante in uno spazio di tempo cosi' corto, in due mesi, di quattro mila uomini che era composta questa flotta, ve ne fu almeno quattrocento, che furono attaccati dallo Scorbuto (21).
      Questa malattia arrivo' al maggior grado di quel che si farebbe aspettato, quando ancora fossero stati privi dei vegetabili durante sei mesi sopra la terra, come i nostri montanari, e molti altri. Ma quel che mette fuori di dubbio, che la malattia non fosse cagionata unicamente per la mancanza d'un nutrimento vegetabile durante un si' corto spazio d tempo si e', che il medesimo equipaggio del vascello Salisbury fu intieramente esente dallo Scorbuto, in viaggi molto piu' lunghi, quantunque fosse egualmente privo dei freschi vegetabili. E' cosa molto sorprendente, che in un viaggio il piu' lungo che facesse questo vascello, mentre che io era Chirurgo, non vi fu che un solo scorbutico, il quale fu attaccato da questa malattia in sequela d'una febbre intermittente. Questo viaggio duro' dal di' 10 Agosto fino al 28 Ottobre nel qual tempo di tre mesi in circa l'equipaggio fu privato del nutrimento vegetabile.
      Sicche' quantunque sia certo che l'uso dei freschi vegetabili sia efficace per prevenire lo Scorbuto, e estremamente utile per guarirlo, e quantunque l'astinenza di questa sorte d'alimenti (come noi diremo in seguito), sia in certe circostanze la causa occasionale di questa malattia, non ostante non vi e' alcun dubbio, che sopra del mare non vi siano altre cause molto potenti; per distinguerle dalle occasionali, gli daremo il nome di cause predisponenti.
      Queste cause alcune volte devono essere estremamente cattive per produrre una calamita' cosi' generale come questa, che afflisse la squadra di Milord Anson (22) passando al Capo Horn. Non erano stati piu' di tre mesi sul mare, allorche' quasi tutti furono attaccati dallo Scorbuto, e ne perirono piu' che la meta', mentre che paesi intieri si servono dell'istesso nutrimento, che i marinari, e d'alimenti ancora piu' mal sani, e che molte persone per anni intieri s'astengono dai vegetabili quasi senza veruno inconveniente. Alcuni hanno avanzato che lo Scorbuto era prodotto da una corruttela particolare dell'aria riserrata nei vascelli; corruzione che hanno attribuita principalmente all'acqua stagnante nel fondo della nave; ma se questo fosse, quelli che ci sono maggiormente esposti, dovrebbero esserne piu' sensibilmente attaccati. Tali sono i legnajuoli che ogni quattro ore sono obbligati di misurare la quantita' dell'acqua, che e' al fondo della nave; allora questi soffrono molto, come allor quando raccomodano le trombe, che quasi tutti vengono soffocati dalle esalazioni, che si sollevano. Di tutto l'equipaggio questi sono quelli che dormono piu' vicini di tutti a quest'acqua corrotta, e non mancano esempj di legnajuoli, che questo vapore impestato ha fatti morire improvisamente, sia per mia propria esperienza, sia per le relazioni, che ho potuto raccogliere, non ostante non pare che questi siano piu' soggetti allo Scorbuto che il restante dell'equipaggio.
      Quanto agl'altri inconvenienti che resultano dalla cattiva proprieta' d'un luogo stretto, e dalla traspirazione d'un gran numero di persone, queste cose non sono niente particolari a i vascelli: Le prigioni, gli Spedali, e altri luoghi troppo ripieni di persone, ci sono egualmente sottoposti. Ma qualunque possino essere i cattivi effetti d'un aria cosi' corrotta, egli e' certo che lo Scorbuto non e' la conseguenza naturale, e ordinaria; tutto questo merita un attenzione molto particolare, a fine di determinare i veri effetti di questa cattiva disposizione dell'aria; Ella produce in tutti i tempi, e in tutti i luoghi una febbre maligna estremamente contagiosa, conosciuta sotto il nome di malattia delle prigioni (23).
      Questa e' quasi l'unica malattia che si osservi nei vascelli che continovamente trasportano un gran numero di persone nella Virginia, fra le quali ve ne son poche, o punte che attaccate siano dallo Scorbuto. L'istessa cosa s'osserva nei vascelli troppo ripieni di Soldati. Generalmente tutte le volte, che molte persone per lungo tempo son ritenute in un vascello ben serrato, elle contraggono alla fine questa febbre, senza che alcun di loro sia attaccato dallo Scorbuto (24), eccettuato, come puo' accadere molte volte, che un corpo indebolito, e spossato per la precedente malattia, non si sia reso piu' suscettibile dello Scorbuto, in specie quando ci concorrono l'altre cause che lo producono. Ho avuta sovente occasione di veder questa malattia contagiosa prodotta da un aria putrida; ma non ho giammai osservato che lo Scorbuto regnasse ne' nell'istesso tempo, ne' dopo.
      Verso la fine dell'anno 1750 il Governo incarico' un Capitano d'un vascello Olandese di trasportare 200 Uomini (25) nella nostra Colonia della nuova Scozia. Il Capitano, contro gl'ordini espressi che aveva ricevuti, ritenne questi disgraziati nel vascello senza dar loro la permissione di montare su la tolda cosi' spesso come era necessario per conservare la loro sanita'; Contrassero in conseguenza questi febbre maligna, e ne peri la meta'. Non ostante veruno di questi malati dopo essere stati guariti da questa febbre divenne scorbutico, si' nel tempo che si trattennero sul mare, come ancora dopo il loro sbarco, e non vi fu persona nel vascelio che attaccata fosse dalla Scorbuto (26).
      Quantunque non abbiamo giammai osservato, che l'aria solamente putrida abbia prodotto lo Scorbuto bisogna convenire non ostante, che molto contribuisce ad aumentarne la malignita'; e allor quando regna nell'istesso tempo una costituzione scotbutica epidemica, queste due cause concorrono a produrre una febbre maligna scorbutica della quale avro' occasione parlarne, allorche' sara' questione dei fintomi di questa malattia.
      L'esperienza per altro fa vedere che lo Scorbuto semplice fa sovente delle grande stragi ancora nei vascelli ove l'aria e' stata rinnovata, e che si e' avuta la cura di tener molto puliti. Ho sentito dire che l'equipaggio del Vascello Namur, nella sua spedizione all'Indie Orientali fu attaccato dallo Scorbuto allorche' arrivo' al forte S. David (quantunque al capo di Buona Speranza fosse in una perfetta sanita') malgrado l'uso dell' ingegnosa macchina di Sutton (27), e di tutte le premure che furon prese per tenere il vascello di Milord Anson estremamente pulito, dopo che ebbe abbandonata la costa del Messico, non si fermarono punto affatto i progressi di questa penosa malattia.
      Dall' altra parte si sa' che lo Scorbuto puo' essere perfettamente guarito nell'aria impura dei vascelli. L'Istoria seguente e' un memorabile esempio.
      Il vascello del Re chiamato Guernsey dopo essere attraversato all'altezza di Cadice, conduceva a Lisbona settanta persone del suo equipaggio attaccate dallo Scorbuto. Ve n'erano molte la di cui malattia era molto avanzata, e forse fino al suo ultimo periodo. Siccome come allora regnava la peste a Messina, i nostri vascelli non potevano ottener la pratica (28) in verun Porto, che con molta dissicolta'; di maniera tale, che fu impossibile lo sbarcarli; un altra molto penosa circostanza si uni' a questa. Per ascondere un si' gran numero d'infermi alla visita degli Ufiziali di sanita' si fu obbligati per qualche tempo di rinserrarli in un luogo molto angusto. Furono in confeguenza trasportati nel magazzino del Capitano ove l'aria generalmente e' piu' cattiva che in qualunque altro luogo del vascello. Tutto questo non fu eseguito senza che molti fossero in pericolo di perder la vita. Malgrado tutte le possibili precauzioni cadevano in una estrema debolezza, e furono obbligati della loro conservazione all'abilita' del loro Chirurgo, e della liberalita' del Capitano, che con molta generosita' gli somministro' i vini i piu' cordiali. In questa maniera tutti questi malati guarirono prima d'abbandonare il Porto, e senza essere stati sbarcati. Il vascello fece la quarantena rigorosamente i primi quindici giorni, dopo i quali fu necessario usare un'estrema circospezione nelle permissioni, che loro s'accordava per sortire dal vascello, a questi ancora che erano molto ben ristabiliti, perche' il loro cattivo viso averebbe potuto scoprire il loro stato ai Portughesi. Questo vascello era mancante del ventilatore, ed e' molto naturale di credere, che fra un si' gran numero di malati, esserci rotesse qualche negligenza in tutto quello che concerne la proprieta', e la pulizia; nientedimeno si ristabilirono tutti.
      L'Autore del viaggio di Milord Anson (29) dopo aver provata evidentemente la falsita' di molte speculazioni riguardanti questa malattia, e dopo aver rigettate con ragione alcune opinioni comunemente ricevute sopra la sua natura, e sue cause, propose un'ingegnosa congettura che merita d'essere attentamente considerata. Egli s'esprime cosi'. "Non s'arrivera' forse mai a conoscere perfettamente la sorgente di questa malattia. Ma in generale facilmente si conosce, che siccome ogni animale vivente ha bisogno di respirare continovamente una nuova aria, e siccome quest'aria e' un fluido d'una natura si' particolare, che senza perdere la sua elasticita', o qualcheduna delle sue sensibili qualita' puo' divenire inabile a quest'uso, mediante la mescolanza d'alcune esalazioni molto sottili, e impercettibili, si conosce dico, che i vapori, che s'alzano dall'Oceano aver possono la proprieta' di render l'aria meno propria alla vita degli animali che sono avvezzi a vivere sopra la terra, se questi almeno non venghino corretti da vapori d'un altra specie che la sola terra e' forse in stato di somministrare."
      Non v'e' alcun dubbio, che l'aria (30) questo misto composto degl'avanzi di quasi tutti i corpi non abbia molte proprieta', che noi non conoschiamo, e che forse non conosceremo giammai, mediante le quali gl'animali sono in diverse maniere attaccati. Noi non sappiamo ancora di certo qual sia in questo fluido, il vero principio che conserva, e sostiene la vita; Noi dunque non possiamo giudicare che dalli effetti dell'esistenza di questa qualita' occulta, che si puo' supporre particolare all'aria dell'Oceano. Secondo questa supposizione questi effetti esser devono piu' sensibili e piu' pericolosi nel mezzo dell'Oceano, e nei luoghi i piu' lontani dai continenti dell'isole, poiche' in questi luoghi si e' meno a portata di ricevere i salubri influssi dell'aria, che si suppone si' necessaria per sostener la vita. Ma l'esperienza ha fatto vedere che i vascelli, i quali attraversavano certe coste a molto poca distanza dalla riva erano cosi' sottoposti a questa malattia (supposto ancora che non lo fossero davantaggio) che quelli i quali attraversavano nel mezzo dell'Oceano. Non ostante l'aria di queste coste differisce moltissimo da quella del vasto mare; e' impegnata di molte terrestri esalazioni, ed e' quasi l'istessa di quella che si respira nei Porti. Generalmente e' certo, che lo Scorbuto comparira molto piu' presto, e regnera' con maggior violenza, essendo tutte le medesime circostanze, in una squadra che attraversera' nel Mare Baltico, e nella Manica, ovvero sopra le coste della Norvegia e nel Porto d'Hudson che in un altra che dimorera' cosi' lungo tempo nell'Oceano Atlantico. S'e' sovente osservato che gl'equipaggi dei vascelli che attraversavano la Manica erano in poco tempo violentemente attaccati dallo Scorbuto mentre che altri vascelli con i quali erano partiti dal medesimo porto (la di cui acqua per conseguenza, e l'altre provvisioni erano l'istesse) e che subito gli abbandonavano, e guadagnavano il mezzo dell'Oceano per andare all'Indie o all'Isole Canarie, o al Cadice, erano quasi esenti da questa malattia. Quanto a me mi e' stato impossibile d'osservare veruna alterazione nei nostri malati attaccati dallo Scorbuto, sia che noi dimorassimo molti giorni su le coste della Francia, sia che noi fossimo ad una maggior distanza dalla terra. Non ostante la mutazione del tempo produceva di notabili effetti sopra degli scorbutici si' nell'una, che nell'altra di queste positure.
      Bene spesso i vascelli sono attaccati da questa medesima malattia senza sortire dal Porto. Molti marinari della flotta dell'Ammiraglio Matthews nel lungo soggiorno che fece alla spiaggia di Hieres, divennero fortemente scorbutici, ne furono mandate alcune centinaja allo Spedale di Porto Maone. L'istessa cosa accadde, quando la nostra flotta era a Spithead come nel di porto di Portsmouth. In effetto questa malattia non e' niente particolare all'Oceano, e molte volte si e' veduta regnare con altrettanta violenza sopra la terra, che sopra il mare (31).
      Da tutto cio', che e' staro detto fin qui, e' dimostrato, che le cause predisponenti di questa malattia non sono niente costanti sopra il mare, ma solamente accidentali; E quantunque s'accordi che l'aria del mare disponga sempre alla costituzione scorbutica, questa malattia diviene sovente epidemica, e fa grande strage nei viaggj ancora molto corti. Questa disgrazia accade ancora a dei vascelli, che per l'avanti hanno navigato assai piu' lungo tempo nell'istesso luogo, senza esserne attaccati; essendo le medesime circostanze quanto all'acqua, che all'altre provvisioni. In riprova di che gl'equipaggj dei vascelli di Milord Anson per lo spazio di quattro mesi che navigarono su l'Oceano pacifico per aspettare il vascello Acapulco godettero una perfetta sanita'. Un altra volta al contrario, dopo aver abbandonata la costa del messico in meno di sette settimane lo Scorbuto divenne molto epidemico, quantunque avessero fresche provvisioni, e dell'acqua dolce in abbondanza. Finalmente allorche' questa malattia regno' con tanta violenza passando il Capo Horn fece perire piu' della meta' dell'equipaggio in meno tempo di quel che non erano dimorati sul mare, mentre che avevan goduto d'una si' perfetta sanita'.
      Ebbi occasione di veder regnare questa malattia con molta violenza durante due viaggj che feci nella Manica (32) sopra il vascello del Re chiamato Salisbury; il primo duro' sei settimane nel 1746. Il secondo undici nel 1747. E' da osservarsi che in molti altri lunghi viaggj che facemmo nella Manica (uno fra gl'altri dopo i dieci d'Agosto fino ai 28. Ottobre) noi non ebbamo che un solo scorbutico; io non mi ricordo d'aver mai veduta in verun'altra persona la minima apparenza di Scorbuto. Questa malattia incomincio' a regnare nelle due campagne delle quali ho parlato, un mese o sei settimane dopo che ebbamo abbandonato il Porto. L'acqua era molto dolce senza alcun segno di corruzione, e i viveri in si' buono stato che non si poteva supporre che avessero cagionata una malattia si' generale, essendo dell'istessa natura che quelli che avevamo avuti nei viaggi precedenti il Capitano Giorgio Edgcumbe somministrava giornalmente agli scorbutici dei freschi viveri, come ancora dei brodi fatti con del castrato, e del pollame, e dei cibi ancora della sua tavola: malgrado tutto questo, di 350 uomini che componevano l'equipaggio alla fine di due mesi e mezzo, noi ne sbarcammo a Plymouth 80 in un grado piu', o meno considerabile attaccati da questa malattia.
      E' necessario adesso osservare, che si fecero questi due viaggj nei mesi d'Aprile, Maggio, e Giugno, e che nel principio sopra tutto ebbamo un tempo freddo, piovoso e molte burrasche. Al contrario negl'altri nostri viaggj, il tempo fu generalmente molto bello, a riserva d'alcuni viaggj, che si fecero nell'inverno. Io non vedo verun'altra ragione per che' questa malattia fosse si' frequente in questi due viaggj, e che non comparisse punto negl'altri, che la differenza del tempo: tutte l'altre circostanze erano intieramente l'istesse. Ho sovente osservato, che generalmente gli scorbutici stavano peggio dopo abbondanti piogge o quando il tempo era continovamente nuvoloso, e sopra tutto dopo un tempo tempestoso e piovoso. Erano sollevati al contrario quando il tempo per lo spazio d'alcuni giorni diventava piu' secco, e piu' caldo. Io son persuaso, che tutti quelli che hanno avuta occasione d'osservare questa malattia sul mare (33) o che attentamente confidereranno la situazione dei marinari, converranno, che l'umidita' dell'aria e' la principal causa predisponente di questa malattia. In certe costituzioni sono attaccati piu' presto, e con maggior pericolo. Tali son quelli che sono indeboliti da lunghe malattie, o che mediante una natural negligenza non fanno punto esercizio, e finalmente quelli che s'abbandonano alla tristezza, e alla malinconia. Queste differenti condizioni, considerar si possono, come le cause secondarie predisponenti di questa malattia.
      Si puo' supporre che l'Atmosfera e' sempre piu' umida sopra il mare, che sopra la terra: di maniera tale, che vi e' sempre una maggiore disposizione alla costituzione scorbutica sopra questo elemento, che su la terra, ove si respira un aria pura, e secca. Ma quando ancora si supponesse che la costituzione dell'aria fosse l'istessa, gl'inconvenienti, che soffronsi in un vascello durante un tempo umido, sono infinitamente maggiori di quelli, ai quali si e' esposti su la terra. I marinari sono obbligati di respirar notte, e giorno quell'aria umida, e di dormir sovente sopra dei letti bagnati, a motivo delle finestre che si e' obbligati di lasciar aperte. Sopra la terra al contrario ci sono molte maniere di garantirsi da suoi perniciosi effetti: vi sono degl'abiti asciutti, e caldi, si fanno dei buoni fuochi, si tengono dei buoni appartamenti ben serrati ec. Non vi e' alcun dubbio che il frequente trasporto delle coperte su la Solda per difendere dall'ingiurie dei tempi quelli che facevano il loro servizio, non sia stata una causa della frequenza dello Scorbuto nei due viaggi dei quali abbiamo parlato. Queste coperte alcune volte furono lacerate dalla pioggia, e dimorarono molti giorni in questo stato, avendo impedito il cattivo tempo continovo di farle asciugare.
      Chiunque conosce i cattivi effetti, che ne seguono dal dormire negli appartamenti umidi e con dei panni bagnati, e quasi all'aria scoperta, senza aver niente d'asciutto, o di caldo per coprirsi, non sara' niente sorpreso dalla strage che fece lo Scorbuto nell'equipaggio di Milord Anson; se si consideri dall'altra parte il tempo tempestoso al quale furono soggetti.
      In questa sorte di tempeste, l'impeto del vento alza dal mare una specie di pioggia finissima che la fa cadere sopra il vascello. Per lo spazio di molte settimane l'equipaggio non respira che un aria ripiena di parti acquose; L'onde son portate con impeto sopra i ponti, bagnano quelli che ci fanno il loro servizio come se fossero stati gettati, nel mare, e mandan fuori continovamente dall'interno del vascello una gran quantita' d'acqua. La pioggia, e la neve ordinariamente accompagnano queste sorte di tempi; Le scosse violente che riceve il vascello, lo danneggiano, l'acqua c'entra da molti luoghi, e si spande direttamente sotto i letti; Il vascello allora e' l'alloggiamento il piu' umido, e il piu' mal sano che immaginar si possa. Il fuoco, il sole, tutto gli manca; veruna cosa dissipa questa umidita', e quest'aria umida, stagnante, e trattenuta diventa altrettanto piu' nociva, e insopportabile essendo obbligati di tener gli sportelli del bastimento serrati. Si puo' facilmente rappresentarsi il tristo stato in cui e' ridotto un equipaggio, allorche' questo tempo continova per molti giorni. I marinari son costretti a dormire con i loro abiti bagnati in letti umidi, ove non dimorano che quattr'ore; il loro dovere gli richiama allora a delle nuove fatiche, e di nuovo sono esposti a tutte l'ingiurie del tempo. Finalmente allorche' una simil disgrazia continova per lungo tempo di rado manca di produrre lo Scorbuto.
      Quanto alla prontezza con la quale i vascelli di Milord Anson furono attaccati da questa malattia dopo che ebbero abbandonata la costa del Messico (34) non bisogna solamente attribuirlo alla scarsezza di freschi viveri che trovarono al Porto di Chequetan sopra tutto di frutti e di vegetabili proprj ad esser trasportati sul mare. Le continove piogge che soffrirono passando nell'Asia, e i grandi incomodi che necessariamente gli accompagnano ci contribuirono molto. A questo s'aggiunga, che s'e' osservato, che quelli, i quali sono stati attaccati da questa malattia, ci sono dopo piu' sottoposti, che gli altri sopratutto quando e' arrivata ad un cosi' alto grado, come lo era stata in questa squadra. Mi ricordo in questa occasione, che molti di quelli che ritornarono in Inghilterra con Milord Anson, e che dopo s'imbarcarono sopra altri vascelli furono molto piu' sottoposti che gl'altri allo Scorbuto.
      E' non ostante da osservarsi, che quantunque questa malattia comparisse allora con tanta prontezza, non produsse maggior mortalita' di quel che produsse passando il Capo Horn, e non arrivo' ad un cosi' alto grado di malignita', come venne dimostrato dalla prontezza con la quale spari' dopo che si fu sbarcati. Non ostante questo viaggio era stato lungo, ed aveva durato quattro mesi; Ouesta felicita' fu dovuta all'assenza del freddo. L' esperienza ha fatto vedere che questo estremameate accresce la malignita' dello Scorbuto e che tutte le volte, the e' congiunto all'umidita', questa combinazione e' la causa predisponente di questa malattia la piu' efficace, che egli abbia; s'e' nientedimeno osservato che l'umidita' bastava per produrla. Le premure che si presero di lavare, e di pulire spesso questi vascelli non trattennero punto il progresso della malattia. Questi mezzi non allontanarono meno la causa, di quel che faccia la macchina di Sutton che rinnova solamente l'aria senza corregerne l'umidita'.
      Dopo aver considerata la situazione dell'equipaggio d'un vascello esposto per molte settimane ad un tempo procelloso, e piovoso, o continovameme carico di nebbie, non si restera' niente sorpresi che riguardiamo l'umidita' come la principal causa della frequenza, e della malignita' dello Scorbuto sopra il mare. Tutto questo non e' solo conforme alla mia propria esperienza ma tutte le osservazioni, che fino al giorno d'oggi sono state fatte sopra questa malattia la confermano. Olao Magno (35) che ha data il primo l'esatta descrizione in Europa, osserva che gl'alloggiamenti freddi, e umidi molto contribuiscono a produrla, e accrescono sempre la sua malignita', in luogo che quelli che abitano appartamenti piu' asciutti non ci sono cosi' egualmente sottoposti. Noi vegghiamo in confeguenza che gl'ufiziali subalterni, i di cui letti son coperti d'una tela fissa che gli garantisce dall'umidita', come i marinari, che sono ben vestiti, e che si mantengono proprj, e asciutti, non sono cosi' presto attaccati come il restante dell'equipaggio, quantunque il loro nutrimento sia l'istesso. Quest'e' la ragione principale, che gli Ufiziali subalterni che sono obbligati nutrirsi delle provvisioni del vascello, che dormono in piccoli alloggiamenti asciutti, e caldi, e che sono meglio vestiti sono di rado attaccati dallo Scorbuto. Ouesta malattia ordinariamente non gli attacca, che allor quando regna con molta violenza, e che ha fatto perire la maggior parte dei semplici marinari. Bisogna di piu' osservare che questi Ufiziali prendono una maggior quantita' di liquori spiritosi che i semplici marinari; cio' che dovrebbe disporli in una maniera particolare a quessa malattia, come noi in seguito proveremo.
      E' necessario osservare che una situazione simile a quella che abbiamo descritta, con un nbtrimento mal sano, del quale parleremo in seguito produce questa malattia in ogni clima; allorche' il freddo si unisce a queste due cause, costantemente arriva al maggior grado di malignita'. Sicche' noi vegghiamo che lo Scorbuto e' piu' frequente nell'inverno, che nell'estate, e piu' nei paesi freddi, che nei caldi. I vascelli che viaggiano nel Nord, come in Groenlandia, e sul mare Baltico ci sono particolarmente sottoposti; in luogo che nel mezzo giorno questa malattia e' ordinariamente cagionata dalle continove piogge che in certe stagioni vi regnano, e principalmente mediante la lunga durata delle navigazioni; Ma la combinazione dell'umido, e del freddo e' la vera, e piu' frequente causa di questa malattia, e si prova che un eccessivo grado di freddo, come quello che si fa sentire in Groelandia ec. aumenta estremamente la sua malignita'.
      Io qui non considerero' punto gl'effetti delle cause sul corpo umano (36); basta di osservare che l'umidita' e' la causa generale della putrefazione, e che un aria umida, e calda produce le malattie putride le piu' maligne, la peste ancora, come vien dimostrato dalla costante osservazione di tutti i Medici, dopo Hippocrate fino al giorno d'oggi. Ma allorche' l'umidita' e' congiunta ad altre particolari circostanze come un nutrimento grossolano, e il freddo ec., questa dispone particolarmente alla corruzione scorbutica.
      L'aria umida del mare diviene ancora molto piu' nociva, essendo riserrata in un vascello senza essere bastantemente rinnovata. Si sa che tutte le volte che l'aria e' in questo stato, perde la sua elasticita', e diventa molto perniciosa agli animali, che la respirano; si sa ancora che diventa assai piu' pericolosa allorche' e' trattenuta con l'acqua stagnante, allora e' piu' prontamente disposta alla putrefazione. Il gran numero di persone che continovamente la respirano nei vascelli la riscaldano, e la riempiono di differenti putride esalazioni; Di qui ne viene la passione, e la volonta' estrema di respirar l'aria di terra, e il gran sollievo che risentono gli scorbutici allor che son trasportati su la riva. Non e' per questo che il vapore della terra produca sopra di loro un diverso effetto, che sopra una persona che ha dimorato lungo tempo in un aria umida, riserrata, e mal sana come quella d'una prigione, d'una segreta o d'umido appartamento. Tutto il mondo riceve il medesimo sollievo, allorche' dopo aver dimorato per lungo tempo in una Citta' estremamente popolata, e sudicia, viene a respirar l'aria della campagna ripiena di differenti odori.
      La mancanza dei freschi vegetabili e' ancora una causa molto potente di questa malattia sopra del mare: allorche' per lungo tempo e' unita alla prima di rado manca di produrla. Si puo' suppore che queste specie d'alimenti impedischino i cattivi effetti dell'aria fredda, e umida, o con maggior verisimiglianza, corregghino la qualita' delli alimenti secchi, e difficili a digeritsi, dei quali sono obbligati nutrirsi sul mare. L'esperienza in effetto, prova bastantemente che i vegetabili freschi, e i frutti maturi, non solo sono i rimedj i piu' efficaci per la guarigione dello Scorbuto, ma che ne sono ancora i migliori preservativi. La difficolta' d'averli sui mare e l'aria umida alla quale per lungo tempo s'e' esposti, sono le vere cause della frequenza, e della gran malignita' dello Scorbuto sopra questo elemento.
      Noi abbiamo qui di sopra confiderato (37) il nutrimento del quale s'e' obbligati servirsi sul mare, come una causa occasionale dello Scorbuto, perche' in una maniera particolare ella determina gl'effetti delle cause predisponenti alla produzione di questa malattia. Non e' niente difficile di convincersi della realta' di questa distinzione, o di comprendere comeil nutrimento il piu' sano nelle circostanze particolari produrra' certamente una malattia. Per esempio se una persona che abita i luoghi paludosi della Provincia di Lincoln non prende che un leggiero nutrimento, e non beve che dell'acqua, e' quasi certo, che sara' attaccato da una febbre intermittente. Tutte le regole dietetiche, nell'istessa maniera che la distinzione degli alimenti in sani, e mal sani, non devono essere intese che relativamente alla costituzione del corpo. Un ragazzo, e un adulto, un valetudinario, ed un uomo di buona sanita', l'istessa persona nei gran caldi dell'estate, e negli eccessivi freddi dell'inverno, in una stagione secca, e in una stagione piovosa, hanno bisogno di differenti alimenti. Gli abitanti dei paesi situati fra i Tropici si nutriscono principalmente di frutti, di semi, e d'altri alimenti vegetabili. Le nazioni Settentrionali trovano che un nutrimento solido cavato dal regno animale gli conviene assai megli nel loro clima. Il simile mi sembra evidente degli alimenti secchi, e grossolani, tali che quelli di cui si fa uso sul mare, sono molto sani e in verun modo si poteva trovar miglior nutrimento per persone che travagliano molto, e che godendo buona sanita' fanno un convenevole esercizio in un'aria secca, e pura. Egli e' certo che in simili circostanze i marinari si nutriscono di queste sorte d'alimenti per molti anni senza veruno inconveniente. Ma allorche' la costituzione del corpo mediante le cause delle quali abbiamo parlato, e' predisposta alla corruzione scorbutica (noi faremo vedere in un altro luogo che il loro effetto e' d'indebolir le forze digestive) (38) questo nutrimento contribuisce in una maniera molto sensibile a produrre questa malattia piu' presto, o piu' tardi, secondo che il corpo e' differentemente disposto.
      In generale i convalescenti sono i primi che ne risentono gli effetti. Questi sono stati estremamente indeboliti dalla loro malattia, e le loro forze digestive non possono bastantemente triturare simili alimenti. Di maniera tale che nel mese di Maggio dell'anno 1747, in cui noi ebbamo molte malattie inflammatorie, particolarmente delle peripneumonie, tutti quelli, che guarirono divennero estremamente scorbutici. Quelli che vivevano nell'indolenza, e che non facevano che poco, o punto d'esercizio ne furono dopo attaccati: si sa che l'esercizio e' uno dei migliori nezzi per facilitare la digestione, Allorche' la malattia ebbe acquistate delle nuove forze, attacco' quelli che al maggior grado erano stati attaccati l'anno precedente, avendo i loro umori conservata una tendenza alla corruzione scorbutica. Questa divenne dopo piu' generale , ma non regno' che tra i semplici marinari, e particolarmente fra i piu' nuovi. Le persone che s'imbarcano per forza ci sono estremamente soggette, a motivo della malinconia nella quale sono sommersi.
      Ho osservato nei due viaggj, dei quali abbiamo parlato, che la malattia regno' con maggior violenza, e fu piu' comune allorche' fummo mancanti della piccola birra , e che in suo luogo ci servimmo dell'acqua vite.
      Bisogna adesso esaminare il nutrimento del quale i marinari sono obbligati servirsi. Siccome pare che questa sia la principale causa occasionale dello Scorbuto, torna a proposito considerare gl'alimenti dei quali si fa uso sopra del mare, nel loro migliore stato: provando l'esperienza, che questa malattia fa sovente delle stragi grandi malgrado la bonta' dell'acqua, e delle altre provisioni e che questa non puo' guarirsi senza la mutazione del nutrimento. Ma se in questo stato gli alimenti tanto contribuiscono alla produzione della malattia, quali cattivi effetti non dobbiamo noi aspettarne allorche' sono mal condizionati; per esempio allorche' il bve e' imputridito, il porco rancido, il biscotto, e la farina muffata e acqua corrotta? Tali accidenti sono ordinarj sul mare, e devono necessariamente produrre dei cattivi effetti in una cosi' putrida malattia.
      Si deve osservare, che il nutrimento del quale generalmente si fa uso sul mare, e' estremamente grossolano, viscoso, e difficile a digerire; e composto di sostanze farinose non fermentate, e di pesci e carni salate, o seccate. Ma e' tempo ormai d'entrare in un dettaglio piu' particolare.
      Nella nostra flotta Reale, la di cui abbondanza e qualita' di provisioni sorpassano quelle dei vascelli di tutte l'altre nazioni, si da' a ciaschedun marinaro una libbra di biscotto il giorno, quest'e' uno dei principali articoli del loro nutrimento (39) Questa libbra di biscotto e' piu' consistente, e di maggior nutrimento che due libbre di pane ordinario. Il biscotto non ha sofferta veruna fermentazione, o almeno molto poca, per conseguenza e' molto piu' difficile a digerirsi che il pane ben fermentato. Si sa che le sostanze farinose, sciolte semplicemente nell'acqua sono un alimento troppo viscoso per nutrirsene continovamente. La fermentazione divide, e attenua le parti viscore, mucilaginose, e oleose di queste qualita' di sostanze. Per questo mezzo i disciolgono piu' facilmente nell'acqua, e si mescolano con tutti gl'umori del corpo, quando che per l'avanti con acqua non facevano che una vera colla (40). Il pane ben cotto, bastantemente fermentato, e' un alimento leggiero, facile a digerire, e in effetto quello che convien piu' agl'uomini a motivo della sua qualita' acescente, per mezzo della quale corregge le sostanze animali delle quali si nutriscono. Il biscotto al contrario non avendo sofferta veruna convenevole fermentazione, nei casi ove le forze digestive sono indebolite somministra un chilo vriscoso, e grossolano poco proprio a riparare la macchina. Un altro principale articolo del loro nutrimento, si e' quel che si chiama provisione fresca, quest'e' una libbra e mezzo di fior di farina per settimana. Se ne fa dei puddings (Budini) (41) con dell'acqua, ed una quantita' di grasso salato. Quest'ultimo non si conserva lungo tempo sul mare di maniera che in suo luogo si da' spesso dell'uve secche, o del ribes. Ma l'acqua e la farina bollite insieme formano una pasta viscosa , e tenace, che non puo' esser digerita che dagli stomachi piu' robusti; sicche' noi vegghiamo che le persone deboli, valetudinarie, e quelli che non fanno punto esercizio non possono soffrire per lungo tempo un simile nutrimento.
      Ci resta a parlare di due differenti specie di provisioni fresche, delle quali se ne da' ai marinari piu' di quel che ne possono mangiare ordinariamente. La prima la farina di vena che si fa bollire con l'acqua fino ad una certa consistenza; comunemente si chiama Burgow. I marinari Inglesi ne fanno poco uso: pare non ostante, che questa sarebbe assai salubre in certe circostanze in cui si trovano, essendo la parte la piu' acescente del loro nutrimento. I piselli bolliti fanno la seconda specie, hanno una qualita' dolcificante ma siccome sono sprovisti di tutte le parti aromatiche, negli stomachi deboli sono soggetti a produrre delle flatuosita', ed a cagionare delle indigestioni. Simili alle altre sostanze farinose, rendono viscosa, e glutinosa l'acqua, nella quale si fanno cuocere. E' dunque evidente che in certi casi devono somministrare un nutrimento grossolano, e poco convenevole. Tali sono le provisioni fresche dei marinari.
      Oltre tutto questo gli vien data una certa quantita' di burro salato, e di formaggio. L'esperienza fa vedere, che questo ha delle qualita' estremamente differenti, e che e' piu' facile, o piu' difficile a digerire, secondo che e' forte, vecchio ec. Ma il formaggio di Suffolk, in vece di facilitare la digestione come si dice che fanno i formaggi, pesa nello stomaco di molte persone, nell'itessa guifa che il burro salato, e l'olio che loro vien dato qualche volta in suo luogo. Queste sostanze niente correggono le qualita' degl'altri alimenti dei, quali si nutriscono.
      Per quel che appartiene alla carne, si danno due libbre di bove, e altrettanto di porco salato per settimana a ciascun marinaro. Tutto il mondo prova che questi alimenti sono molto piu' difficili a digerire che le carni fresche, e che somministrano un chilo molto meno proprio alla nutrizione . Veruna persona puo' sopportare lungo tempo un simil nutrimento almeno che non sia corretto dal pane, dall'aceto, o dai vegetabili. Oltre queste due specie di carne,» che son quelle delle quali ordinariamente si provvede la nostra flotta si fa spesso del stocfische (42) del pesce salato, del bove secco conservato nella salamora, e altri simili alimenti, d'una natura grossolana, viscosa, e difficile a digerire. Questo nutrimento e' ancora assai piu' nocivo allorche' e' corrotto.
      Riguardo poi alla bevanda, lo stato somministra della piccola birra, nei luoghi ove se ne puo' avere, altre volte del vino, dell'acqua vite, del Rum (43), o dell' Arrak (44) secondo le produzioni dei paesi ove i vascelli son forniti. La birra, e i liquori fermentati di qualunque specie che siano, sono i migliori antiscorbutici, e i piu' propri a correggere i cattivi effetti del nutrimento, e della situazione dei marinari; in luogo che gli spiriti stillati sono molto perniciosi in questa malattia.
      Il lungo uso d'un nutrimento particolare di qualunque specie si sia, allorche' non e' niente diversificato, o interrotto, ha i suoi inconvenienti, e i Medici l'hanno condannato con ragione (45). La natura somministrandoci una gran varieta' d'alimenti gl'ha senza dubbio destinati al nostro uso come io avro' occasione di far vedere altrove (46) gli effetti naturali dei quali abbiamo parlato; basta d'osservar qui che e' nocivo nei casi dei quali e' questione, perche' in certe circostanze le forze digestive, e le forze vitali non sono punto in istato di ben travagliarlo, e convertirlo in un chilo, e in un sugo nutritivo proprio a riparare la macchina (47).
      L'appetito in quest'occasione, come in molte altre se non e' niente depravato c'indica fedelmente gl'alimenti convenienti allo stato del corpo, e degl'organi della digestione. Allorche' un lungo soggiorno nell'aria umida del mare con un nutrimento viscoso, e troppo° solido ha disposti gl'umori alla corruzione scorbutica la natura indica il rimedio. L'ignorante marinaro, e l'abile Medico con un eguale ardore desiderano i frutti, e l'erbe fresche della terra, la di cui virtu' salubre attenuante, e saponacea puo' sola solievargli. Questa qualita' di persone nel colmo della loro malattia, pressate dagl'importuni gridi della natura, sono occupati tutto il giorno da questo pensiero. Sovente la loro immaginazione riscaldata nella dolce illusione d'un sogno gli trasporta sopra la terra, e fa loro gustare i piaceri d'un pranzo come lo defiderano.
      L' esperienza conferma che questi alimenti, la di cui natura, mediante un interno sentimento che fa loro defiderare si' ardentemente di nutrizione, sono i migliori rimedj, e i piu' certi preservativi di questa malattia.
      Oltre tutto questo s'e' osservato, che allor quando le cause delle quali noi parliamo si riscontrano sopra la terra, producono lo Scorbuto ad un cosi' alto grado di malignita', e cosi' epidemico, che sopra il mare. Durante l'assedio di Thorn nel 1703 questa malattia fece perire molte migliaja di Sassoni che difendevano questa Citta'. La piazza fu bloccata per lo spazio di cinque mesi, verso la fine dei quali la stagione fu estremamente nebbiosa, e piovosa in quasi tutta l'Europa; di maniera tale che gl'assediati dovettero passare delle fatiche, e degl'inconvenienti simili a quei dei marinari; furono continovamente esposti ad un tempo umido, e mal sano. La mancanza dei vegetabili gli obbligo' di nutrirsi d'alimenti grossolani' e viscosi, come il pane di monizione, delle carni secche, e salate, e d'altri dell'istessa natura. Bachstrom riporta (48) che allor quando si porto' in questa Citta' di consenso del nemico, una piccola quantita' di vegetabili dei piu' comuni, gl'Ufiziali se ne impossessarono, e li divorarono con altrettanta avidita' come se fossero stati i cibi i piu' delicati. Gl'abitanti veramente attribuirono questa calamita' alla cattiva birra: ma quel che e' necessario d'osservare si e' che la malattia attacco' subito la guarnigione, come essendo la piu' esposta all'ingiurie del tempo, a motivo della guardia che faceva notte e giorno sopra i terrapieni. Gl'abitanti che erano piu' al coperto, vennero infettati molto piu' tardi, e probabilmente non vi fu che quelli, i quali furono obbligati di montar la guardia, allorche' la guarnigione fu quasi del tutto distrutta. Questa malattia era un vero Scorbuto, come vien dimostrato dalla prontezza con la quale cesso' di regnare, dopo aver cagionata una mortalita' delle piu' grandi dopo che la Cura si fu resa, e che per questo mezzo s'ebbero dei vegetabili in abbondanza.
      Noi dobbiamo considerare in secondo luogo le circostanzeì, e la situazione particolare delle Citta', e dei paesi ove questa malattia e' endemica. Tutto questo servira' a confermare maggiormente cio' che e' stato avanzato.
      S'osserva che un grado di freddo eccessivo, come quello, che si fa sentire, in Islanda, in Groelandia, nelle parti Settentrionali della Russia ec. con gl'alimenti, dei quali gl'abitanti di questi paesi sono obbligati di nutrirsi durante i rigidi inverni producono infallibilmente lo Scorbuto. Noi dobbiamo qui osservare i perniciosi effetti del freddo in questa malattia; Accresce la malignita', e la rende assai piu' frequente in questi paesi Settentrionali, che nei climi piu' caòòldi; non e' cosa sicura non ostante che il grado di freddoø il piu' eccessivo sia in stato di produrre questa malattia, purche' l'aria sia asciutta e pura nel medesimo tempo, poiche' tutti i Paesi del Nord son soggetti tanto nell'estate, che nell'inverno a molte nebbie, e allorche' il freddo ci e' arrivato ad un cosi' alto grado, s'alza dal mare un vapore, simile al fumo d'un cammino e cosi' denso che le piu' folte nebbie; questo vapore si chiama Frost Smoak (49).
      Lo Scorbuto era altre volte estremamente endemico nei Paesi Bassi. Gl'Autori, che vivevano in questi paesi, son quelli che ci hanno somministrate le piu' esatte osservazioni sopra questa malattia. Ora e' assai certo, che la situazione al Nord, e il freddo del Clima, non era la sola causa di questa endemica malattia; se questo fosse stato, tutti quelli che erano al medesimo grado di freddo, essendo le medesime tutte l'altre circostanze, non sarebbero stati egualmente attaccati in luogo che molte citta', e molti villaggj situati nell'istesso clima (in Olanda) e cibandosi degl'istessi alimenti che i loro vicini n'erano intieramente esenti; mentre che questi qui, a molto poca distanza degl'altri, c'erano estremamente sottoposti.
      Cosi' Ronseo (50) osserva che a suo tempo questa malattia era piu' frequente a Amsterdam, ed a Alkmaer, che a Goda (Citta' d'Olanda) e a Rotterdam, e che non si vedeva quasi mai a Dordrecht, quantunque questa Citta' fosse situata nell'istesso clima, e che gl'abitanti si cibassero dei medesimi alimenti; Ci fa sapere che regnava con l'istessa violenza generalmente in tutti i luoghi del paese ove il terreno era umido e paludoso. Osserva ancora quest'Autore, che allor quando i venti di Sud, e d'Ovest (51) regnavano per lungo tempo, rendevano molto frequente questa malattia; ma che diveniva molto epidemica, e molto maligna, quando le stagioni erano piovose. Nel tempo che Ronseo scrisse, il suo paese era esposto a delle inondazioni, e non era per cosi' dire che un vasto pantano. Queste circostanze congiunte al nutrimento grossolano di cui si servivano allora gl'Olandesi, rendevano lo Scorbuto una malattia molto comune nel loro paese. Oggi giorno che e' diventata una Repubblica ricca, e florida, e che hanno asciugato il loro terreno per mezzo d'argini, e di canali e intieramente mutata la loro maniera di vivere, questa malattia comparisce di rado fra loro: Questa non attacca che il piu' basso popolo, il quale abitando le parti basse, e umide delle Provincie, continova a far uso del suo antico nutrimento, ed e' obbligato di bevere un acqua stagnante, e mal sana; Quest'antico nutrimento e' del porco salato, affumicato, sovente rancido, e del pane grosso. E' vero, che dopo queste mutazioni, questa malattia ha regnato alcune volte con violenza in Olanda, per esempio in molte delle sue guerre, ma questo segui' allor quando furono obbligati di toglier le chiuse per inondar la campagna.
      Molti altri paesi oggi giorno sono nel medesimo caso, come la bassa Sassonia, e altre parti della Germania, della Svezia della Danimarca, e della Norvegia, ove questa malattia generalmente e' molto meno frequente, che altre volte. Da dugent'anni in qua tutti questi paesi sono estremamente mutati di faccia, e la maniera di vivere dei loro abitanti e' molto disfferente. Oggi giorno ci si beve molto piu' vino, la birra ci e' migliore, le cose piu' asciutte, meglio ventilate, e piu' comode, le terre sono estremamente migliorate, e si e' provvisto allo scolamento delle acque.
      Ma e' necessario d'osservare che in tutti i luoghi dei quali noi abbiamo parlato, ove altre volte lo Scorbuto era cosi particolarmente endernico, a motivo della loro umida, e paludosa situazione, e del nutrimento grossolano e mal sano, del quale servivansi i loro abitanti, il freddo del clima doveva certamente molto contribuirci; perche' noi osserviamo che Venezia la quale e' situata in un luogo dei piu' umidi, e' intieramente esente da questa malattia; pare, che il calore del clima sia la principal causa. Questo calore solleva ad una grande altezza i vapori acquosi, li disperde, e rende il tempo continovamente sereno. Si puo' ancora supporre che gl'alimenti leggieri, e la gran quantita' dei vegetabii dei quali gl'Italiani si nutriscono siano bastanti per preservarli da questa malattia nei luoghi i piu' umidi (52).
      Terminero' questo capitolo con alcune osservazioni sopra gl'effetti delle differenti cause, alle quali noi abbiamo attribuito Scorbuto nei paesi, ove queste prevalgono meno frequentemente. Io limitero' le mie osservazioni alla Gran Brettagna.
      S'osserva generalmente che gl'abitanti dei porti di mare, situati nei luoghi freddi bassi e umidi, hanno le gengive putride, le gambe gonfie, edematose con delle ulcere ec., mentre che gl'abitanti dei villaggj vicini situati in un terreno secco, e sabbioso, dove si respira un aria piu' pura sono intieramente esenti da qualunque scorbutico sintoma. Lo Scorbuto e' endemico nei luoghi ove continovamente piove, e dove vi e' molta umidita': Il Forte Guglielmo n'e un esempio. (53)
      I paesi paludosi, o circondati di folti boschi, quelli che sono soggetti alle inondazioni, o ripieni d'un acqua putrida, e corrotta, e dove il sole non agisce con una forza sufficiente per alzare i vapori ad una convenevole altezza, tutti questi paesi dico, sono continovamente coperti di nebbie mal sane, e i loro abitanti sono sottoposti allo Scorbuto, e alle febbri intermittenti; s'osserva, che quelli, che occupano gl'appartamenti i piu' elevati sono assai meno spesso attaccati da malattie, che quelli che abitano al terreno della medesima casa. I poveri infelici che alloggiano nei sotterranei umidi, sono i piu' sottoposti allo Scorbuto, come questi che sono riserrati nei casotti, e nelle prigioni umide, e mal sane ove passano la maggior parte del loro tempo a dormire; Ho veduta non e' gran tempo una persona che aveva contratto lo Scorbuto al maggior grado in una prigione ove era stata rinserrata. (54)
      Si prova, che la differenza degl'alimenti produce degl'effetti molto differenti in questa malattia. Noi vegghiamo che nelle situazioni delle quali abbiamo parlato comunemente attacca le persone piu' povere che si nutriscono principalmente o di carne, o di pesci salati, e di farine non fermentare senza far uso dei frutti (55), o altri freschi vegetabili, o d'un pane fatto con la farina di piselli, solo, o mescolato con quello di vena. Queste sorte di persone vivono durante l'inverno d'una mescolanza di tritelli di vena, e di grasso di bove salato, che chiamano broose; privi di altre, non bevono che dell'acque crude, o corrotte.
      Le differenti maniere di vivere influiscono ancora differenternente sopra questa malattia. Quelli che vivono nell'indolenza, e nella pigrizia, o che fanno una vita sedentaria, come i calzolari, i sarti, i tessitori a motivo dell'umidita' dei luoghi ove travagliano, ci sono molto sottoposti. I lavorarori al contrario, e quelli, che fanno molto esercizio non ne sono gia' mai attaccati, quantunque facciano uso dell'istesso nutrimento, o ancora d'uno piu' grossolano. I pescatori sono sovente scorbutici a motivo della loro maniera di vivere, del loro grosolano nutrimento, e dell'uso abituale dei liquori spiritosi.
      Le passioni dell'animo ci contribuiscono ancora molto. Quelli che sono d'un naturale allegro, e contento ci sono meno sottoposti, che le persone triste, e malinconiche.
      S'e' finalmente sempre osservato che nelle circostanze le quali abbiamo descritte, lo stato presente del corpo contribuiva estremamente a disporre allo Scorbuto. Quelli che sono stati indeboliti e spossati dalle febbri, o da altre lunghe malattie o che le loro viscere, dopo le febbri intermittenti autunnali sono state ostrutte, divengono facilmente scorbutici, mediante l'uso d'un cattivo nutrimento. Le persone nelle quali una naturale, e necessaria evacuazione e' soppressa, sono piu' sottoposte che l'altre a questa malattia: tali sono le donne, allorche' i loro corsi lunari sono sorpresi, sopra tutto se questo segue in occasione d'una paura, o d'una tristezza: l'istesso segue allorche' questa evacuazione naturalmente le abbandona.
      Il seguente estratto del Giornale del Sign. Yves serve per confermare molte cose che sono state avanzate in questo Capitolo; contiene l'Istoria delle malattie, che regnarono sopra il vascello Dragone.
      Luglio 1743. Noi fummo esenti dallo Scorbuto dopo la fine d'Aprile; dimorammo tutto il mese a Porto Maone; il tempo fu eccessivamente caldo. Le persone del nostro equipaggio travagliarono molto, bevvero del vino, e dei liquori spiritosi in quantita'. Le malattie del mese precedente aumentarono, furono molto piu' infiammatorie; Quest'erano febbri con infiammazione delle tonsille, delle pleuritidi, e delle peripneumonie. Inviammo allo Spedale diciasette malati.
      Agosto: Dimorammo ancora a Porto Maone. Si diede all'equipaggio qualche soldo, ma non stiedero niente meglio. I malati furono gl'istessi che nel mese di Luglio, e non ne mori' alcuno. Verso la fine del mese le diarree presero il posto delle febbri. Diciotto malati furono mandati allo Spedale.
      Settembre. Restammo una parte di questo mese a Porto Maone, e l'altra sul mare, nel principio il tempo fu incostante, e piovoso, divenne temperato, e caldo verso la fine. La Disenteria ci regno' particolarmente: la maggior parte dei malati n'erano tormentati per cinque, o sei settimane, non ostante non ne mori' alcuno; ebbamo ancora alcune leggiere febbri continove dei reumatismi, e delle febbri intermittenti.
      Ottobre. Passammo la maggior parte di questo mese sul mare, il tempo benche' incostante fu assai temperato. Il 17 e 18 ebbamo della pioggia, e del vento. La mia lista dei malati era in gran parte ripiena di convalescenti, e di diarree del mese precedente. Il reumatismo fu la malattia dominante, ma non era niente ostinato. Ci furono ancora due, o tre febbri quartane che durarono molti mesi.
      Novembre. Parte sul mare, parte a Gibilterra. I venti freschi d'Oriente regnarono spesso con la pioggia dal primo ai dieci. Il tempo fu tempestoso durante tutto il mese eccettuati alcuni giorni asciutti verse la fine; Gli otto del mese, sei, o otto persone furono attaccate da dolor di testa, da tremiti e alcuni dal vomito. La febbre comparve il giorno dopo. Il terzo, o quarto giorno si lamentarono d'una universale pungenza a tutta la pelle; furono dopo attaccati da una tosse frequente, e incomoda. Il quinto o sesto giorno la loro pelle si copri' di piccole macchie rosse, simili a delle morsicature di pulce, i loro occhi erano dolorosi, e lacrimanti, l'ottavo giorno alcuni sudarono copiosamete, altri ebbero uno scioglimento di corpo: queste evacuazioni gli messero intieramente fuori di pericolo, la malattia non ostante termino' in alcuni per mezzo dello sputo, in altri per mezzo delle orine. Ci furono venti persone attaccate da questa specie di Rosolia, che guarirono tutte; il reumatismo regnava sempre.
      Dicembre. Si passo' questo mese a Gibilterra. Generalmente fu freddo, umido, e tempestoso; ci furono molte malattie, ma di poca importanza. Lo Scorbuto comincio' a comparire verso la fine del mese, sebbene noi fossimo a Gibilterra (56) inviammo ventidue malatti allo Spedale.
      1744, Gennaro. Questo mese fu estremamente freddo e tempestoso, con delle piogge quasi continove. Alle 8 dopo mezzo giorno, s'alzo' un vento freddo, e violento con un gran temporale; Il giorno dopo la tempesta continovo', e piovve molto nella mattina il tempo fu estremamente tempestoso, e piovofo dai 3 fino i 27.
Il di 8 del mese abbandonammo Gibilterra. Lo Scorbuto faceva dei progressi di giorno in giorno, il di' 10 io aveva cinquanta scorbutici sopra la mia lista, il di' 20 erano in numero d'ottanta; ve n'erano molti che erano in assai cattivo stato: Le loro membra erano rigide, e raccocite, le loro gambe esulcerate, le gengive putride, il fiato puzzolente, il respiro difficile; i loro escrementi tramandavano un odore assai fetido ec.
Il di' 30 dell'istesso mese la mia lista conteneva i seguenti malati.
Scorbuto arrivato al maggior grado n. 55 - Diar ree scorbutiche n. 6.
Scorbuto con tosse n. 10 - Scorbuto con ulcere n. 10 - Asma scorbutica n. 1.
Emotiptsi scorbutica n. 1 - Altre malattie non scorbutiche, principalmente reumatismi n. 6. Totale dei malati n. 90. Dopo aver fatta vela fino alla fine del mese, arrivammo alla spiaggia di Hieres.
      Febbraro. questo mese fu freddo, tempestoso, e piovoso il tempo fu estremamente crudo, sopra tutto al principio, e alla fine.
Dopo i 3 del mese e fino ai dieci si diedero cinque volte agl'ammalati delle carni fresche, e dei brodi con dei vegetabili freschi in luogo del bove, e del porco salato.
Arrivando nella spiaggia di Hieres, c'accorsamo che eramo alla vigilia di venire alle mani con l'inimico. Quelli che eran sani, e i malati, diedero egualmente i maggiori segni di soddisfazione. Quest'ultimi si ristabilirono di giorno in giorno d'una maniera sorprendente di tal sorte che l'undici di Febbrajo quando la nostra flotta diede l'assalto alle flotte unite di Francia, e di Spagna, noi non ebbamo che quattro, o cinque che restarono al quartiere dei malati; ve ne fu qualcheduno o almeno molto pochi che s'accorgessero della loro malattia, dopo l'undecimo fino al decimo quinto: Il di' 15 la mia lista era nello stato seguente.
Convalescenti di Scorbuto n. 30 - scorbutici in primo grado n. 5 - nel suo maggior grado n. 4 - Piagati 4 - Pleuritidi 1 - Diarree 1 - Lambagini 3- Febbri d'accesso n. 2 - Reumatismi n. 2. Totale dei malati 61. (57)
Bisogna osservare che dopo il mese di Dicembre non si sbarco' verun malato, e che non ne mori' che un solo. Quando arrivammo a Porto Maone verso la fine del mese, il numero era considerabilmente cresciuto, quelli che s'erano molto ben ristabiliti il mese precedente, ebbero una ricaduta, io gl'inviai tutti allo Spedale.
      Marzo. Questo mese in generale fu freddo, piovoso e molto sottoposto ai venti, quando non pioveva, ordinariamente il tempo era oscuro, e coperto: i venti furono piu' moderati verso la fine del mese, eccettuato l'ultimo giorno, che s'alzo' un vento fresco, violento, ma senza pioggia. Passammo tutto il mese a Porto Maone; di tempo in tempo vi fu qualche nuovo malato attaccato di Scorbuto, che mandai costantemente allo Spedale. Cinque, o sei scorbutici che erano attaccati dalla tosse sono adesso tisici in primo grado: Le malattie, che prevalsero verso la fine del mese erano reumatismi, e febbri leggiere.
      Aprile. Il tempo fu tempestoso il primo, e secondo giorno, coperto, e piovoso dal di' 3 al di' 7. Temperato, e sereno dal di' 8 al di' 12. Venti secchi con pioggia regnarono dopo il di' 12, fino i 20. Il tempo fu quieto, e sereno dopo il di' 20, fino al 26, coperto, piovoso e caldo dopo il 26 fino alla fine del mese. Sucessivamente durante questo mese noi viaggiammo su le coste della Francia, di Savoja, e di Genova, Le tossi, e i reumatismi s'aumentarono nel principio del mese; divennero queste malattie infiammatorie e pericolose verso la meta', e su la fine. Vi furono quattro, o cinque peripneumonie, e tre o quattro febbri violente con delirio, ec. Morirono due malati, uno dei quali era attaccato da una peripneumonia, e l'altro da una febbre con delirio. Verso la fine del mese ebbamo due oftalmie molto fastidiose.
      Maggio. Il tempo fu molto caldo, ora sereno, ora coperto, e piovoso; Passammo questo mese sul mare, come l'ultimo. Le malattie furono un poco diferenti da quelle del mese d'Aprile, ma non ne mori' alcuno; Mi son scordato di dire, che verso la fine del mese d'Aprile due, o tre persone ebbero un'eruzione cutanea universale accompagnata da prurito; queste per altro stavano di perfetta salute. In questo mese una simile eruzione comparve a molti altri, e gl'incomodo' molto. Uno di quest'infermi essendosi esposto al freddo, retrocede' l'eruzione, s'accese la febbre, e fu vicino a perire. Uno sforzo salubre della natura che getto' alla cute per la seconda volta la materia morbifica lo libero'.
      Giugno. Quantunque noi fossimo a Porto Maone, ove il tempo era molto caldo, e dove le persone del nostro equipaggio travagliavano molto, le malattie diminuirono in luogo di crescere. Tutto l'equipaggio fu attaccato verso la meta', e su la fine del mese da una leggiera Diarrea. Il di' quattro di Giugno abbandonammo Porto Maone, e arrivammo il di' 30 a Gibilterra.
      Luglio. Il tempo fu ecessivamente caldo, e quasi sempre sereno, e asciutto. Partimmo di Gibilterra il di' 3 e arrivammo a Lisbona il di' 19, o 20. Ebbamo ancora alcune leggiere diarree; ma in generale questo mese fu molto sano.
      Agosto. Il tempo fu quasi sempre caldo , e asciutto, eccettuato il di' 21. Questo giorno fu coperto, e piovve considerabilmente. Dimorammo tutto questo mese a Lisbona, ove due volte la settimana il nostro equipaggio aveva delle provisioni fresche, e dell'erbe; vi fu allora la piu' bella occasione di provedersi d'ogni sorte di vegetabili. Si continovo' a godere d'una buona sanita', eccettuate alcune leggiere diarree che di tempo in tempo sopraggiungevano.
      Settembre. Dal di' 1 fino al di' 4 i venti furono violenti, e molto moderati dal di' 5 fino al 14. Durante questi 14 primi giorni il tempo fu coperto, torbido, piovoso, e fece molti lampi. I venti furono moderati dal 15 fino alla fine del mese; il tempo fu molto incostante, quasi sempre coperto, e piovoso, eccettuati alcuni giorni sereni, che furono generalmente caldi. Partimmo da Lisbona il di' 3 e arrivammo a Gibilterra il di' 15; quantunque non ci fossero malati in questo mese, non ostante ebbamo alcuni scorbutici verso la meta', e su la fine. S'inviarono allo Spedale nove malati attaccati da disserenti malattie.
      Ottobre. Molto vento, pioggia, e nebbie eccettuati alcuni giorni in cui il tempo fu bello, e i venti moderati; ora fu freddo, ora caldo. Comparve allora lo Scorbuto, e ci spavento' molto (58); il di' 13 mandai a terra ventiquattro scorbutici; il di' 14 lasciammo Gibilterra, allorche' fummo all'altezza di Minorca, si riceve' l'ordine d'andar piu' lontano e mandai venti altri scorbutici allo Spedale di Porto Maone.
      Novembre. Dal di' 1 fino agl'11 il tempo fu bello, freddo, e i venti incostanti. Nel restante del mese si fece molto cattivo, i venti erano violenti, freddi, e penetranti, piovve molto, e alcune volte nevico'. Arrivammo ai 20 a Vado e ci partimmo i 29; al nostro arrivo in questo Porto avevamo cinquanta scorbutici (59).
      Dicembre. Ancora questo mese fu molto freddo, umido, e accompagnato dai venti; non ci furono che pochi giorni, in cui il tempo fosse bello, e i venti moderati.
      1745. Gennaro. Questo mese fu come il precedente; non ebbamo che otto giorni temperati e di bel tempo. Dopo che fummo arrivati a Vado fino al 5 Dicembre diedi a ciascheduno scorbutico un'arancia della China, e molti pomi; Non avendo allora piu' pomi, continovai dargli un arancia fino al 7 Dicembre, nel qual tempo mi mancarono. Ai 22 Novembre gli fu dato del brodo fatto con della carne fresca. N'ebbero ancora il di' 27 e 29 dell'istesso mese, il di' 1 e il di' 2 di Gennaro; s'erano fatte cuocere delle rape; quest'erano tutte le provisioni che avevamo fatte a Vado di carni fresche, e di freschi vegetabili. Il di' 8 di Dicembre il Capitano Waston in oggi Contr-Ammiraglio fece dare del brodo fatto con del montone a 28 dei nostri malati; il di' 13 ne fece dare egualmente a 45. Nientedimeno ecco qui cio' che ho osservato.
      29. Novembre. In generale gli scorbutici stiedero molto meglio. Quelli i di cui membri erano irrigiditi, ricuperarono la mollezza di queste parti. La putrefazione delle gengive, la difficolta' di respirare, e tutti gl'altri sintomi diminuirono (60). Il di' 2 Dicembre andavano migliorando. Il di' 5 il tempo era cosi' freddo, da che eramo partiti da Vado. Il di' 6 tutti gli scorbutici erano convalescenti. Il di' 25 non avevo che 30 malati su la mia lista, questi erano scorbutici quasi che intieramente guariti. Il di' 6 Gennaro noi eramo ancora sul mare , il tempo era freddo e umido. L'equipaggio per nove giorni fu mancante di vino. Quelli che erano stati attaccati dallo Scorbuto ricaddero e ve ne furono molt'altri che non furono in stato d'adempire i loro doveri. Gl'8 Gennaro diedamo fondo a Porto Maone, e inviammo allo Spedale 59 scorbutici.
      Febbraro. Si passo' questo mese a Porto Maone; il tempo fu estremamente freddo; di tempo in tempo ebbamo qualche nuovo scorbutico, principalmente verso la fine del mese, nel qual tempo lo Scorbuto fu accompagnato da sintomi febbrili. Noi n'inviammo 5 allo Spedale.
      Marzo. Il tempo fu piu' caldo, che nel mese precedente, ma incostante; i venti moderati. Il di' 17 feci vela da Porto Maone, e li 22 arrivammo a Gibilterra. La lista dei malati era numerosa, era composta di convalescenti che avevamo cavati dallo Spedale di Porto Maone, e da una, o due febbri. Sen invio' 14 allo Spedale di Gibilterra.
      Aprile. I quindici primi giorni furono belli, il restante del mese fu piovoso, coperto, e pieno di nebbie. Tutto il mese in generale fu caldo. Ci furono alcune tossi moleste, e alcuni reumatismi, ma in piccolo numero. Si perse un uomo avanzato, che mori' d'una febbre continova. Partimmo di Gibilterra trasportando con noi i malati ch'erano allo Spedale. Siccome ci stavano male per quel che concerne ai vegetabili, e carni fresche, sperammo che sarebbero meglio situati a Lisbona, e su le coste del Portogallo, ove noi viaggiammo durante tutto il mese.
      Maggio. Il tempo fu temperato, e caldo, senza molta pioggia, fu alcune volte coperto, e freddo. Si passo' tutto questo mese sul mare. Verso la meta' e su la fine, molte persone furono attaccate dallo Scorbuto, e altri da diarree. Le provisioni fresche, che speravamo avere su le coste del Portogallo ci mancarono. I malati averebbero sofferto molto se il Capitano Waston non avesse' dato loro quattro dei suoi montoni, e tutto il latte che la sua vacca poteva somministrare; in simili circostanze quest'era il cosstume di questo Capitano.
      Giugno. I venti impetuosi del Nord regnarono continovamente, resero il tempo molto incomodo, e trattennero l'aria assai fredda fin tanto che arrivammo a Lisbona i 13 di questo mese. Gli scorbutici erano in molto cattivo stato (61) e ne morirono tre, o quattro.
      Luglio. Si passo' questo mese a Lisbona; tutti i nostri scorbutici non erano ancora guariti. Molti erano attaccati da un flusso di ventre scorbutico, altri da diarree, e disenterie, senza alcun sintoma di Scorbuto. Verso la fine del mese comparvero molte febbri.
      Agosto. Vi furono alcune febbri leggieri, ma sopra tutto delle diarree, e delle disenterie. Il Sig. Mauberty Legnajuolo del nostro vascello mori' di disencteria. Chiamai in suo soccorso il Sig. Kennedy Medico a Lisbona, e il Dottor Lind che era allora Chirurgo del vascello Kennington. Il di' 22 partimmo da Lisbona, e si fece vela verso l'Inghilterra. Per allora avevo 20 malati su la mia lista.

NOTE AL CAPITOLO PRIMO

(1) Vid. Nitzch.
(2) Kramer.
(3) Vid. Bachstrom.
(4) Kraineri epistola pag. 13.
(5) Dodoneus, & Forestus
(6) Ronseus
(7) Herman Nicolai vid. Acta Hassn.
(8) Sinopaeus.
(9) Vid. Comm. lit. Nov. Ann. 1734 pag. 162.
(10) Wierus, Ronseus ec.
(11) Vid. Concil. Facult. Med. Hass. de Scorbuto.
(12) Bruceus.
(13) Ved. la descrizione dello Scorbuto che regno' al Forte Guglielmo del Sig. Granger.
(14) Part. 1. Cap. 3.
(15) Listeri exercitatio de Scorbuto.
(16) Bartolini ha usata con profitto l'acqua di mare per trattenere i progressi della putrefazione nello Scorbuto! Act. Hass. an. 1673 pag. 7.
Questa esperienza e' stata da me ripetuta. Vi sono delle persone che hanno creduto succederne dei buoni effetti ved. il Cap. 4.
(18) Senza dubbio il Sig. Lind intende, per quest'altri sali, i sali essenziali delle piante, i tartari solubili ec. essendo probabile, che tutti i sali neutri formati dall'unione d'un acido minerale a un alkali fisso non possono esser scomposti in veruna maniera nel corpo umano.
(19) Ved. part. 3. Cap 2. il sig. Mead che fu esattamente informato della loro situazione osservo' che in questa occasione le provvisioni della carne fresca, e l'acqua di pioggia in abbondanza non gli furono di veruna utilita'. Discourse on the scurvy pag. 100. L'esempio delle truppe Tedesche in Ungheria e' una prova, che alcune volte le carni salate niente contribuiscono a produrre questa malattia queste non si servivano ne' di bove ne' di porco salato; ma al contrario avevano il bove fresco a molto buon mercato. Vid. Kramer Epist. p.33. L'armate Russiane non avevano alcuna specie di provisione salate. Vid. Nitzch.
(20) Obs. circa Scorbutum Auct. F. Bachstrom.
(21) Allorche' la flotta ritorno' a Plymouth il Sig. Huxam fece questa seguente osservazione nel mese di Giugno 1746: "Terribilis jam saevit scorbutus inter nautas, praecipue quos secum reduxit Martin classis occidentalis praefectus. Excruciantur perplurimi ulceribus foedis, sordidis ac valde fungosis: minimum est prosecto, & insolitum, quam brevi tempore spongiosa caro, fungi ad instar, his ulceribus succrescit, etsi paulo ante scalpello derasa, atque interdum ad magnitudinem enormem. Non solum miseris his, at vere utilibus hominibus per se intensa est maxime Scorbutica lues, sed & illos etiam omni pene morbo, qui ab humorum corruptione pendet, obnoxios admodum reddit, febribus nempe putridis malignis, petechialibus, pessimo variolarum generi, disenteriae cruentae, haemorragiis &c. multo magis adeo bonis his fuit exitio, quam bellicum fulmen. Observat. de aere & morbis epidemicis.
(22) Vedi la terza Parte Cap.2.
(23) Il sig. Pringle ha dato un eccellente Trattato di questa febbre, nelle sue osservazioni sopra le malattie delle armate.
(24) Quando le Truppe inglesi se ne ritornarono in Inghilterra verso la fine dell'ultima guerra, questa febbre maligna regno' con violenza sopra i vascelli che la trasportavano. Il tragetto fu lungo, e il tempo tempestoso che si provo', obbligo' i soldati a trattenersi rinserrati la maggior parte ad tempo sotto il tavolato, del bastimento. L'aria in conseguenza si corruppe, produsse la febbre maligna, ma non lo Scorbuto. Vid. Pringle Observ. sopra le malattie delle armate part. 1, verso la fine del Cap. 8.
(25) Questi erano dei refugiati del Palatinato.
(26) Una febbre petecchiale di questa specie fece altrettanta strage, che la peste durante sei mesi sui vascello Dragone di 6o pezzi di cannone, e di quattrocento uomini d'equipaggio. Durante quel tempo non ebbi mai meno di sessanta, o settanta malati (quest'e' il Sig. Yves, che parla.) Molti tra loro ebbero tre , o quattro recidive e perirono piu' di quattro quinti del nostro equipaggio. Quest'era uno spettacolo dei piu' spaventosi. Il Sig. Blincew mio primo aiutante ci perse ben tosto la vita. Un ajutante d'un altro vascello che obbligarono il capo di squadra a darci mediante i nostri bisogni, mori' ben tosto. Poco manco' che il mio secondo Ajutante, il Sig. Tommaso Pech ora chirurgo a Deal non ci terminasse i suoi giorni. Perdemmo ancora mio fratello che comandava i soldati sul bordo, molti Ufiziali di maggior condizione, e sessanta dei nostri migliori marinari. Fra tutti questi pericoli la providenza permesse che io non venissi attaccato da questa malattia, cosa, che e' parsa sorprendente a tutti quelli, che sono stati informati della nostra situazione, e delle fatiche che soffersi essendo privo d'ogni soccorso. Di tutti questi infermi per altro non ve ne fu uno la di cui malattia fosse complicata con lo Scorbuto, e veruno di quelli, che guarirono da questa febbre non fu attaccato dallo Scorbuto, che sei mesi dopo questa malattia. Qesto e' uno dei piu' lunghi intervalli che noi abbiamo giammai passato senza provare gl'attacchi dello Scorbuto.
(27) Quando si ricevettero le nuove dell'Ammiraglio Boscawen, che la sua squadra aveva goduta generalmente una perfetta sanita', s'attribui' con molta ragione questa felicita' all'utilita' della macchina di Sutton. Non ostante parve che se furono esenti dallo Scorbuto questo fosse principalmente a motivo del loro felice passaggio, e perche' in differenti luoghi, ove abbordarono, l'Abile Generale che gli comandava procuro' loro dei convenevoli rinfreschi. Il Chirurgo dello Spedale del Forte S. David m'ha detto, che gl'equipaggi dei vascelli da guerra, che abbordano a queste forte, sono egualmente soggetti allo Scorbuto, che quelli i di cui vascelli non sono niente provvisti di questa macchina. I nostri vascelli, che ciascun anno vanno in Groelandia e che son vasti, comodi, e non trasportano precisamente che il numero delle persone necessarie, senza lasciare alcun dubbio provano, che l'aria putrida, e rinserrata, le cattive provvisioni e l'acqua corrotta non hanno veruna parte alla produzione di questa malattia. Per convincersene, basta leggere la relazione che ha data il Sig. Maude, inserita nel quinto Capitolo della seconda parte di quest'Opera.
(28) Questa e' una permissione di negoziare che s'accorda nei Porti d'Italia ai Capitani del vascello sovra un certificato di sanita'.
(29) M. Walter
(30) Bisogna intendere l'aria dell'Atmosfera.
(31) Ved. il caso delle Truppe imperiali in Ungheria, e delle armate Russiane p.3.
(32) Cosi' si chiama di Mare che e' tra la Francta, e l'Inghilterra. Fretum Britannicum.
(33) Estratto d'una lettera del Sig. Murray. Non vi e' alcun dubbio, che l'aria umida, il tempo nuvoloso, e freddo non siano la principale di tutte le cause antecedenti, o efficienti di questa malattia. In un viaggio che si fece sul vascello Canterbury col Norwich noi n'ebbamo un esempio. Attraversammo quasi dall'Isole di Bahama, dopo aver dimorato sei mesi nel porto di Lowisbourg, ove i marinari avevano differenti pesci in abbondanza, del buon pane, dell'acqua dolce, e molto buone provisioni, il tempo fu quasi sempre procelloso, carico di nuvoli, e d'umido. In meno d'un mese lo Scorbuto fu molto epidemico sopra l'uno, e l'altro vascello: Cinquanta persone del nostro equipaggio ne furono attaccate alla fine di sei settimane, il nostro compagno Norwich n'ebbe settanta. Un'altra volta al contrario essendo differente il tempo, abbiamo passato quasi altrettanto tempo sopra del mare prima che comparisse questa malattia, e ci manco' molto che non fosse cosi' epidemica. Io riportero' le particolari circostanze della prima causa. Noi partimmo da Capo Breton il il 29 Novembre 1746. Due giorni dopo noi eravamo a 43 gradi, e 18 minuti di latitudine, e gl'11 Dicembte 29 gradi, e 56 minuti, a questo grado, o li' all'intorno noi navigammo fino ai 7 di Gennajo. I venti variarono tanto, che e' molto difficile determinare verso qual punto della Bussola inclinarono di piu', o in quale dimorarono piu' lungo tempo. Nel principio del mese, il tempo fu estremamente freddo, umido, e carico di nebbie; divenne piu' caldo a misura che noi ci allontanammo da questo grado di latitudine; ma fu sempre umido, come vien dimostrato dal seguente giornale.
      Dicembre.
Dal di' 1 fino al 5, 11, 16, 18, 21, 23, 27, 29) Pioggia
Il di' 1 a 3, 4, 6, 7, 10, 11, 25, 27, 31) venti freddi
Il di' 3 e 29 Tuoni, e Lampi
Il di' 1 Nebbia
Il tempo fu nuvoloso durante quasi tutto il mese
Il mese di Gennajo in generale fu piu' temperato, non ostante avuto riguardo al grado di latitudine in cui noi eramo non fu molto caldo.
Il di' 2, 6, 10, 13, 15, 16, 18, 19, 24, 25, 26, 31 -- Pioggia
Il di' 2 -- Calma
Il di' 6, 7, 9, 10, 16-20, 24, 25, 26, 31 -- Venti freddi. Il tempo per sette giorni fu nuvoloso, ma senza nebbie.
Le malattie che produsse questo tempo, furono delle Pleuritidi cagionate dal pronto passaggio dal caldo al freddo, alcune febbri acute, e in particolare due febbri ardenti che portaron via gl'ammalati. Lo Scorbuto comincio' a comparire verso la fine di Dicembre; sedici persone furono attaccate prima della meta' di Gennajo, e noi non avevamo meno di 50 scorbutici quando arrivammo a S. Thomas il 25 del medesimo mese. Il vascello Norwich n'aveva settanta come di gia' ho detto.
(34) Parte 3, Cap. 2
(35) Pag. 18
(36) Ved. il Capit. 6
(37) Pag. 120.
(38) Capit. 6.
(39) Credo, che non dispiacera' di trovar qui il dettaglio delle provisioni, che si danno in Francia agli equipaggi dei vascelli del Re, o altri armati dai particolari. L'ordinanza porta che per ciascheduna settimana siano dati quattro parti di carne, tre di pesce, e sette di legumi. La ragione di ciaschedun marinaro, per giorno, sara' composta di diciotto oncie di biscotto, e di tre quarti di pinta di vino, misura di Parigi. Le Domeniche, Martedi', e Giovedi', si dara' 20 oncie di lardo crudo per desinare a sette uomini; i Lunedi' tre libbre e mezzo di bove senza piedi, ne' testa. Il Mercoledi', Venerdi', e Sabato si dara' 20 oncie di pesce crudo. La cena sara' composta ciaschedun giorno di 28 oncie di piselli, farina d'orzo, fave, fagioli o altri legumi crudi, ovvero di 14 oncie di riso crudo. Tutti questi alimenti saranno conditi, cioe' la carne con una pinta di brodo, alla quale sara' unita l'ottava parte d'una pinta d'olio d'oliva, e un quarto di pinta d'aceto per sette uomini. Per quel che e' dei legami, del riso, e dell'orzo si condiranno col sale e un misura d'olio d'oliva per ragione di cento uomini: si versera' quest'olio sul brodo nella caldaja per esser distribuita con i legmi. Gl'Ufiziali marimiari hanno una mezza ragione di piu', che i semplici marinari. Si sara' adesso in istato di paragonare il nutrimento degl'Equipaggi dei nostri vascelli, con quello dei marinari Inglesi. Se e' vero che i nostri marinari siano meno soggetti allo Scorbuto, che i marinari Inglesi, come alcune persone me l'hanno assicurato, non si Potrebb'egli attribuir questo al vino, e alla minor quantita' di carne della quale fanno uso i primi? Si sa che il vino e' un buon antiseptico e che naturalmente le carni tendono sempre alla putrefazione. Dal seguito si vedra' ora che nello Scorbuto gli umori sono in uno stato di putrefazione.
(40) Per convincersi di questa verita', non si ha che da paragonare al sapore del Malto, che e' un orzo che si fa germogliare per far della birra, come quella dell'orzo non germogliato. Ouesta e' pastosa, viscosa, e non si mescola niente afatto con la saliva, in luogo che l'altra imprime sulla lingua la sensazione d'un sapore gustoso, simile a quello d'un pane ben lievito. Questa differenza deriva perche' la germinazione e' un principio di fermentazione che sviluppa e attenua la sostanza mucosa, la rende solubile nell'acqua, miscibile ai nostri umri, ora si sa che gl'alimenti non ecciterebbero verun sapore, se mescolati non fossero con la saliva, e intimamente penetrati da quest'umore.
(41) Quest'e' una specie d'alimento che si fa in Inghilterra con del grasso, o del burro, e dell'uve secche di Corinto. S'inviluppano questi ingredenti in un panno, e si fanno cuocere nella pignatta; si puo' far uso di differenti specie di farina.
(42) Questøa e' una specie di pesce secco.
(43) Quest'e' l'acqua vite del Zucchero.
(44) Gl'inglesi chiamano Arrak l'acqua vite she si cava dal Riso; Quest'e' una bevanda forte conosciuta nell'Indie Orientali.
(45) Vid. Celsum de Medicina.
(46) Capit. 6 della Teoria della malattia.
(47) Un dotto Professore m'ha fatte le seguenti questioni. "Lo Scorbuto non potrebb'egli esser dovuto ad una causa simile a quella dell'altre malattie epidemiche, cioe' a dire a quella qualita' particolare dell'aria che noi non conoschiamo punto, e che probabilmente non conosceremo giammai, quantunque noi ne vegghiamo i differenti effetti nelle febbri, nel vaiolo, nella rosolia, nella peste ec.? Non potrebb'egli esser questo un miasma moderno come quello, che produce qualcheduna di queste malattie? Dalle osservazioni scoprir si possono le cause predisponenti, e le dissezioni possono farci vedere i differenti effetti; Ma la causa prossima puo' dimorare ancora incognita. Nelle pianure della Provincia di Stirling il popolo si nutrisce la maggior parte del tempo di farina di piselli, e beve acqua molto cattiva, ci regnano, molte tempeste, che s'alzano dalle terre, e dal mar vicino; Non ostante tra il gran numero di malati che ho veduti in questa provincia non ne ho neppur trovato un solo, che fosse veramente Scorbutico.
Io rispondo subito che dal silenzio degl'Antichi Istorici non si puo' concludere con veruna sorta di verosimiglianza che questa malattia sia nuova. Questi non hanno descritta veruna, o quasi niuna malattia di campo, non si puo' dir per questo che non abbiamo avuta la sua esistenza. L'imperfette descrizioni, che gl'antichi Medici hanno date dello Scorbuto, per non dire del loro silenzio, non provano niente di piu' (io ne diro' le ragioni nella terza parte, Cap. 1). Trovo, che la prima esatta descrizioue che abbiamo di questa malattia e' stata data nel 1260 (ved. part. 3. Cap. 1) non se ne vede verun altra fin dopo l'anno 1490. Noi non possiamo supporre non ostante che questa malattia non abbia avuta la sua esistenza durante questo lungo intervallo, o che quelli che si son trovati in situazioni simili a quelle delle quali noi parleremo, non abbiano punto contratto lo Scorbuto
Dalla maniera con la quale questa malattia comparisce in tutte le parti del Mondo si puo' dimostrare, che veruna qualita' particolare dell'aria non e' in istato di produrla senza il concorso d'un nutrimento grossolano, e viscoso, e l'astinenza dei freschi vegetabili. La flotta, che viaggiava sopra la Manica in un viaggio perse cento uomini, e ne sbarco' piu' di mille ridotti da questa malattia in uno stato miserabile. Non ostante fra un si' gran numero di malati, e di morti non ci fu veruno Ufiziale, neppure dei subalterni. In Ungheria, ove l'aria doveva avere la maggior disposizione a produrre lo Scoruto (Ved. Kramer); gl'Ufiziali, e i naturali del paese ne furono non solamente esenti, ma i Dragoni ancora, i quali avendo miglior paga, che glò'altri soldati, erano meglio nutriti, meglio vestiti, e meglio alloggiati, erano non ostante egualmente soggetti all'altre malattie del paese. I soli Boemi che si nutrivano d'alimenti i piu' grossolani, i piu' difficili a digerire, ne furono attaccati. Kramer ci fa intendere che in Ungheria questi si servivano dell'istesso nutrimento che nel loro paese. I vascelli che viaggiavano sopra la Manica, avevano l'istesse provisioni che furono inviate in differenti luoghi: Non ostante egl'e' certo, che il nutrimento fu una causa della malattia negl'uni, e gl'altri, poiche' una mutazione d'alimenti la guarisce prontamente, e che un differente nutrimento la previene. Bisogna dunque che nell'aria d'Ungheria ci fosse una differente qualita' da quella della Boemia, la quale rendeva nocivo in un paese un nutrimento innocente in un altro. La cattiva costituzione dell'aria in Ungheria era molto sensibile; La malattia regno' solamente nella primavera, e durante una stagione umida: ella fu molto piu' violenta in alcuni luoghi del paese che in altri, cioe' a dire in quelli ove il terreno era umido, e paludoso, come vien dimostrato dalla relazione che ne ha data Kramer. Si e' fatta questa osservazione non solo in Ungheria, ma ancora in tutte le altre parti dell'Universo, ed io ardisco affermare senza alcuna eccezione che lo Scorbuto e' una malattia incognita nei paesi secchi, (Scorbutus locis aridis ignotus est. Steeghius ).
Ronseo, il primo che abbia scritto espressamente sopra questa malattia, riconobbe, che l'umidita' era una delle cause, i fatti che ci riporta sembrano provarlo dimotsrativamente, e tutte l'osservazioni che si son fatte dopo lo confermano. Se si vuole escludere questa causa, e riferire lo Scorbuto a4d un occulto miasma dell'aria, come quello che produce delle febbri, e alcune altre epidemiche malattie, bisogna contraddire a tutte queste osservazioni, cioe' a dire, all'esperienza di dugento anni. In effetto vi sono forse poche malattie, le di cui cause siano piu' evidenti, piu' sensibili, e meglio provate.
Hagard in Germania, passava altre volte per una Citta', ove lo Scorbuto faceva una assai grande strage. S'asciugo' un lago considerabile situato all'intorno di questa Citta', e dopo quel tenapo questa malattia ci e' incognita. Questa regna sovente su la spiaggia del Reno, da Dourlach fino a Magonza, e particolarmente a Philisburgo, dopo l'inondazioni di questo fiume. Sinopeo osservo' a Cronstadt che lo Scorbuto, e la sua malignita' dependevano sempre dall'umidita' della stagione, e che un tempo secco e asciutto lo faceva sparire con molta prontezza.
Allorche' si hanno delle prove cosi' incontestabili degl'effetti dell'umidita', e dell'asciuttezza io non vedo veruna ragione d'aver ricorso a delle qualita' occulte dell'aria, a dei miasmi, o ad altre simili cause immaginarie, e incerte per produrre una malattia, che si contrae respirando l'aria umida, abitando un alloggiamento dell'istessa natura, e cibandosi nel medesimo tempo d'alimenti grossolani, e difficili a digerire. Queste circostanze producono lo Scorbuto in qualunque parte si sia della terra, e si puo' sempre prevenire efficacemente questa malattia abitando degli appartanaenti asciutti, tenendosi ben coperti d'abiti, e nutrendosi di convenevoli alimenti.
Sebbene io abbia chiamata una di queste cause predisponente, e l'altra occasionale, non ostante elle sono l'una, e l'altra, cioe' a dire il nutrimento, e l'umidita', le cause predisponenti, causae praegumenae, non sono in verita' che semicause, nessuna di loro in particolare non e' in stato di produrre la malattia, ma la loro riunione costituisce la causa prossima, cioe' a dire tutto cio' che e' necessario, e sufficiente per formare lo Scorbuto.
Per quel che appartiene agl'abitanti della provincia di Hisrting non hann'eglino delle cipolle, dei cavoli ec.? Una zuppa d'erbe due volte la settimana, come quella del piu' basso popolo in Scozia, con dei cavoli verdi, dell' orzo, e della vena averebbe preservato dallo Scorbuto la squadra di Milord Anson passando il Capo Horn. Bisogna fare attenzione che le cause devono non solo agire insieme, ed esser portate al maggior grado, ma che ancora devono sussistere durante un tempo considerabile senza intermissione sopra tutto il nutrimento. Oltre gl'effetti dipendenti dalla mutazione degli alimenti nella guarigione degli scorbutici ridotti ad un deplorabile stato, la piu' piccola variazione del nutrimento contribuisce potentemente a prevenire questa malattia. Tutto questo e' potentemente provato da quel che noi diremo nel Cap. 5 sopra la sanita' della quale godono presentemente quelli che sono nei nostri banchi alla Baja d'Hudson. Se vi sono dei miasmi scorbutici, l'aria di questo paese deve certamente esserne ripiena ancora oggi giorno, come vien dimostrato dallo stato in cui fu ridotto l'equipaggio d'Ellis (vedi Part.3) mentre che quelli, che erano in questi banchi godevano d'una perfetta, sanita'. Tutto questo e' confermato da un fatto che s'e' presentato molte volte. Allorche' la nostra flotta unita era a quella degl'Olandesi molti dei nostri marinari attaccati furono dallo Scorbuto; mentre che gl'Olandesi ne furono intieramente esenti. Questa differenza fu attribuita ad alcuni pranzi di cavoli acconci che quest'ultimi di tempo in tempo facevano.
Per questa medesima ragione, cioe' a dire, a causa d'una molto piccola differenza nel nutrimento, e a causa ancora del frequente uso dei bagni, che le Truppe degl'Antichi potevano essere state esenti dallo Scorbuto, allorche' erano aqquartierate nella Pannonia su i luoghi paludosi, o pieni di foreste delle Gallie, della Germania, e dei Paesi bassi: cio' che accadde alle Truppe Imperiali in Ungheria lo prova evidentemente. Da quel che ho detto, non pretendo d'escluder punto i cattivi effetti d'alcune altre cause sopra questa malattia: ma produrre una malattia, o accrescerla quando e' prodotta sono due cose molto differenti.
(48) Observationes circa Scorbutum.
(49) Vedi la relazione della Groelandia di Giovanni Edge, Missionario Danese, che ci dimoro' quindici anni.
(50) Ronseo de Magnis Hyppocratis lienibus &c. seu vulgo dicto Scorbuto.
(51) Muschembroek osserva che questi venti sono i piu' umidi che regnino in Olanda. Vid. Elem. Philosophiae naturalis.
(52) Vid. Brunneri Tract. de Scorbuto.
(53) Vedi la lettera del Dottor Granger, nella quale da la relazione dello Scorbuto che regno' in questo Forte nel 1752, Cap. 2.
(54) Vedi il Cap.2.
(55) Vedi i due casi riportati cap. 2 e cap. 5.
(56) Non si puo' dire che si fosse privi allora dell'influenze dell'aria della terra, perche' i vascelli sono strettamente riserrati nella spiaggia di Gibilterra.
(57) Tutto questo ci somministra un sorprendente esempio della forza delle passioni dell'animo sopra questa malattia, perche' credo non si possa niente attribuire la differenza della lista dei malati dopo il 30 Gennaio fino al 15 Eebbraio a cinque brodi, che gli furon dati. Le recidive non potrebbon eglino essere state cagionate dopo dall'infelice combattimento del di' undici Febbraio? Il vascello Dragone combatte in questo giorno.
(58) Non era niente cagionato dall'astinenza dei vegetabili durante un si' corto spazio di tempo. Quelli che avevano avuto l'equipaggio a Lisbona, sarebbero uno straordinario per loro.
(59) Un aria corrotta non poteva che molto poco contribuire a questa malattia durante un tempo si freddo.
(60) Il Sig. Yves, con ragione, attribuisce tutto questo alle arance e ai pomi.
(61) Gl'infermi che venivano dallo spedale di Gibilterra, durano a soffrire estremamente per qualche tempo.

 


CAPITOLO SECONDO
Dei diagnostici o segni dello Scorbuto.

Per osservare una maggiore esattezza nella descrizione d'una malattia accompagnata da tanti differenti sintomi, averei potuto assai convenevolmente disporre tutti questi sintomi sotto tre classi.
      La prima averebbe compresi i sintomi i piu' ordinari, e i piu' costanti, che riguardar si possono come essenziali alla natura della malattia.
      La seconda, quelli che sono piu' accidentali, e che non dipendono tanto dalla natura della malattia, che dalla costituzione epidemica dell'aria, dallo stato del corpo, o dal concorso d'altre cause.
      La terza averebbe contenuto alcuni sintomi straordinarj, che alcune volte, benche' di rado, son comparsi in questa malattia, e che solamente si presentano allorche' lo Scorbuto e' arrivato al maggior grado della sua malignita'. Questi dipendono allora dalla costituzione particolare del malato, dalla combinazione dello Scorbuto con qualche altra malattia, o da qualche altra accidentale circostanza.
      Ma ho preferito di descrivere i sintomi nell'ordine che si presentano, e secondo che sono particolari ai differenti periodi della malattia: questo metodo m'e' parso piu' chiaro. Io distinguero' quelli che sons costanti, e essenziali, da quelli che sono meno frequenti, o accidentali a misura che gli descrivero'.
      I segni che precedono lo Scorbuto sono i seguenti. Il viso ordinariamente perde il suo color naturale, divien pallido, e bolso. Quelli che sono in questo stato, non si curano di fare alcun moto o si vero, hanno un'avversione per ogni sorta d'esercizio. Se si esaminano da vicino le labbra, e le caruncole lacrimali ove i vasi sanguigni sono molto visibili, compariscono d'un colore verdastro; non ostante queste tali persone bevono, e mangiano di buono appetito; e pare che godino d'una perfetta sanita', non vi e' che il loro viso, e la loro inclinazione alla pigrizia, che presagischino lo Scorbuto.
      Sebbene il cangiamento del colore del viso non sempre preceda gl'altri sintomi, in seguito gl'accompagna per altro costantemente. La maggior parte delli scorbutici diventano subito d'un color pallido, o giallastro, questo colore in seguito diventa piu' oscuro, o livido (1). La repugnanza che avevano per qualunque moto, si muta subito in una universale stanchezza, con un torpore, ed una debolezza dei ginocchi allor che fanno qualche esercizio. Qulesta gran fatica gli cagiona una difficolta' di respirare. La stanchezza, e questa difficolta' di respirare dopo aver fatto qualche moto, sono due sintomi dei piu' costanti di questa malattia.
      Poco dopo sentono delle erosioni nelle gengive si tumefanno, e per ogni piccolo soffogamento sorte il sangue. Il fiato e' allora puzzolente, le gengive sono d'un rosso livido, molli, e spongiose, e diventano dopo estremamente putride, e fungose. Questi sono i segni patognomonici della malattia; Questi non solo sono soggetti all'emorragia delle gengive, ma ancora a delle emorragie da altre parti; Allora la loro pelle e' secca, come ancora durante tutto il corso della malattia (2). In alcuni malati e' estremamente ruvida, sopra tutto se v'e' congiunta la febbre, e in alcuni altri rappresenta l'aspetto d'una pelle di serpente; ma il piu' delle volte e' lucida, e molle al tatto. Se si esamina si trova coperta da molte macchie rossiccie, blu, o piuttosto nere, e livide. Queste macchie non sono elevate sopra la superficie della pelle, e rassembrano ad uno stravasamento sotto l'epidermide, come nelle contusioni (3). Queste sono di differenti grandezze, dalla grandezza d'una lente ve ne sono fino alla larghezza della mano, e ancora da vantaggio. Nel principio della malattia quest'ultime sono piu' rare, per l'ordinario allora son piccole, e d'una figura irregolarmente rotonda. Si osservano principalmente sopra le gambe, e sopra le cosce, sovence sopra le braccia, sul petto, e per tutto il tronco; piu' di rado nel viso, e nella testa.
      Molti hanno le gambe gonfie. Questa gonfiezza si manifesta subito verso la sera sopra i malleoli; la mattina dopo non vi resta alcun vestigio. Dopo aver dimorato in questo stato per un breve spazio di tempo, s'avanza a poco a poco, tutta la gamba diventa edematosa, con questa sola differenza, che in alcuni malati il tumore non cosi' facilmente cede alla pressione del dito, e conserva piu' lungo tempo l'impressione, che nel vero edema.
      Tali sono i sintomi essenziali, e i piu' costanti di questa malattia nel suo primo periodo. L'ordine con il quale compariscono alcune volte varia, come allorche' una persona e' stata molto indebolita da una febbre, o da qualche altra lunga malattia, le gengive sono quasi sempre attaccate le prime, e la stanchezza accompagna costantemente il primo periodo della malattia, in luogo, che allor quando s'e' stati obbligati di non far punto esercizio a motivo d'una frattura, d'una contusione o d'una ferita, in queste parti appunto indebolite da questi accidenti, compariscono i primi sintomi dello Scorbuto (4); come dopo una storta di piede la gamba diventa gonfia, dolorosa, edematosa, quasi subito si cuopre di macchie livide, e somministra i primi segni della malattia. L'ulcere antiche nelle gambe sono molto frequenti fra i marinari; in questo caso ancora le gambe son quasi sempre le prime ad essere attaccate. Questi ulceri prendono l'apparenza scorbutica sebbene dall'altra parte, quelli che ne sono attaccati dimostrino godere una perfetta sanita', e che il loro viso conservi il suo natural colore.
      I segni caratteristici delle ulcere scorbutiche sono i seguenti. In vece d'una marcia ben concotta, non somministrano che una materia purulenta, tenue, fetida, mescolata con del sangue. Questa materia in seguito rassembra perfettamente ad un sangue corrotto, coagulato, e attaccato alla superficie dell'ulcere, di maniera tale che non si puo' separare, che con molta difficolta'. Le carni che sono sotto questa specie di crosta sono molli, spongiose, e molto putride. I detersivi, o gl'escarotici non sono qui d'alcuna utilita'; perche' quantunque si separino con molta pena le croste, alla nuova medicatura se ne trova altrettante, e l'istessa apparenza putrida, e sanguigna si presenta sempre. Gl'orli di queste ulcere sono ordinariamente d'un color livido, e gonfi a motivo della carne bavosa che alza dal disotto della pelle. Allorche' si fa una troppo forte compressione per impedire l'aumento della carne fungosa, l'ulcera e' soggetta a prendere una cancrenosa disposizione; la parte divien sempre edematosa, dolorosa, e quasi intieramente si cuopre di macchie. A misura che la malattia s'alza dal fondo di queste ulcere un fungo molle e sanguinoso, che i marinari Inglesi chiamano Bullocks-liver (fegato di bove giovane); in effetto vi e' una gran somiglianza con del fegato di bove cotto. Spesso questo fungo nello spazio d'una notte diventa d'una mostruosa grossezza. Si puo' distrugere quanto si vuole per mezzo d'un cauterio attuale, o potenziale, o torlo via col bistorino nella medicatura seguente si trova grande come prima. Quando si porta via col bistorino ordinariamente sopraggiunge una copiosa emorragia; queste ulceire dimorano in questo stato per un tempo considerabile senza attaccar l'osso.
      Le piaghe, e le contusioni le piu' leggiere degli scorbutici, degenerano in queste sorte d'ulcere. La loro apparenza, in qualunque parte si sia del corpo, e' cosi' uniforme, e singolare, e mediante il loro stato putrido, sanguigno, e fungoso sono cosi' facili a distinguersi da tutte l'altre, che qui non possiamo far dimeno d'osservare, che molto male a proposito vengon riportate a questo genere la maggior parte delle ulcere inveterate, e ostinate delle gambe. Ordinariamente le cose mercuriali sono i migliori rimedj per guarire quest'ultime; che nelle vere ulcere scorbutiche sono i rimedj piu' nocivi, e i piu' pericolosi che amministrar si possino.
      Ma ritorniamo alla descrizione della malattia. Bisogna osservare primieramente, che qualunque malattia che si sia avuta precedentemente (sopra tutto i dolori reumatici, o quelli che restano dopo una contusione, un colpo, una ferita ec.) o dalla quale si sia attualmente attaccati, allorche' s'e' attaccati dallo Scorbuto, l'antiche malattie si rinnovano, e la malattia presente, qualunque sia, si rende molto piu' cattiva. Gli scorbutici di rado sono esenti dai dolori nel progresso della malattia. Questi dolori veramente non attaccano mai l'istesse parti in tutti i malati, e questi medesimi spesso mutan luogo nell'istessa persona. Alcuni il lamentano d'un dolore generale in tutti gl'ossi; questo dolore e' molto violento nell'estremita', ai lombi, e sopra tutto alle congiunture, ed alle gambe, allorche' queste parti son gonfie. Il petto e' la sede la piu' ordinaria dei dolori scorbuttci: La costrizione, e l'oppressione di questa parte unita a dei dolori del petto, che si fanno sentire allorche' si tosse, sono ordinarj in questa malattia. I dolori Scorbutici in generale sono molto soggetti a mutar posto, ed ogni specie di moto sempre gl'aumenta. Il moto accresce principalmente il dolore del dorso, e lo rende molto fastidioso.
      Secondariamente e' necessario d'osservare, che le costituzioni scorbutiche sono molto soggette ad essere attaccate da tutte le malattie epidemiche che regnano nell'istesso tempo che lo Scorbuto, e ancora dalle sporadiche predominanti. Questo accade alcune volte quando queste malattie compariscono d'una natura assai opposta a quella dello Scorbuto: questo caso e' felice per l'ammalato; ma se le malattie, che prevalgono sono d'una natura putrida, come il vajolo, la rosolia, la febbre disenterica ec. andando di concerto allora con l'acrimonia scorbutica producono i sintomi i piu' cattivi, e i piu' funesti.
      Osservai una differenza considerabile nel carattere dello Scorbuto nei due viaggi del 1746 e 1747. Nell'ultimo regnarono delle pleuritidi, e delle peripneumonie cagionate dal freddo; allora lo Scorbuto attaccava principalmente il petto. Cagionava una costrizione, ed una oppressione in questa parte, una tosse fastidiosa che faceva espettorare con molta pena una flemma molto viscosa. Questa tosse non era continova, ma affaticava estremamente l'infermo, e tutti gli scorbutici se ne lamentavano; Molti allora furono attaccati da febbri. La salivazione non comparve giammai, e le diarree furono d'una natura benigna. Nel 1746 regnarono delle malattie d'una specie differente, cagionate dalla mal sana qualita' del nuovo legname del vascello, vi furono molte diarree, e lo Scorbuto allora fu d'una natura piu' maligna; i suoi sintomi piu' cattivi, erano le salivazioni, e sopra tutto delle disenterie. Uno nominato Nichols mori' di disenteria, e si sbarcarono a Plimouth otto, o dieci persone estremamente indebolite da quest'ultimo sintoma; in quest'anno non ho trovata febbre ad alcuno degli scorbutici, il loro petto era leggiermenre attacato. Un certo Giovanni Hearn fu attaccato dallo Scorbuto nell'uno, e l'altro viaggio. L'Istoria della sua malattia, nel mio giornale comincia all'articolo del 24 Giugno 1746 in questi termini. "E' attaccato da qualche tempo dallo Scorbuto. La malattia si e' subito manifestata dalla gonfiezza delle gengive, dalla gonfiezza dolorosa, e edematosa delle gambe, da una debolezza ec.; due volte il giorno per uno spazio di tempo considerabile ha preso l'elisir di vetriolo; ma la malattia s'aumenta continovamente; Ha una salivazione continova accompagnata da vivi dolori e da tenesmo. La quantita' di saliva che rende e' due pinte in circa in ventiquattro ore. La salivazione fu subito fermata, ma fu seguita da una violenta disenteria che continovo' fino al suo sbarco." All' articolo del 15 Maggio 1747 trovo ancora. "Giovanni Hearn si lamenta d'una stanchezza, e d'uno stramortimento delle membra, con un dolore nel dorso. Esaminandolo abbiamo trovate le sue gambe coperte di macchie rosse, nere, e livide; le sue gengive gonfie, sopra tutto si lamenta d'una tosse estremamente faticosa. Questo fu il sintoma che piu' lo tormento' in tutto il viaggio.
      In effetto credo che il petto sia sempre piu', o meno attaccato nel progresso di questa malattia almeno se il ventre non sia molto libero, il dolore muta situazione; e spesso attacca la parte opposta. Questo si fa subito sentire quando si tosse, ma quando la malattia e' piu' avanzata, il dolore ordinariamente si fissa in un luogo particolare, e il piu' delle volte in una delle parti del petto; diventa allora estremamente vivo, di maniera tale che impedisce il respiro. Questo sintoma e' pericoloso (5).
      Gli scorbutici non si lamentano quals mai di dolor di capo; o almeno di rado, se pure non abbiano congiunta la febbre, e per quel che sia della febbre e' dubbioso se ve ne sia alcuno, che sia veramente scorbutico; lo Scorbuto e' intieramente d'una natura cronica, e con ragione le febbri metter si possono nel rango de suoi sintomi accidentali. Ho sentito dire ad un assai abile Chirurgo che da alcune centinaja di scorbutici che aveva avuto occasione di vedere, la di cui malattia era arrivata al maggior grado n'aveva trovati molti pochi, che avessero la febbre, e che per quanto si ricordava questa febbre era sempre stata funesta. Io son persuaso che ogni specie di febbre sia mortale nell'ultimo periodo della malattia; e' vero, che questa ci si riscontra di rado (6).
      Ho di gia' osservato che nel 1746 i nostri scorbutici non avevano avuta febbre, e che nel 1747 molti n'erano stati attaccati nel cominciamento della loro malattia. I sintomi di questa febbre non furono ne' cosi' violenti, ne' cosi' infiammatori negli scorbutici, come negl'altri malati; la febbre prese la forma intermittente in due, o tre persone, e fu allora totalmente benigna, e senza pericolo. Tale fu il caso d'uno chiamato Danielle Harlishee' che aveva un ulcere ostinata sopra la parte anteriore della gamba. Verso il principio del Maggio 1747 la sua gamba divenne dolorosa, edematosa, e la sua ulcere prese l'apparenza d'un ulcere scorbutica. Il di' 12 di questo mese fu attaccato da una febbre assai forte, che cesso' il giorno dopo, e per lo spazio di cinque settimane ritorno' regolarmente ogni terzo giorno, fin a tanto che fu arrivato a Plimouth. Le sue gengive erano putride; si sentiva un dolore nel petto, aveva della tosse, e tutti gl'altri sintomi ordinarj in questa stagione. Ma la piu' terribile di tutte le specie delle febbri, che unir si possono allo Scorbuto e forse piu' che la peste medesima, si e' la febbre petecchiale, o malattia dei carcerati. Questa febbre alcune volte e' stata contratta nei vascelli troppo ripieni di malati, sia per contagio, sia perche' erano stati tenuti degli scorbutici per lungo tempo riserrati in un'aria putrida (7).
      S'osservano ancora alcune piccole differenze in questa malattia secondo la costituzione dei malati, alcuni vanno del corpo molto regolarmente, durante tutto il corso della malattia, altri al contrario son soggetti a delle costipazioni: ma in generale gli scorbntici di tempo in tempo hanno delle diarree, rendono delle materie molto fetide. Ho osservato che l'orina (8) varia estremamente secondo le differenti circostanze, ancora nell'istesso infermo. Generalmente parlando e' molto colorita, e si corrompe molto presto. Varia ancora il polso secondo la costituzione dei malato, e il grado della malattia per ordinario e' piu' lento, e piu' debole, che nello stato di sanita' (9). Le vere macchie scorbutiche esistono sempre come abbiamo detto piane, e mai s'alzano sopra la superficie della pelle. Non ostante alcune volte ho osservato, che quando le gambe erano estremamente gonfie, si coprivano di croste secche, simili a delle squamme. Altre volte, ma di rado si fanno sopra la pelle delle piccole eruzioni miliari secche.
      Nel secondo periodo della malattia, i tendini dei muscoli flessori della gamba si ritirano, il ginocchio diviene gonfio, e doloroso, e il, malato perde l'uso di queste parti. In questo periodo questi sintomi si presentano molto comunemente. Non ostante egl'e' vero, che molto presto s'osserva una rigidezza in questi tendini, ed una debolezza dei ginocchi, che generalmente si terminano dal ritiramento della gamba, e dalla gonfiezza dell'articolazione. I malati sottoposti sono a delle frequenti languidezze, e allorche' sono stati gran tempo senza fare veruno esercizio, ad ogni piccolo moto hanno una disposizione a cadere in sincope: Questi sono i sintomi i piu' particolari, i piu' costanti, e essenziali a questo periodo di malattia.
      La gonfiezza delle gambe alcune volte e' mostruosa, e queste parti coperte sono d'una, o molte macchie livide, e simili a dell'Ecchimosi. Altre volte s'osservano dei tumori duri, e estremamente dolorosi in molti luoghi della gamba. Ho veduti dei casi ove la pinguedine della gamba era intieramente indurita senza alcuna gonfiezza (10).
      I malati corrono rischio di morire improvisamente allorche' si rimuovono, o che s'espongono a molt'aria. Quest'e' quel che accadde ad uno dei nostri scorbutici nello schifo che andava a sbarcarlo allo Spedale di Plimouth. Bisogna osservare, che c'era stato trasportato senza essere ajutato da alcuna persona, mentre che molt'altri erano stati obbligati a farcisi portare sopra i loro letti. Il suo viso era d'un color plumbeo (11), e risentiva dei dolori nel petto. Il respiro fu assai imbarazzato, e sospeso lo spazio d'un mezzo minuto, poi spiro' sul campo (12).
      Gli scorbutici son soggetti durante tutto il tempo della malattia, ma sopra tutto in questo periodo a delle copiose emorragie da differenti parti; per esempio dal naso, dalle gengive, dagl'intestini, dai polmoni ec. Ordinariamente le loro ulceri gettano molto sangue. Molti allora attaccati sono da violente disenterie, accompagnare da un vivo dolore, che gli riducono ad una estrema debolezza; Io n'ho veduti altri, che evacuavano per eccesso una gran quantita' di sangue puro senza diarrea, e senza dolori di corpo.
      Ordinariamente le gengive sono estremamente fungose, putride, dolorose, e gettano un fetore insopportabile; alcune volte sono profondamente esulcerate, e compariscono cancrenate. Ma, eccettuati i casi di salivazione, non ho giammai osservato che la parte superiore della bocca e il fondo della gola fossero fortemente attaccati, e credo che le labbra non lo siano giammai, o almeno di rado. Generalmente i denti vacillano molto forte e cadono spesso; rare volte si caria la mandibola. Bisogna osservare in questa occasione, che la carie scorbutica non segue che nel caso in cui la lamina esterna d'un osso sia stata distrutta, di maniera che l'umore corrosivo che stagnante resta in qualche cavita' puo' insinuarsi nella sostanza cellulare, allora quest'umore corrode prontamente l'osso, e lo fa cariare. In altra occasione poi s'osservano per lungo tempo delle ulcere sopra la spina della tibia, e in altre parti, senza che l'osso ne resti attaccato. Bisogna eccettuarne un altro caso che accade di rado; quest'e' quando lo Scorbuto e' arrivato al suo maggior grado di malignita', e attacca cosi' profondamente le parti solide, che corrompe la sostanza cellulare. Questa corruzione e' ordinariamente accompagnata da un dolore crudele; Le lamine dell'osso s'allontanano sempre l'une dall'altre e formano un esostosi (13), sopraggiunge spesso una spina ventosa (14) della specie la piu' cattiva, che produce delle ulcere assai dolorose, le quali fanno dei molto rapidi progressi. La maggior parte degl'infermi hanno buon'appetito e godono d'un libero esercizio dei lro sensi, quantunque molto abbattuti, e sovente scoraggiti. Ve ne sono molti che non risentono verun male, allorche' sono in riposo nei loro letti se pure non abbiano la disenteria, ovvero una incomoda salivazione. Io son portato a credere che quest'ultima di rado si presenterebbe, se cagionata non fosse dai rimedj, che sovente inconsideratamente si danno per guarire l'ulcere o altri scorbutici sintomi (15). Questi rimedj in questo caso dati in dose molto piccola producono una salivazione copiosa, e pericolosa, accompagnata quasi sempre dalla disenteria. Questi due sintomi si succedono alternativamente. La salivazione ordinariamente in uno, o due giorni cessa, il malato e' allora tormentato dai dolori, rende per secesso delle mosse sanguinolente; a suo tempo svanisce la disenteria, e ricomincia la salivazione.
      Vi sono poche malattie che si presentino sotto un aspetto piu' terribile, e piu' vario, che lo Scorbuto nel suo ultimo periodo. Allora ordinariamente succede che s'osservano i sintomi i piu' irregolari, ed i piu' straordinarj. Non e' niente raro di vedersi aprire le cicatrici dell'antiche ulcere; creparsi la pelle delle gambe, sopra tutto nei luoghi, ove vi erano comparsi dei tumori molli, dolorosi, e lividi; queste crepature degenerano in ulceri fungose, e sanguigne, come qui di sopra l'abbiamo descritte. Alcune volte, ma molto di rado, s'osservano in questo periodo delle febbri putride colliquative quasi sempre accompagnate da petechie, da sudori fetidi, e altri sintomi dell'istessa natura, o piu' tosto i malati soccombono a delle copiose evacuazioni d'un sangue corrotto, sia per orina, e per secesso, ovvero dai pulmoni, dal naso, dallo stomaco, dalle vene moroidali, e da altre parti (16). Accade piu' volte, che i visceri dell'addome sono ostrutti, e corrotti, cio' che produce l'itterizia, l'idropisia, l'affezione ipocondriaca, o la malinconia la piu' manifesta, ed un intiero abbattimento di spirito, e di coraggio, con dei crudeli irrigidimenti di nervi. Questa degenerazione dei visceri cagiona ancora delle coliche violente, una costipazione ostinata ec.
      Verso la fine della malattia gl'infermi per ordinario risentono una costrizione, ed una violenta oppressione nel petto, respirano con molta difficolta', alcune volte si lamentano d'un dolore sotto lo sterno; ma il piu' delle volte in una delle costole. Vi sono dei casi, nei quali senza alcun dolore il respiro divien corto, e faticoso, e subito il malato se ne muore.
      Potrei aggiunger qui molti altri sintomi, che alcune volte si sono osservati in questa malattia, sopra tutto verfo la fine del suo ultimo periodo, nei casi ove questa era arrivata al suo maggior grado di malignita': ma quelli che abbiamo descritti devono bastare. I sintomi i piu' straordinarj in veruna maniera ci sorprenderanno, allorche' noi avremo considerato (17) a quale stato e' ridotto il corpo in questo periodo, ed a qual grado d putrefazione sono arrivati, il sangue, gl'altri umori, e i visceri.
      Ho sentito dire ad alcuni politici, che in Inghilterra, tra le persone che abitano nel mezzo delle terre questa malattia non ci si osservava punto. Prego questi medici di leggere attentamente un eccellente capitolo (*) del saggio sopra le febbri del Dottor Huxham, ove tratta della dissoluzione, e della putrefazione del sangue; ci apprenderanno cio' che sia la vera costituzione scorbutica; qual sia il numero o la varieta' dei sintomi che presentar si possono in questa malattia, a ragione della differenza delle costituzioni, o sopra tutto sul mare, per rapporto all'azione piu' potente delle cause che si trovano sopra questo elemento; Non ostante, la putrefazione delle gengive, le macchie blu, e nericcie sopra del corpo, sono sempre i segni patognomonici.
      Siccome il Sig. Huxham ha pubblicati molti casi curiosi di persone attaccate dal vero Scorbuto in Inghilterra, finiro' questo capitolo con una osservazione un poco straordinaria, ci aggiungero' una lettera del Dottor. Grainger, nella quale da' l'Istoria dello Scorbuto, che ha veduto in Scozia, e acuni altri casi scorbutici osservari nell'istesso paese.
      Giovanni A ... Luogotenente di marina in eta' di quarant'anni, aveva sempre goduto d'una perfetta sanita', malgrado i viaggj frequenti che fatti aveva sopra del mare. Gia' mai, o almeno di rado s'era cibato di provisioni salate, aveva una naturale aversione per queste, specie d'alimenti, e le tavole degl'Ufiziali ordinariamente sono ben servite. Poco tempo dopo il suo ritorno da alcuni viaggj sul mare Britannico, ove non aveva mangiato veruno alimento salato, s'accorse con molta maraviglia d'un tumore considerabile, indolente, e di color blu sopra la parte anteriore, e media d'una delle sue gambe. Il giorno seguente questo tumore aveva acquistato un volume eguale a quello d'una grossa noce. Due, o tre giorni dopo si crepo' la pelle e gli si formo' una vera ulcere scorbutica col fungo del colore del fegato. Comparvero dopo gl'altri sintomi, come la mutazione del colore, la costrizione del petto, la putrefazione delle gengive, e quel che faceva temer molto della sua vita, un ostinata costipazione con dei dolori insopportabili. Se n'ando' alla campagna, prese i rimedi convenienti e, alla fine di sei settimane, o di due mesi ricupero' la sanita'. Ho avuta questa osservazione dal Sig. Yves.

Lettera del Sig. Grainger (18) Dottore di Medicina, e Chirurgo del Reggimento Pultney.
      Dalle mie osservazioni ho estratta la breve descrizione: che v'invio dello Scorbuto che regno' nel 1752 tra le sei compagnie del nostro reggimento, che erano in guarnigione al Forte Guglielmo.
      Ebbi occasione allora di vedere da cento scorbutici e naturalmente confesso, che fu la ove cominciai a conoscere lo Scorbuto. Il mio predecessore non m'aveva niente informato che questa malattia fosse ordinaria in questa guarnigione; Avevo letti sopra questa materia molti Autori, ma non la conoscevo che molto imperfettamente. Il primo infermo, che curai, penso fosse la vittima dei rimedj poco convenienti che gli prescrissi. I dolori, dei quali quest'infermo si lamentava mi parvero reumatici, diedi con altrettanta facilita' in questo errore essendo allora frequente il reumatismo; gli feci cavar sangue, e lo trattai secondo l'idea, che avevo della sua malattia: i suoi dolori divennero piu' violenti, cosa che non e' niente sorprendente, l'accusai per allora d'aver trascurato il suo male; ma ben tosto mi diede dell'evidenti prove della realta' della sua malattia. Le sue cosce coperte di macchie livide, la putrefazione delle sue gengive, il sangue che queste versavano, il fetore del suo fiato, mi convinsero ben tosto che non avevo conosciuta la sua malattia, e che per conseguenza l'avevo mal trattata. At aliquis malo fuit usus in illo Ma questo fu un male per un bene: lo Scorbuto comincio' allora a regnare, ed io profittai del mio primo errore.
      Si manifestava subito mediante una stanchezza, ed una difficolta' di respirare dopo il minimo moto un poco pronto, un certo gusto spiacente nella bocca, ben tosto dopo le gengive diventavano spongiose, dolorose, e putride, per poco che si toccassero, gettavano del sangue, il fiato gettava un fetido odore. Gl'infermi risentivan sempre dei dolori nelle cosce, sovente nelle gambe, alcune volte nei lombi, di rado nelle braccia. Queste parti alcune volte eran coperte di macchie purpuree che diventano nere, e s'allargavano a misura che la malattia s'aumentava. La parte anteriore delle gambe, e delle cosce era principalmente attaccata. Ho veduti dei casi nei quali le gambe erano intierarncnte livide, e le cosce coperte di macchie estremamente ingrandite. La gonfiezza di queste parti non era molto considerabile, non ostante erano piu' dure dell'ordinario, e cosi' dolorose, che per poco che si toccasse gl'ammalati gridavano altamente.
      Se prontamente non si rimediava a questi sintomi il contagio faceva dei progressi, il viso diventava estremainente pallido, i denti vacillavano nei suoi alveoli, il palato e la gola s'esulceravano, s'aumentava la difficolta' di respirare, il malato s'indeboliva, dormiva poco, le cicatrici dell' antiche ulcere si riaprivano, allorche' si rimoveva dal suo letto gettava dei gridi, e cadeva alcune volte in sincope quando faceva qualche moto. Cio' che mi sorprese maggiormente si e' che ancora in questo stato deplorabile l'appetito non era molto diminuito, e che non si poteva neppur dire che i malati avessero febbre, quantunque fossero alterati; generalmente soffrivano delle costipazioni, la loro orina non era niente copiosa, ma sempre molto fetida, e carica, sopra tutto nei casi dei dolori ai lombi. La maggior parte sputavano continovamente, ed una picecola dose di Mercurio cagionava una molto pericolosa salivazione.
      Un soldato attaccato dalla lue gallica prese una sera una frizione, nella quale non vi era che una dramma di Mercurio; il giorno dopo lo trovai con una vera salivazione mercuriale, che fino al decimo giorno ando' sempre aumentandosi, l'interno allora della sua bocca, le sue labbra, e le sue guance diventarono d'una mostruosa grossezza, la sua bocca gettava un odore insopportabile; ciascun giorno sputava una quantita' di sangue fetido con dei pezzi di gengive, perse ancora quasi tutti i denti, ed una cosa molto notabile si e', che il loro volume era considerabilmente accresciuto. La sua orina, era estremamente fetida, carica, e quasi nera; cadeva frequentemente in debolezze, in una parola fu ridotto in uno stato il piu' deplorabile, e non se ne libero' che con molta difficolta': tre mesi dopo fu in istato di fare il suo dovere.
      Lo Scorbuto comincio' a comparire nel mese di Marzo, regno' con violenza in Aprile, diminui' nel mese di Maggio, e spari' avanti la meta' di Giugno. Al Forte Guglielmo ebbamo novanta scorbutici, le quattro compagnie che erano in Guarnigione al Forte Augusto non n'ebbero che due, e un distaccamento comandato da un Capitano non n'ebbe che uno alle baracche' di Bernera. Questi tre in verita' furono estremamente attaccati; tutti gli Ufiziali ne furono esenti.
      Io attribui' questa malattia alle seguenti cause: I. al tempo continovamente umido e piovofo. II. Alle provisioni alate, al butirro salato, al formaggio, e alla farina di vena, della quale i soldati si nutrivano dal mese di Dicembre fino alla fine di Maggio. III. Alla mancanza, o almeno alla piccola quantita' di latte, e di vegetabili, come alla cattiva qualita' del medesimo latte. IV. All'acqua che non era niente buona. V. Alla fatica. Le cause 1, 3, 4, 5 furono minori al Forte Augusto, e alla Bernera, che al Forte Guglielmo; Quest'e' la ragione per cui gli scorbutici non ci furono nell'istessa proporzione (19).
      In molte parti della Scozia questa malattia si chiama Blac-Leg (Gamba nera): spesso questa e' stata molto epidemica, ed ha cagionate delle grandi stragi tra quelli che travagliavano alle mine a Strontian nella Provincia d'Argyle. Non e' gran tempo, che fece perire una gran parte di questi minatori. Era questa accompagnata da un sintoma singolare; gl'ipocondrj, e il basso ventre verso la fine della malattia coprivansi di gran macchie scorbutiche. Dodoneo, che ha scritto molto bene sopra lo Scorbuto aveva osservato che questo sintoma era mortale (20). Conosco una famiglia, la di cui casa e' situata alla campagna, in un luogo freddo, e esposto al mare; tutti quelli che la compongono hanno avute le gengive putride, e spongiose, le gambe gonfie, dell'ulcere, e altri scorbutici sintomi.
      Ultimamente un Gentiluomo, che era ritenuto nelle prigioni d'Edimburgo, si lamentava d'una gonfiezza di gambe; fu esaminato, e si trovarono queste parti coperte di macchie nere e blu; subito dopo le sue gengive diventarono estremamente putride, e fungose; essendo stata negletta la sua malattia, l'osso della mandibola si cario'; fui allora incaricato d'aver cura della sua guarigione.
      Un Chirurgo del vascello che fa la sua residenza a Fife passando a Backhaven fu pregato di visitare due poveri malati; Gli trovo' in un tristo stato; le loro gengive erano estremamente putride, il loro corpo coperto di macchie; la gonfiezza dell'articolazione dei ginocchi, privati gl'aveva dell'uso di queste parti. Uno di questi malati aveva i tendini dei muscoli flessori della gamba, ritirati, e intieramente induriti. Il Chirurgo gli fece conoscere la natura della loro malattia, e per mezzo dei rimedj convenienti che loro prescrisse, ricuperarono ben tosto la sanita'.(21)

NOTE AL CAPITOLO SECONDO
(1) Il Sig. Murray osserva che ordinariamente hanno un aria trista, e timida, che manifesta lo stato dell'animo loro; di maniera tale che si puo' riguardar con ragione l'abbattimento dello spirito come una causa, e nel medesimo tempo come un sintoma del prossimo Scorbuto.
(2) Eccettuato nell'ultimo periodo, ove spesso s'osserva sopra la pelle un'umidita' fredda, e viscosa, sopra tutto se il matao e' soggetto a cadere in svenimento. Quest'e' il Sig. Murray che parla.
(3) Le macchie sono subito gialle verso l'estremita' prendono dopo a gradi un colore piu' fosco, diventano finalmente d'un color purpureo fosco,e alcune volte intieramente nere. Il sig. Murray.
(4) Tale fu il caso di Gio. Thomas del'equipaggio del vascello Dragone. Il di' 18 Agosto 1742 ebbe una fucilata, che gli fracasso' l'omero. Ne furono cavate otto, o dieci squamme molto considerabili; il capo dell'osso era rotto intieramente. Si formo' il callo, gl'ossi si riunirono, e la piaga quasi intieramente cicatrizzata verso la fine di Novembre. Poco ne mancava che avesse riprese le forze e la sua prima buona cera, allorche' nel mese di Dicembre comparve lo Scorbuto. Fin allora gl'erano state date delle provisioni fresche, ma siccome godeva d'un assai buona sanita' si privo' di queste per darle a quei che n'avevano maggior bisogno. Appena fu privato del suo ordinario nutrimento che fu attaccato da un terribile Scorbuto, il primo sintoma che comparve fu il rinnovamento della ferita, e mori' allo Spedale di Porto Maone. Questa osservazione e' del sig. Yves.
(5) Osservazione del Sig. Murray. Questo dolore corrisponde appresso a poco alla decrizione della pleuritide spuria, ed essendo simile a questa alcune volte vien sollevata dai vescicanti. L'applicazione dei vescicanti per altro dello Scorbuto non e' senza pericolo: Si risica di far cancrenare la parte sopra della quale si applicano. Ho ancora spesso osservato un dolore del petto nelle diarree scorbutiche. Questo dolore e' sempre stato mortale; risedeva allora nella parte manca del petto.
(6) Osservazione del Sig Yves. Io non mi ricordo, e neppure trovo nei miei giornali, che persona sia stata attaccata dalla febbre nell'ultimo periodo dello Scorbuto. Convengo con voi che questa malattia e' puramente cronica. L'ulcere dei polmoni e' una conseguenza ordinaria dello Scorbuto; e allorche' il malato aveva sofferta una tosse e un dolor violento del petto, e' certo che mi sono accorto d'una frequenza nel polso, e d'un accrescimento di calore nella pelle. Nientedimeno io riguardo queste circostanze come intieramente sintomatiche, e penso che questo non si puo' chiamare Scorbuto con febbre, perche' quando alcuni vasi del polmone si sono rotti, si vede cessare l'emozione del polso, e il calore.
(7)Veramente non ne ho mai veduto un esempio. Ma il Sig. Murray ha avuta occasione d'osservare la complicazione di queste due malattie allorche' era Chirurgo del vascello Reale Kanterbury. Quest'e' la descrizione che tengo del medefimo.
Lo Scorbuto era epidemico e regnava con molta violenza sopra il vascello nel tempo che comparivano alcune febbri perecchiali. Molte persone furono attaccate da una febbre leggiera: il terzo, o quarto giorno della malattia, comparve una eruzione miliare, erisipelatosa, o erpetica, che fece diminnuir la febbre. Questa eruzione particolarmente si dichiarava sopra l'estremita' inferiori, prendeva a poco a poco un color livido, diventava dopo nera, e cancrenosa, era accompagnata, o piu' tosto produceva delle ulcere purulenti, e sordide, delle spine ventose, e delle carie molto ostinate, e pericolose che s'estendevano sempre verso la parte superiore della parte affetta, e mai verso la parte inferiore, o almeno di rado. In questo caso le gengive erano flosce, poco gonfie, e spesso gettavano del sangue; gl'ossi delle mascelle prontamente si cariavano, e i denti facilmente si staccavano dai loro alveoli. Il malato era sempre alterato, aveva la pelle secca, e bruciante, il polso piccolo, e frequente, gl'occhi alcune volte fissi, ma piu' spesso spaventati e che muovevansi con vivacita'; lo sguardo feroce, inquieto, alcune volte delirava; la lingua era umida, e tremante. Questa terribile malattia portava via l'infermo in breve spazio di tempo, se prontamente non ci si portava rimedio, o piu' tosto se la natura non aveva forza sufficiente per cacciare verso qualche estremita' la malattia morbifica. Questa metastasi ordinariamente si faceva nell'estremita' inferiori, come abbiamo detto, un poco al disotto del ginocchio. Si formavano in questa parte delle ulceri corrosive, e cancerose, che facevano delle pronte stragi. Quest'ulcere cagionavano i dolori i piu' acuti, e prontamente ammazzavano l' infermo.
(8) Osservazione del sig. Murray. L'orina di quasi tutti gli scorbutici lasciata per qualche tempo in riposo, si cuopre d'una schiuma oleosa, e salina.
(9) Osservazione del sig. Murray. Nei casi ove vi e' la febbre, il polso e' ordinariamente piccolo, ma duro, e frequente. Voi dite che Eugaleno, e gl'altri autori, che l'hanno seguito, assicurano, che il polso s'alza, e divien piu' forte nel tempo degli svenimenti scorbutici; se cio' fosse seguito l'averei osservato. In simili casi, il polso e' piu' tosto oscuro, e piccolo, alcune volte durante alcune pulsazioni s'alza tutt'in un tratto, ma s'abbassa subito, ed e' sempre intermittente. Le sincope erano meno frequenti nella febbre, della quale abbiamo parlato (Osserv. n.1) se pure questa non fosse accompagnata da una diarrea; il polso era veloce, e ferrato, e alcune volte faceva il medesimo effetto sotto il dito che un vaso flessibile in cui si facesse scorrere del Mercurio a balzi.
(10) Osservazione del Sig. Yves. E le cosce ancora.
(11) Osservazione del Sig. Murray. Ho veduto nel periodo delle macchie livide sopra la faccia.
(12) Osservazione del Sig. Yves. Ho veduti molti esempj simili, allor quando per imprudenza gl'ammalati venivano esposti all'aria aperta, qui vi e' bisogno dell'ultima circospezione.
(13) Nel 1747 e 1748 ho avuta occasione di vedere a Monpellier un esempio singolare d'un esostosi scorbutico. Un mulattiere dei viveri d'Italia tocco' un calcio da un mulo nel mento. Questa parte comincio' allora a tumefarsi, e in tre, o quattro mesi arrivo' ad una grossezza mostruosa, alla fine di questo tempo venne allo Spedale di Monpellier. Le sue gambe, e il suo petto eran coperte di macchie brune, e livide. La mascella inferiore aveva acquistato un volume quasi eguale a quello della testa, le gengive erano prodigiosamente tumefatte e imputridite; la loro grossezza era quasi eguale a quella di un pugno, versavano una marcia fetida, e giallastra; la bocca gettava un fetore insopportabile, ancora ad una certa distanza, il malato aveva persi quasi tutti i denti, quelli che gli restavano scoperti erano fino alle loro radici. Il tumore delle gengive rispingeva la lingua verso il fondo della bocca, di maniera tale che il malato non poteva pronunziare che delle parole male articolate: La deglutizione era molto difficile, in una parola, quest'era uno spettacolo dei piu' compassionevoli. Il malato poco tempo dopo mori'. Si staccarono i tegumenti dalla mascella, e si vidde, che questo prodigioso tumore era cagionato da un esostosi. L'osso, per quato posso ricordarmi, era cariato in certi luoghi. Il Sig. Serane in oggi professore di Medicina nell'universita' di Monpellier prese cura di quest'infelice in tutto il tempo, che fu allo Spedale.
(14) Non ho mai osservata carie in conseguenza d'un ulcere che nel caso, in cui lo Scorbuto portato fosse alla sua piu' grande malignita', e complicato con una febbre; il Sig. Murray.
(15) Osservazione del Sig. Yves. Nel 1746 deste voi dei rimedj Mercuriali ai vostri malati? Se poi non gliene deste alcuno, come rendete voi ragione delle salivazioni che sopraggiunsero allora? Mi sembra che potrebbero essere state puramente scorbutiche. Io non mi ricordo d'aver veduto esempio alcuno d'una salivazione considerabile nello Scorbuto. Io rispondo a tutto questo, che comparisce dal mio giornale, che noi ebbamo allora tre scorbutici attaccati dalla salivazione. (Rice Meredith, Roberto Robinson i e Gio. Hearn). I due primi avevan prese delle piccole dosi di Mercurio alkalizato, e una mezza dramma in circa di pillole Mercuriali, ma non ho fatta veruna menzione, che se ne sia dato a Gio. Hearn; io son quasi certo che ei non prese punto Mercurio.
(16) Osservazione del Sig. Yves. Ho veduti degl'esempi di tutti questi casi eccettuato della febbre
(17) Capit. settimo delle Dissezioni
(*) Capit. 5
(18) Quest'e' l'Autore dell'Historia febris anomal. Batav. ann. 1746 & c.
(19) Vedetri il seguito di questa lettera nel Capitolo 5
(20) Vedete parte 3.
(21) Vedi questi rimedi nel Cap. 5.

 


CAPITOLO TERZO
Del Prognostico.

Per meglio intendere questo capitolo, e alcuni dei seguenti, e' necessario di fare una distinzione, che merita d'esser attentamente considerata. Questa malattia puo' essere accidentale, ovvero costituzionale; artificiale (s'e' permesso di servirsi di questo termine) o naturale al malato. Per esempio lo Scorbuto artificiale o accidentale nella maggior parte dei marinari e in tutte le persone ben costituite, che hanno contratta questa malattia sopra il mare, o sopra la terra mediante le cause esterne sensibili, delle quali abbiamo fatta menzione (1). Da un altra parte s'osserva, che molte persone ch'abitano le terre, sono soggette a diventar scorbutiche per cause molto leggiere a motivo d'una certa disposizione del loro corpo: in questo caso si deve riguardare la malattia come costituzionale, o naturale al malato, mentre in qualunque maniera, che sia contratto lo Scorbuto, e' sempre l'istesso, e richiede l'istesso metodo curativo: sicche' io non avro' piu' motivo di parlare di questa distinzione; ma devo avvertire il Lettore, che molti di questi prognostici principalmente convengono allo Scorbuto artificiale.
      Quelli che sono stati indeboliti da precedenti malattie, come da febbri, o da flussi, o da lunghi medicamenti, come la salivazione sono i piu' soggetti a questa malattia, le febbri intermittenti ci dispongono la costituzione in maniera particolare. Quelli che altre volte sono stati attaccati dallo Scorbuto, ci sono molto piu' soggetti, che gl'altri, essendo le medesime circostanze.
      Le differenti stagioni attaccano differentemente gli scorbutici, i loro sintomi diventano piu' fastidiosi sopra la terra, quando le pioggie, e i freddi cominciano a regnare verso l'equinozio dell'Autunno. Gl'inverni freddi, e umidi rendono la malattia estremamente cattiva; ma allorche' questo freddo, e quest'umido spariscono con l'inverno, e fanno luogo ad un tempo secco, e caldo, i sintomi scorbutici diventano assai piu' miti.
      Quando la malattia e' principiante, e che le gengive siano assai considerabilmente attaccate, si puo' guarire perfettamente lo Scorbuto senza il soccorso dei freschi vegetabili, purche' il malato sia in istato di fare un convenevole esercizio: ve ne sono molti esempj, ma quando il malato non puo' fare esercizio, ed e' obbligato a stare nel suo letto a motivo della gonfiezza delle sue gambe, della sua debolezza, ovvero da altre cause, e che in veruna maniera non puo' procurarsi dell'erbe, o dei frutti freschi, la malattia fa sempre dei progressi. Finalmente quando la malattia e' arrivata al suo secondo periodo non puo' esser guarita senza il soccorso dei vegetabili. Noi n'abbiamo veduti molti esempj, particolarmente allo Spedale di Gibilterra: molti scorbutici ci perirono miserabilmente quantunque non gli mancassero dei buoni brodi fatti con delle carni fresche, e che respirassero l'aria della terra, che se in vece di questi fosse stata data loro ciaschedun giorno una piccola quantita' di vegetabili, gl'averebbe certamente salvata la vita.
      Allorche' questa malattia e' accidentale, puo' esser guarita sopra i vascelli, sia nel porto, sia in alto mare, mediante l'uso dei freschi vegetabili, e mediante un conveniente trattamento, sopra tutto per mezzo delle arancie, e dei limoni, purche' questa sia nel primo, ovvero nel secondo periodo. I sintomi che si presentano nel terzo periodo sono i piu' pericolosi: tali sono una oppressione di petto, una costipazione ostinata, dei dolori di petto, e delle frequenti mancanze, ma sopra tutto una gran difficolta' di respirare. I prognostici di questa malattia alcune volte sono fallaci sopra il mare, ove non si puo' procurarsi delle carni, o dell'erbe fresche, ovvero dei frutti: perche' si vedono degli scorbutici, che non pajono che leggiermente attaccati, esser subito molestati da qualcheduno dei piu' cattivi sintomi. Non si puo' con molta facilita' prevedere la morte subita certi malati allorche' fanno qualche sforzo, o che s'espongono all'aria aperta, sebbene ordinariamente accade dopo che sono stati rinserrati per lungo tempo in un'aria impura.
      Il primo segno favorevole, che si presenti quando s'incomincia a far uso dell'erbe fresche o dei frutti, e' un leggiero scioglimento di corpo, questi alimenti producono l'effetto d'un purgante molto dolce. Se pochi giorni dopo la pelle s'umetta, e si riammollisce questo e' un segno certo della guarigione del malato sopra tutto se puo' sopportare un esercizio moderato, e la mutazione dell'aria senza cadere in deliquio. Se gl'alimenti vegetabili in alcuni giorni gli rendono l'uso delle gambe (2), se pure attaccato ne venga dalla disenteria scorbutica, o che non abbia il petto attaccato, egli e' fuori di pericolo. Questi due sintomi sono sovente mortali, e cedono ai rimedj piu' difficilmente che alcun altro. Il color nero o le macchie della pelle spariscono a misura che guarisce il malato, appresso a poco nell'istessa maniera che gl'altri enchimosi; cominciano queste a diventar gialle alla loro circonferenza, a poco a poco questo colore s'estende verso il centro, dopo si schiarisce, e la pelle riprende il suo primo colore.
      Quando lo Scorbuto e' arrivato al suo maggior grado, e il petto fortemente attaccato, sovente si determina per la Tisi. Lascia alcune volte una disposizione all'Idropisia, o quel che e' piu' frequente le gambe dimorano gonfie, edematose e ulcerate. Quelli che sono stati attaccati dallo Scorbuto nel corso della loro vita sono alcune volte soggetti a dei reumatismi cronici, a dei dolori, a delle rigidezze nelle articolazioni, e alcune volte a delle eruzioni cutanee, ovvero a qualche malattia della pelle (3)

NOTE AL CAPITOLO TERZO
(1) Parte 2, Cap. I
(2) Osservazione del Sig. Yves. La contrazione dei ginocchi e' alcune volte incurabile. Tale fu il caso d'uno dei marinari chiamato Samuel Norton. Guari' di tutti gl'altri sintomi, ma la sua gamba resto' contratta di maniera che il suo calcagno toccava quasi le natiche. Fu in conseguenza dispensato dal servizio, come invalido.
(3) Il Sig. Murray sopra tutto osserva, che le gengive, le quali dimorano considerabilmente attaccate, sia perche' sono state corrose, e che lasciano i denti troppo allo scoperto, sia perche' restino molli e gonfie, e che in conseguenza cuoprino molto i denti, sono soggette a gettar del sangue ad ogni piccolo toccamento.

 


CAPITOLO QUARTO
Della cura profilatica o preservativa dello Scorbuto, e dei mezzi di prevenirlo sul mare

Un aria pura, calda, e secca unita ad un nutrimento facile a digerirsi, composto principalmente d'una convenevole mescolanza di sostanze animali, e vegetabili, basteranno la maggior parte del tempo per prevenire questa malattia sopra la terra. Dico una mescolanza conveniente di sostanze animali e vegetabili, perche' l'esperienza fa vedere che questo nutrimento e' il piu' salubre, e quello che generalmente conviene a tutte le costituzioni.
      Quelli che son soggetti allo Scorbuto perche' vivono nei luoghi umidi, e paludosi, o esposti a delle gran pioggie, e a delle nebbie; Quelli, che abitano delli appartamenti umidi e mal sani, come i piani terreni, o i sotterranei nell'inverno preveranno questa malattia, correggendone l'umidita' per mezzo dei fuochi continovi. Questi fuochi saranno ancora efficaci, se son fatti con dei legni aromatici; ma le persone, che saranno minacciate da questa malattia, faranno assai meglio di mutare abitazione, e d'occupare degl'appartamenti asciutti, allegri, e molto ariosi, e di nutrirsi principalmente di brodi fatti con delle carni fresche e di molti vegetabili freschi, se sono a portata d'averne o in altro caso delle radici, e dei frutti confettati. Il loro pane deve esser fatto con del fior di farina ben fermentato, e ben cotto. E' necessario ancora che al loro pasto bevino un bicchiere di buona birra, del sidro, del vino, o altri liquori fermentati. Se si osserva quel che abbiamo prescritto, e che unito a questo si faccia un moderato esercizio, e che s'abbia tutta la cura di tener propriamente il suo corpo, e il suo spirito libero, e contento per mezzo di qualche piacevole divertimento; tutti questi mezzi, dico, basteranno per impedire questa malattia dall'arrivare ad un grado considerabile, allorche' non e' intieramente costituzionale.
      Nelle Citta' assediate, gl'Ufiziali devono aver cura di far tenere i letti puliti, asciutti, e caldi, come gl'alloggiamenti dei soldati, affinche' ci possano prendere un riposo salubre quando tornano dal fare il loro servizio. Si deve procurare ancora che siano sufficientemente provisti di buoni mantelli, e di buoni abiti per garantirli dai rigori del freddo, e della pioggia, quando ci sono necessariamente esposti. Il pane di munizione dovrebb'essere leggiero, e ben cotto, e tutte l'altre provisioni, per quanto e' possibile ben condizionate. Per correggere la natura grossolana e viscosa di queste specie d'alimenti, converrebbe l'aggiungerci dei vegetabili, ancora i piu' comuni, per efempio quelli che si trovano sopra degl'argini; questo precetto diventa ancora piu' necessario, allorche' le provisioni della guarnigione si son corrotte nei magazzini. Molti autori allora raccomandano l'uso dell'aceto. Bachstrom consiglia di seminare le piante antiscorbutiche sopra gl'argini a fine che possino crescervi con l'altre erbe (1). In quest'occasione questa pratica sarebbe molto utile, e se si avessero i semi di queste piante, non sarebbe difficile di procurarsene alcune delle piu' salubri in ogni tempo. Per esempio si potrebbe seminare ancora negl'appartamenti del Crescione di Giardino, che in pochi giorni somministrerebbe delle buone insalate antiscorbutiche. Quando un armata e' in campagna, i soldati ordinariamente trovano una si' gran quantita' di piante salubri che son bastanti per impedire che lo Scorbuto non faccia delle stragi eccettuati i paesi deserti, e rovinati.
      Ma il fine principale che deve obbligare la nostra attenzione, si e' di prevenire questa malattia sopra il mare, e di preservare dalla sua malignita', e dai suoi funesti effetti, nei viaggi di lunga durata, tante persone di mare di tutte le nazioni, questa parte preziosa, e considerabile del genere umano, i di cui servizi sono tanto importanti alla Societa'. Questa materia da piu' d'un secolo ha esercitato il genio d'alcuni dei piu' celebri Medici in tutta l'Europa.
      Un Tedesco che aveva fatta una fortuna considerabile nell'Indie Orientali, essendo Governatore di Sumatra per gl'Olandesi, fu estremamente toccato dalla compassione alla vista di tanti marinari afflitti da questa malattia. La chimica faceva allora molto strepito nel mondo, credette, che questa averebbe potuto somminifirare qualche rimedio per sollievo di tanti infelici. In conseguenza fondo' una cattedra di chimica a Leipsic, e assegno' una provisione perpetua. Per occupare questa carica nomino' il Dottor Michel suo paesano, e gran chimico, che fu il primo Professore di chimica in Europa. Gli diede una somma considerabile per riparare alle spese necessarie per le sue esperienze, e gliene promise una a piu' grande, se arrivava a scoprire un rimedio per prevenire questa malattia sopra il mare. Il Dottor Michel impiego' molto tempo, e delle incredibili fatiche per preparare dei rimedi chimici. Ogn'anno mandava all'Indie Orientali dei sali volatili, e fissi, degli spiriti d'ogni specie, dell'essenze, degl'elixir, degl'elettuarj ec. come la quint'essenza dei semi di coclearia, che divento' dopo un famoso rimedio in Germania per lo Scorbuto; ma tutto fu inutile.
      Bontekoe raccomandava ai marinari Olandesi un alkali volatile; Gualberto (2) e Boerhaave un acido minerale, come lo spirito di sale. In Inghilterra, la flotta Reale e' stata provista con molta spesa per consiglio d'un celebre Medico, d'una gran quantita' d'elixir di vetriolo, il quale non e' altro che l'acido del vetriolo, combinato con degl'olj aromatici. Il Collegio dei Medici di Londra, consultato dai Lord dell'ammiraglita', prescrisse in questa occasione l'uso dell'aceto: in effetto in tutti i tempi e' stato molto in uso nelle flotte, e differisce da tutti i precedenti rimedj in quanto che quest'e' un acido vegetabile dolce prodotto dalla fermentazione. Molti vascelli, principalmente quelli, che sono stati equipaggiati a Plimouth, hanno fatta in questa veduta una provisione di sidro sovra la raccomandazione del dotto Dottore Huxham. L'ultima proposizione che e' stata fatta ai Lord dell'ammiraglita', era di stabilire un magazzino di spinacci secchi, e preparati a guisa del fieno, e di darli ai marinari per fargli cuocere con i loro alimenti. Un abilissimo Medico obietto' a tutto questo (3) perche' le piante perdono la maggior parte dei loro sughi mediante l'evaporazione, e che la natura di quei, che ci restano, e' alterata da una fermentazione alla quale sono soggetti seccandosi, di maniera tale che qualunque mezzo si metta in uso dopo per umettarli di nuovo, e' impossibile, che riprendano i loro sughi naturali.
      Tutti i rimedj che sono stati proposti per le differenti malattie alle quali si da' il nome di Scorbuto di terra, e dei quali si poteva far uso nelle circostanze in cui si trovano i marinari, sono state provate per prevenire, e guarire questa malattia sul mare. Oltre quelli, dei quali qui di sopra abbiamo parlato, io medesimo n'ho provati molti, come l'acqua salata, l'acqua di catrame la decozione di guajaco, di sassofrasso, gl'amaricanti, la scorza di Vinterana, e gl'antiscorbutici acri, che conservar si possono sul mare, come l'aglio, la senapa, la polvere d'aro composta, e lo spirito di coclearia, il quale altre volte era sempre uno dei rimedj, che s'imbarcavano. Nei differenti periodi, e per differenti sintomi di questa malattia ho provato ancora la maggior parte dei rimedj minerali che sono stati raccomandati per lo Scorbuto, come i mercuriali, gl'acciati, gl'antimoniali, i vetriolici, e gli zulfurei. Ma prima di parlare del resultato di queste esperienze, e delle osservazioni sopra molti rimedj di che si son trovati i piu' efficaci, e' necessario d'osservare, che i cattivi successi che si sono avuti fin qui nei tentativi, che si son fatti per prevenire questa fatal malattia sopra del mare, dipendono principalmente dalle due seguenti cause.
      Primieramente, troppo tardi sono stati messi in pratia i metodi preservativi, cioe' a dire quando la malattia era di gia' formata. Probabilmente era allora il tempo, che si dava l'elixir di vetriolo, l'aceto, il sidro, e gl'altri antiscorbutici essendo necessario piu' tosto di mettere in uso certe precauzioni per prevenire i primi attacchi; provandosi, che quasi tutte le malattie sono piu' facili ad esser prevenute, che a guarirsi una volta, che son formate.
      Secondariamente e' stato contato troppo sopra certi rimedj, che i Medici avevano raccomandati piu' tosto per una conseguenza delle loro ipotesi, che per averne provati gl'effetti sopra il mare. In effetto le cause alle quali si supponeva d'ovviare, spesso erano puramente immaginarie. Quest'e' il motivo per cui da lungo tempo e' stata prescritra l'acqua di calce per correggere la troppo grande quantita' di sale, del quale i marinari sono obbligati di far uso. Il Collegio de' Medici di Londra pretese, che si dovesse preferire il sale di Lowndes che si cava dalla salamoja di sal marino per salare le provisioni di mare, a motivo d'alcune qualita' capaci di cagionar lo Scorbuto, che supponevano nel sal marino. Fu raccomandato lo spirito di sale, l'olio di vetriolo, l'aceto, perche' si riguardarono come buoni antidoti contro la corruzione delle provisioni, e dell'acqua, ovvero come i correttivi della putrefazione degl'umori in questa malattia.
      Ma qualche buono effetto, che si sia provato da questi rimedj in questi due ultimi casi, non ostante, dalle reiterate esperienze hanno provato che questi erano insufficienti per prevenire questa malattia, e molto piu' ancora per guarirla. L'istesso si puto' dire di molti altri rimedj. Questi cattivi successi sono stati la causa, che oggi giorno non si spera piu' di trovare un metodo per prevenire questa malattia sopra il mare, e generalmente si crede che sia impossibile di prevenirla, o di guarirla sovra questo elemento. E' cosa sorprendente che una opinione si' mal fondata e cosi' funesta nelle sue conseguenze abbia potuto accreditarsi. Continovamente si vede guarire sui mare degli scorbutici in pochissimo tempo quando s'impiegano i rimedj convenienti, quantunque siano questi ridotti nello stato il piu' deplorabile, e nell'ultimo periodo della malattia. Ho di gia' riportato un esempio di settanta scorbutici guariti, senza essere sbarcati, malgrado l'aria cattiva d'un vascello (4); in seguito ne riportero' molti altri. Dall'altra parte, chiunque ha avuta occasione di vedere questa malattia nel mare, deve aver osservati simili casi. (5)
      A fine di non lasciare verun fondamento a questo pregiudizio, e' necessario d'osservare, che uno Scorbuto epidemico sia nel mare, sia in terra, non e' per altro una malattia naturale, ma solamente accidentale, cioe' a dire, che questa niente dipende da una spontanea degenerazione d'umori a questo stato morbifico, ma dall'azione delle cause sensibili, ed evidenti, delle quali qui di sopra abbiamo parlato (6).
      Dalle costanti esperienze e' stato provato che questa malattia non regna giammai quando queste cause non sussistono, e che si puo' efficacemente prevenirla quando si correggono i loro cattivi effetti, o che uno se ne garantisce; quest'e' quel che provano molti fatti autentici. Gl'Ufiziali, come ancora i subalterni, non sono attaccati gia' mai da questa malattia, o almeno di rado, mentre cagiona stragi assai grandi fra i marinari. Spesso si son veduti dei vascelli Inglesi, e Olandesi che andavano di conserva, i primi dei quali erano ridotti ad un tristo stato mediante questa malattia, mentre che gl'ultimi n'erano intieramente esenti, a motivo d'una molto piccola differenza nel loro nutrimento. Ma per non lasciare alcun dubbio sopra la possibilita' di prevenire efficacemente questa calamita', altro non occorre, che considerare la salubrita' presente della nuova Finlandia, delle parti Settentrionali del Canada', e dei nostri Banchi alla Baja d'Hudson. Altre volte lo Scorbuto fu piu' fatale ai primi viaggiatori che abbordarono in queste parti, e ai primi, che l'abitarono, di quel che lo sia gia' mai stato nel mare. Avro' occasione fra poco di parlare di questi fatti, e di renderne ragione. Ora, siccome questa e' una soddisfazione di sapere, che quelta malattia puo' essere efficacemente prevenuta, deve questo eccitarci con l'ultima esattezza a ricercare i mezzi che son proprj a quest'effetto, e metterli in pratica.
      Siccome e' cosa dell'ultima importanza di garantirsi dai primi assalti di questa crudele malattia, io indichero' le misure convenienti per questa, con quella scrupolosa esattezza, che richiede l'importanza del soggetto, e la conservazione di tanti galantuomini si' utili alla loro Patria. Per quanto e' possibile, evitero' di proporre qualunque mezzo difficile a mettersi in pratica. Finalmente non avanzero' cosa alcuna che non sia provata dall'esperienza, e dai fatti, che sono le guide piu' certe, e piu' infallibili.
      Primieramente riportero' gl'effetti di molti rimedj che ho provati nel mare in questa malattia, a fine di scoprire quelli, dai quali sperar si potrebbe la maggiore efficacia per prevenirla sopra questo elemento.
      Confermero' dall'esperienza degl'altri, che il rimedio che m'e'riescito in questa prova e' il piu' efficace non solo per prevenire, che per guarire lo Scorbuto.
      In terzo luogo daro' la norma la piu' conveniente e indichero' il mezzo di conservargli tutta la sua virtu' per anni intieri di maniera tale che possa esser trasportato nelle parti le piu' recondite della terra sotto un piccolo volume, e in qualunque occasione preparato dai marinari medesimi. Aggiungero' alcune altre istruzioni, principalmente avendo in vista d'insegnare ai Capitani dei vascelli, ai Comandanti delle flotte i metodi convenienti per conservare la lor sanita', e quella dei loro equipaggi.
      Non sara' fuor di proposito d'osservare ancora la maniera, con la quale si devono trattare gl'infermi, e i convalescenti in sequela d'altre malattie, a fine di preservarli dagl'attacchi dello Scorbuto. Si troveranno nel medesimo tempo alcune regole necessarie per opporsi nel principio ai progressi di questa malattia, quando per negligenza si sara' introdotta in un vascello. Siccome gl'effetti salubri delle misure, che noi prescriveremo diventeranno ancora piu' certi e generalmente piu' utili, allorche' si avra' riguardo allo stato dell'aria, al nutrimento, e al regolamento, che contribuir possono alle intenzioni generali di prevenire, e di guarire questa malattia; terminero' i miei precetti preservativi, dal esporre i mezzi i piu' sicuri, per rimediare a molti inconvenienti, che accompagnano i viaggj di lunga durata, e d'allontanare le differenti cause, che producono lo Scorbuto.

Ecco fra tanto l'esperienze.

      Il di' 20 Maggio 1747 presi nel vascello del Re Salysbury dodici malati attaccati dallo Scorbuto. Scelsi quelli, i di cui sintomi erano piu' somiglianti: in generale questi sintomi erano la putrefazione delle gengive, le macchie, la stanchezza, e debolezza delle ginocchia, si misero tutti insieme in un posto, che e' particolarmente destinato ai malati, e si diede loro l'istesso nutrimento: la mattina prendevano della polenta all'Inglese addolcita con dello zucchero, per loro pranzo, spesso avevano del brodo fatto con del montone fresco, e altre volte dei puddings, o siano budini, del biscotto bollito con del zucchero ec. a cena gli si dava dell'orzo, e delle radici secche, del riso, e delle uve rosse, del Sagou e del vino o altre cose simili. Adesso rendo conto di sei metodi differenti, che ho provati, e che ho seguitati con premura. Due di questi malati ebbero una pinta di sidro il giorno per ciascheduno; a due altri prescrissi venticinque gocciole d'elixir di vetriolo tre volte il giorno dopo fatta la digestione, ed un gargarismo fortemente acidulo con quest'elixir. Due altri presero due cucchiarate d'aceto tre volte il giorno dopo la digestione: la loro polenda , e gl'altri alimenti erano aciduli ancora con dell'aceto, siccme il loro gargarismo. Due malati dei piu' attaccati, che avevano i tendini delle gambe ritirati (*) furono messi all'uso dell'acqua di mare, ne prendevano una mezza pinta per giorno, alcune volte piu', alcune volte meno, secondo che la loro azione per secesso era piu', o meno considerabile. Diedi giornalmente a due altri due arancie, ed un limone, che mangiavano con avidita' in differenti tempi del giorno, dopo che il loro stomaco aveva fatta la digestione degl'altri alimenti; continovarono questi l'uso di questi frutti per sei giorni, al fine dei quali era consumata tutta la provisione. I due malati, dei quali resta a parlare, presero tre volte il giorno una quantita' d'un'elettuario, quanto la grossezza d'una noce moscata, raccomandato da un Chirurgo dello Spedale: quest'elettuario era composto con l'aglio, con la senape, la radice di ravanello, il balsamo del Peru', e la mirra. Per bevanda ordinaria facevan uso dell'acqua d'orzo resa molto acida con i tamarindi: furono dolcemente purgati tre, o quattro volte col cremor di tartaro in una decozione di tamarindi. Tutti questi malati continovarono l'uso di questi rimedj per quindici giorni , eccettuati quelli che presero l'arancie, come abbiamo detto. Quei due che fecero uso dell'arancie, e dei limoni, ricevettero il piu' pronto, e il piu' sensibile sollievo; uno di questi fu in istato d'adempire a suoi doveri alla fine di sei giorni: veramente le macchie sparse sopra il suo corpo non erano intieramente sparite, e le sue gengive non avevano per anche ripreso il loro stato naturale; ma senza il soccorso di verun altro rimedio, che un gargarismo con l'elixir di vitriolo fu perfettamente guarito prima d'arrivare a Plimouth ai 16 di Giugno. Il secondo fu il meglio ristabilito di tutti quelli che erano nel medesimo stato, alla fine di sei giorni fu in buonissimo stato per incaricarlo dell'assistenza del restante dei malati.
      Dopo l' arancie, il sidro fu il rimedio che producesse migliori effetti (7), quantunque non fosse perfetto, e che tendesse all'agro, non ostante i malati, che ne fecero uso verso la fine di 15 giorni furono in migliore stato, che gl'altri, avevan ripreso l'appetito, la putrefazione delle gengive, ma sopra tutto la stanchezza, e la debolezza, erano un poco diminuite.
      Quanto all'elixir di vitriolo, osservai, che quelli che avevano fatto uso d'un gargarismo reso acidulo con questo liquido avevano la bocca in migliore stato che molti altri, e particolarmente di quelli che s'erano serviti dell'aceto; ma dall'altra parte io non conobbi verun buon effetto dall'uso interno di questo rimedio riguardo gl'altri sintomi. In effetto non ho gia' mai avuta grand'opinione della sua efficacia nello Scorbuto, dopo il viaggio che feci nel 1746 sopra il Salysbury. Allora noi non ebbamo che un solo scorbutico quest'era uno chiamato Wabsh il quale dopo esser guarito d'una febbre quotidiana, per tre settimane aveva fatto uso dell'elixir di vetriolo in qualita' di restaurante; non ostante fu attaccato dallo Scorbuto, nel tempo che prendeva un rimedio raccomandato per prevenirlo.
      Dopo quindici giorni non osservai veruna differenza sensibile fra i malati che avevano fatto uso dell'elettuario, e della decozione di tamarindi, dell'acqua di mare o dell'aceto, e d'altri che non avevan preso di tempo in tempo che un poco di lenitivo col cremor di tartaro per tenere il ventre libero, o un dolce bechico la sera per sollevargli il petto. Uno di quelli, che prendevano l'aceto, il decimo giorno fu attaccato da una leggiera diarrea, attribui' quest'accidente alla natura e al corso della malattia piuttosto che all'uso di questo rimedio. Siccome io avro' occasione di parlare altronde degl'effetti d'altri rimedj, osservero' solamente qui, cio' che resulta da tutte le mie esperienze, che l'arancie, e i limoni erano i rimedj i piu' efficaci per guarire questa malattia nel mare. Son portato a credere che l'arancie son preferibili ai limoni, si puo' credere non ostante, che questi siano piu' utili allorche' nell'istesso tempo se ne fa uso di tutti due.
      Mi resta adesso a confermare l'efficacia di questi frutti dall'esperienza degl'altri; Il dotto Dottor Mead mi somministrera' la prima prova. (8)
      "Un anno che lo Scorbuto faceva delle terribili stragi tra i marinari della nostra flotta nel mare Baltico, l'ammiraglio Carlo Wager che la comandava, osservo' che i vascelli Olandesi i quali andavano di conserva con i nostri, erano molto meno afflitti da questa malattia: ei non poteva attribuir questo che alla differenza dei loro alimenti. Veniva allora dal Mediterraneo ed aveva fatta provisione a Livorno d'una gran quantita' di limoni, e d'arancie. Siccome aveva spesso sentito parlare della grand'efficacia di questi frutti nella cura di questa malattia, ogni giorno ne fece portare di ciascheduno una cassa sul tavolato del bastimento: le persone dell'equipaggio ne mangiarono quanti vollero e ne mescolavano il sugo colla loro birra. Il loro ordinario divertimento era di gettatil fra loro la scorza di questi frutti, di maniera tale, che il tavolato n'era continovamente coperto, e bagnato del loro liquido aromatico. Questo metodo riesci' cosi' felicemente, che ricondusse i suoi marinari al Porto in perfetta sanita'."
      Molte persone hanno avuta la bonta' di comunicarmi in questo proposito diverse osservazioni sopra l'efficacia di questi frutti nella cura di questa malattia. Il Sig. Francesco Russel tra gl'altri m'ha inviata la relazione dello Scorbuto che regno' nel vascello la Principessa Carolina nel tempo che viaggiava all'altezza dell'isole di Sardigna, e di Corsica. Da questa relazione vien dimostrato, che l'arancie, e i limoni, dei quali s'era fatta provisione a Vado conservarono la vita ad una gran parte dell'equipaggio, che indubitatamente sarebbe perito senza questi salubri rimedj.
      Il Chirurgo del vascello del Re il Guernsey uomo di molto merito, e d'una consumata esperienza, fa questa osservazione nella sua lettera sopra lo Scorbuto, che ridusse questo vascello in uno stato molto deplorabile (9). "Io son molto fondato a credere che la salute di molti scorbutici fosse intieramente dovuta al sugo di limone (nelle sei, ovvero otto oncie di vino di Malaga mescolato con dell'acqua), che prendevano due volte il giorno."
      Ho imparato che furono principalmente l'arancie che ristabilirono in una maniera cosi' pronta, e cosi' sorprendente l'equipaggio del Lord Anson all'isola di Tinian.
      Il Comandante, cosi' sperimentato che bravo, ne fu si' persuaso, che prima d'abbandonare quest'isola diede ordine a tutte le persone del suo equipaggio di far provisione di questo frutto, a fine di garantirsi in avvenire da questa malattia.
      Il Sig. Murray e' stato molto a portata di conoscere questa malattia, tanto nel tempo che era incaricato dell'assistenza dello Spedale di marina alla Giammaica, quanto allorche' era Chirurgo del Canterbury; sicche' m'ha somministrate molte utili osservazioni. Ecco come s'esprime nella sua lettera. "Ho sempre provato, che l'arancie, e i limoni dati a proposito, e in quantita' sufficiente, erano un sicuro rimedio in tutti i periodi dello Scorbuto e in tutte le specie, purche' l'ammalato non avesse intieramente perse le sue forze, e non fosse attaccato dalla diarrea, dalla lienteria, o dalla disenteria. Il seguente esempio n'e' una prova molto convincente. Noi arrivammo all'Isola di S. Tommaso (10) con molti Scorbutici; Il Canterbury n'aveva sessanta, il Norwich settanta, nello spazio di dodici giorni in circa furono guariti tutti, mediante il solo uso dei limoni." (11)
      E' cosa naturale d'attribuire questa guarigione alle eminenti virtu' di questi frutti; perche' l'esperienza giornaliera prova, che senza simili rimedj gli scorbutici infallibilmente periscono quantunque respirino l'aria la piu' pura della terra. Ma cio' che guarisce questa malattia deve ancora piu' efficacemente prevenirla. L'Istoria seguente, prova forse questo in una maniera da non lasciare alcun dubbio.
      "I primi vascelli che fecero il viaggio dell'Indie Orientali a conto della compagnia dell'Indie d'Inghilterra furono in numero di quattro: (12) Il Dragoune montato dal comandante aveva 202 uomini d'equipaggio, l'Ettore 108, la Susanna 82, l'Ascensione 32. Erano comandati dal Capitano Jacopo Lancastre. Questi vascelli partirono d'Inghilterra verfo il 18 d'Aprile. Furono attaccati dallo Scorbuto nel mefe di Luglio. Il primo d'Agosto erano ridotti ad uno stato si' tristo, eccettuato quello del Comandante, che appena vi erano marinari sani per fare il loro uffizio. Per quindici, o sedici giorni essendo stati contrarj i venti, il piccolo numero che fin allora era stato esente dalla malattia, comincio' ad esserne attaccato. I mercanti mandati per trafficare il carico all'Indie, furono obbligati di tenere il timone quanto gli bisognava, e di fare le funzioni dei marinari fin tanto che fossero arrivati a Saldaigne (13). Il Comandante mando' allora i suoi schifi e soccorse lui medesimo gl'altri vascelli. Gli trovo' in una cosi' deplorabile situazione, che appena potevano gettar l'ancora, e che senza soccorso gli sarebbe stato impossibile di' mettere in mare i loro schifi. Sul vascello del Comandante il numero dei malati fu mediocre. Aveva fatta provisione d'alcune bottiglie d'agro di limone, del quale ogni mattina a digiuno ne dava tre cucchiarate a ciaschedun marinaro. In questa maniera ne guari' molti, e garanti' gl'altri dagl'attacchi di questa malattia. Sicche' quantunque il suo vascello avesse il doppio di persone, che gl'altri, non ostante non ebbe ne' malati, ne' morti."
      Tutto questo e' certamente una prova autentica della grande efficacia del sugo di limone in questa malattia; perche' e' da osservare, che piu' spesso regna lo Scorbuto, e sempre con maggior violenza nei vascelli vasti, e ripieni di molta gente, che in quelli che sono piu' piccoli, il di cui equipaggio e' poco numeroso. In questa circostanza questi quattro vascelli persero 105 uomini. Gl'Ufiziali che gli comandavano furono allora tanto convinti dell'efficacia di questi frutti per prevenire, e guarire questa malattia, che essendo stati attaccati un altra volta i loro marinari all'Indie Orientali, in un consiglio tenuto a quest'oggetto risolsero di riposare incessantemente in alcuni porti ove trovar potessero delle arancie e dei limoni.
      In quest'occasione osservero' quanto riservati esser si deve nei ragionamenti che si fanno sopra gl'effetti dei rimedj per la strada ancora dell'analogia, che sembra la meno soggetta a indurre in errore; Perche' naturalmente creder si potrebbe che la virtu' di questi frutti non depende che dalla loro acidita', e che in questa maniera si potrebbero sostituire altri rimedj acidi che producessero il medesimo effetto, come i tamarindi, l'aceto, lo spirito di sale, l'elixir di vetriolo, e molti altri dell'istessa specie. Ma l'esperienza prova il contrario. Vi sono pochi vascelli, ai quali gia' mai sia mancato l'aceto, e tutti i nostri provisti erano d'una sufficiente quantita' d'elixir di vetriolo molt'anni avanti la fine dell'ultima guerra. Malgrado questo la flotta, che viaggiava nella Manica, sovente ricondusse al Porto un migliajo di soldati, e di marinari miserabilmente infetti di Scorbuto, senza contare molte centinara di uomini, che morirono in mare. Allora inutilmente si provo' l'acqua di catrame, l'acqua salata, l'aceto, sopra tutto l'elixir di vetriolo, e molti altri rimedj: in luogo di che non vi e' verun esempio, che l'equipaggio d'alcun vascello sia stato giammai attaccato dallo Scorbuto, quando ha fatto uso, a proposito, e in sufficiente quantita' dei limoni, e dell'arancie.
      Dall' altra parte ho osservata l'ncertezza delle teorie fondate sopra l'acido, e l'alkali (14) perche' quantunque tutti gl'acidi abbiano certe proprieta' che gli sono comuni, non ostante n'hanno delle estremamente differenti, sopra tutto quanto ai loro effetti sopra il corpo umano. Si puo' dire della Teoria in Medicina, cio' che vien detto del zelo nella Religione. Queste sono due cose necessarie; ma essendo portate troppo lontano, son capaci far maggior male che bene.
      Alcuni forse diranno, che spesso questi frutti sono stati impiegati nello Scorbuto senza alcun successo; ne fa testimonianza l'esperienza dei Medici che tutto giorno gli prescrivono per guarire questa malattia sopra la terra. Tutto questo ci somministra l'occasione d'osservare ancora un altra volta le funeste conseguenze d'aver confuso lo Scorbuto con altre malattie. Willis, e molt'altri Autori hanno posto sotto il medesimo nome un gran numero di malattie molto differenti dal vero Scorbuto, e perche' gl'antiscorbutici i piu' approvati non riescivan punto in queste sorte di casi, certi Autori ci dicono (15) che la guarigione dello Scorbuto e' il capo d'Opera dell'arte. Ma tutto questo vien contraddetto dall'esperienza giornaliera dei marinari, dai giornali dei nostri Spedali di mare, e dall'esempio dei vascelli della compagnia dell'Indie d'Inghilterra che ciaschedun anno vanno a Sant'Elena, e al capo di buona speranza. Sicche' non vi e' niente di piu' assurdo che d'obiettare contro l'efficacia di questi frutti per prevenire, e guarire il vero Scorbuto, e la loro inefficacia nelle malattie molto differenti dallo Scorbuto.
      Avrei qui potuto raccomandare qualche nuovo, preservativo, ed in effetto se ne potrebbero proporre molti, i di cui successi averebbero una grand'aria di probabilita'; la loro novita' potrebbe ancora procurargli un favorevole accoglimento. Ma l'arancie e i limoni hanno questo particolar vantaggio sopra tuttocio', che si puo' proporre, ed e' che in loro favore hanno l'esperienza da dugent'anni in circa. Furono scoperti mediante un effetto della Provvidenza, ancor prima che la malattia fosse ben conosciuta, o almeno prima che fosse stata descritta dai Medici. Ronseo che ha scritto il primo sopra questa malattia, ne fa menzione (16), e osserva che e' molto probabile, che i mari Olandesi avessero scoperto a caso questo rimedio, quando furono attaccati dallo Scorbuto, ritornando dalla Spagna, ove caricati avevano i loro vascelli di limoni e principalmente d'arancie. L'esperienza ben tosto insegno' loro, che mangiandone una parte della loro guarnigione recuperar potevano la loro sanita'. Se si fosse meno attaccati a scuoprire dei nuovi rimedj, e. che s'avesse contato d'avvantaggio sopra l'efficacia di questi frutti, egl'e' molto probabile che si sarebbe potuto conservar la vita (specialmente durante l'ultima guerra) a molte migliaja di marinari, e d'altre persone (17) Ma sono stati raccomandati molt'altri rimedj, come abbiano delle virtu' superiori, o almeno eguali all'arancie, ed ai limoni; essendo stati posti questi a confronto degl'altri acidi, e di molt'altri medicamenti ai quali e' stata falsamente attribuita una virtu' antiscorbutica: di qui vengono senza dubbio gl'infelici successi che si sono avuti finora nei tentativi che si son fatti per prevenire questa malattia nel mare.
      Si dice che quando questa malattia regno' con tanta violenza fra gl'assediati nell'assedio di Thorn, i poveri malati, in punto di morte, chiedevano per ultima preghiera, che si lasciasse entrar nella Citta' qualcheduno di questi frutti, come i soli rimedj dai quali aspettavano la vita, e come un ultimo sollievo ai loro mali (18). S'osserva che la sola vista dell'arancie, e dei limoni sollevo' gli abbattuti spiriti degli scorbutici quasi spiranti, in luogo di che hanno in orrore qualunque sorta di droghe. Nei nostri Spedali di marina ho spesso osservato, che questa specie di malati mangiavano questi frutti con un piacere piu' facile ad immaginarsi, che a descriversi. Dalla rimembranza di questo piacere si e', che il Lord Delawar che fu estremamente attaccato dallo Scorbuto, grido' molto pateticamente (nella relazione della sua malattia ai Lord, e altre persone, che componevano il consiglio di Viriginia). "Il Cielo per un effetto della sua bonta', c'ha accordati questi frutti come il piu' sicuro specifico per il piu' terribile di tutti i mali." (19)
      Siccome l'arancie, e i limoni son soggetti a guastarsi e non sempre si puo' procurarseli in tutti i porti, ne' in tutte le stagioni in egual quantita', e siccome puo' essere cosa incomoda di prenderne sopra i vascelli una cosi' gran quantita', come quella, che e' necessaria per prevenire lo Scorbuto, e l'altre malattie, io proporro' un mezzo facile, e comodo di conservare la loro virtu' per anni intieri, sotto un piccolo volume.
      Prendete la quantita' che vorrete d'arancie, o di limoni spremetene bene il sugo, lasciatelo riposare per qualche tempo perche' possa depurarsi, decantatelo allora dal sedimento grossolano che avra' deposto, ovvero filtratelo se volete averlo piu' puro. Mettete dopo questo sugo cosi' depurato in un vaso di terra, proprio, ben verniciato, e scoperto, la parte superiore del quale sia piu' larga, che l'inferiore, di maniera tale che presenti all'aria una gran superficie, a fine di favorire l'evaporazione. Una catinella di porcellana, ovvero una gran tazza da Punch son molto buoni per questo. Una catinella di terra della quale ordinariamente si fa uso per lavarsi, avendo comunemente la forma requisita puo' bastare, purche' sia ben verniciata. Mettete questo vaso col sugo che contiene sopra un fuoco leggiero a bagno Maria. Dateli il fuoco fin a tanto che l' acqua del bagno diventi quasi bollente, trattenetela a questo grado di calore, fin tanto che il sugo abbia acquistato la consistenza di siroppo freddo. Mettetelo allora in una bottiglia, e serbatelo per l'uso. Due dozzine di buone arancie, che pesino quattro libbre, e quattro once, daranno una libbra, once nove e mezzo di sugo depurato. Quando questo sugo sara' svaporato avrete cinque once in circa d'estratto, il di cui volume non eguagliera' nient'affatto quello di tre once d'acqua. In questa maniera si puo' mettere in una bottiglia della misura d'una pinta, e conservare per molti anni la parte acida, e la virtu' di dodici dozzine di limoni o d'arancie. Io ho dell'estratto di limoni che conservo da quattro anni. Quando si mescola con l'acqua, o che se ne fa del Punch (*) vi sono poche persone che possino distinguerlo dal sugo fresco che mescolato si fosse nell'istessa maniera. E' per altro vero, che se si versano ambedue nell'istesso tempo, si trova nell'ultimo un gusto piu' piccante, e piu' aromatico.
      Pare che il Dottor Mead attribuisca alcuni buoni effetti all'odore di questi frutti recenti, quando osserva, che i marinari del vascello dell'Ammiraglio Wager, gettandosi gl'uni con gl'altri le scorze dell'arance, e dei cedri, bagnavano i ponti del liquido salubre che ne spremevano. Se vi e' qualche cosa da sperare da un aria carica dalla parte odorosa di questi frutti, e' facile il dargli questa qualita' in ogni tempo per mezzo d'alcune gocciole della loro essenza. Si puo' dar molto bene ancora al nostro estratto l'odore del frutto recente, aggiungendoci un poco di quest'olio essenziale. Se si credesse ancora che l'uso interno di quest'essenza fosse necessario se ne puo' far prendere alcune gocciole con del zucchero nel medesimo tempo, che l'estratto. Ma siccome quest'olio e' estremamente riscaldante, vi e' da temere che non sia piu' tosto nocivo, che salubre. Nello Scorbuto non vi e' bisogno che del sugo saponaceo, e dell'arance, e dei limoni, e si puo' ottenere tutta la virtu' di questi frutti prendendone internamente questo sugo. Tutto questo e' evidentemente provato dalla relazione del viaggio del Capitano Lancastre ove si vede, che il sugo dei limoni, conservato nelle bottiglie previene, e guarisce questa malattia nel mare. Questo sugo doveva esser mescolato con dei liquidi spiritosi, o qualche altra sostanza a fine di conservarlo (20), e doveva per conseguenza differire assai piu' dal frutto fresco, che l'estratto che noi proponghiamo.
      Se per altro si credesse che fosse di qualche utilita' il conservare l'odore aromatico de' suoi frutti ho trovato per esperienza che vi sono molte maniere per farlo. Quelli che vogliono servirsi di quest'estratto per render acido il Punch, possono far infondere della scorza d'arancia, o di cedro nell'acqua spiritosa che deve servire per far questo liquore. Ho conosciute delle persone che stillavano la loro acqua vite sopra queste scorze. Per mezzo di questi due metodi si fa col nostro estratto un Punch molto grato, e d'un odore molto soave. In questa maniera l'olio essenziale contenuto nelle scorte e' attenuato, e incorporato col liquido spiriroso, di maniera tale che e' convertito per cosi' dire in uno spirito piu' sottile. Quest'olio cosi' preparato non sara' cosi' riscaldante, e non attacchera' tanto la testa come se fosse puro. L' acqua impregnata dalla parte odorosa di queste scorze, e serrata nelle bottiglie, si conferva per un tempo considerabile, e quando si mescola con l'estratto, gli da il vero odore del frutto fresco; Ma ho trovato, che un poco prima di ritirarlo dal fuoco bastava aggiungere all'estratco una piccola quantita' della scorza esterna di questi frutti. In questa maniera si rende intieramente simile al frutto piu' fresco, di maniera tale che quei medesimi, che si piccano d'avere il gusto' piu' delicato, non potrebbero trovarci la piu' piccola differenza. Per quel che appartiene alle sue virtu', non saranno niente inferiori a quelle dell'arancle, e dei cedri freschi (21). Quei che son versati nella Chimica devono esserne convinti, sapendo che mediante l'evaporazione non s'e' perso che del flegma, e una parte appena sensibile dell'acido.
      L'estratto cosi' preparato deve mettersi nelle bottiglie, ove i conservera' per molti anni senza perdere le sue qualita'. Quando si fa in un luogo e in una stagione ove comodamente procurar si possono questi frutti, tornera a molto buon mercato, e si potra' provvedere la nostra flotta a un prezzo assai piu' mediocre che verun altro rimedio che sia stato proposto fin qui. Si proveranno degl'effetti estremamente salubri da quest'estratto in qualunque sorta d'occasione; ma sara' utile principalmente per correggere la cattiva acqua vite, e gl'altri liquidi spiritosi nocivi, dei quali fanno sovente un uso smoderato i marinari. Non si dovrebbe giammai far uso del Rum e dell'Arrak, o dell'acqua vite, se non con la mescolanza di quest'estratto. Per questo mezzo non solo si renderebbero piu' piacevoli al gusto, ma si convertirebbero queste bevande perniciose in un sovrano rimedio e in un sicuro preservativo contro lo Scorbuto, peste dei marinai. In quest'occasione riportero' la seguente osservazione.
      La Giammaica oggi giorno e' meno soggetta alle malattie di quel che lo fosse altre volte. Le nostre flotte, che erano all'Indie occidentali ebbero molto maggior quantita' di malati nel principio, che nella fine della guerra. Tutto questo, con molta ragione, e' stato generalmente attribuito alla gran quantita' d'acido dei limoni, del quale e' stato fatto uso per render acido il Punch e renderlo piu' debole. Ecco qui adesso alcun'altre istruzioni per i Comandanti dei vascelli, e per quelli che non son privi dei loro comodi, i quali nell'occasione possono soccorrere i malati facendo parte delle loro provisioni.
      La maggior parte dei frutti possono conservarsi lungo tempo quando son colti prima della loro maturita' nei giorni asciuctti, ove sono stati esposti ai raggi del Sole, e quando si e' avuta la cura di metterli nei vasi di terra, o piu' tosto in bottiglie asciutte, e ben turate di maniera tale che l'aria, e l'umido non ci possino in alcun modo penetrare. Un anno dopo si troveranno cosi' freschi, come quando sono stati colti. I Capitani del vascello posson far provisione di questi frutti in tutti i Porti d'Inghilterra, dopo averli fatti preparare in una maniera convenevole perche' possino conservarsi. L'uve verdi si conserveranno per degl'anni intieri, se dopo averle messe in bottiglie asciutte, che non siano ben serrate, se ne fa calar l'umido, mettendo queste bottiglie per qualche tempo in un vaso d'acqua quasi bollente; e' necessario levar subito la piccola quantita' di sugo che si trovera' nelle bottiglie; e serrarle bene. Quest' uve cosi' preparate somministreranno un rimedio mirabile, e quando i vascelli nei viaggi di lungo corso si trattengono in qualche luogo per far provisione d'acqua, e di viveri, per mezzo di questo metodo possono far la loro provisione di frutti.
      Si possono ancora conservare nel mare molte erbe, e radici salubri per mezzo di differenti maniere che si trovano nei libri che trattano l'arte di confettare. Per esempio si possono marinare delle piccole cipolle con l'aceto, il sale ec. La maggior parte dei vegetabili freschi, come il cavolo, le rape, e molt'altri possono esser conservati diponendoli a suoli con del sale quando son molto secchi in vasi ben asciutti, e proprj. Questi suoli, o strati devono esser flosci, e quando il vaso e' pieno bisogna coprir tutto con del sale, comprimerlo bene; e turare diligentemente l'orifizio acciocche' l'aria, e l'umido non possano in alcun modo penetrarvi. Quando si vuol far uso di questi vegetabili, bisogna lavarli con dell'acqua calda, e si troveranno freschi, e verdi, ancora dopo averli conservati un anno. Ho sentito dire, la coclearia di Groenlandia (sovrano rimedio per lo Scorbuto, che non manca giammai di guarirlo) (22) poteva esser conserva in questa maniera, e che se n'era trasportato in alcuni porti in Inghilterra, ove s'era trovato intierarnente fresca ancor verde.
      Sarebbe necessario che tutti i marinari facessero una provisione di cipolle, non avendo giammai osservato che quelli che ne facevan uso fossero attaccati dallo Scorbuto. Quando questa provisione sara' finita, i Capitani potranno aver ricorso alle loro cipolle confette, e con del pollame, del castrato, ovvero minestra portatile, e i cavoli confetti dei quali qui di sopra abbiamo parlato, e dei quali gl'Olandesi (23) spacciano una gran quantita', si potra' fare in mare un brodo appresso a poco cosi' buono come quello che si da nei nostri Spedali di marina per la guarigione degli scorbutici. Ho conosciuti molti Capitani che avevano dell'insalate molto buone alcuni mesi dopo esser partiti dal Porto per mezzo di casse ripiene di terra, poste sopra le gallerie del vascello. Una botte di terra di Giardino, messa nelle casse sopra la poppa, e sementata col seme di crescione di giardino, somministrerebbe questa pianta in ogni tempo. Si possono ancora far vegetare i semi nel cotone molle.
      Oltre l'erbe, e i frutti freschi, e conservati nella maniera che abbiamo detto; si provano nello Scorbuto dei buoni effetti da ogni sorta di liquori fermentati; non ostante ve ne sono certi che sono piu' anriscorbutici, che gl'altri; Per me ho trovato, che il sidro era il migliore di tutti quelli che ho provati. Pare, che questo sarebbe un eccellente metodo per confervare il sugo d'altri vegetabili (come quello del Ribes, delle more, delle bacche di sambuco, e dell'arancie di Siviglia ancora), di farle fermentare per convertirle in vino, ovvero birra credo che i sughi cosi' fermentati sarebbero preferibili a molte birre, e vini medicinali antiscorbutici, preparati per infusioni che qui raccomandar potrei.
      S'osserva, che le prime Colonie del Nord inviate in America furono estremamente soggette allo Scorbuto. Questa malattia cagionava una si' gran mortalita' durante l'inverno, sopra tutto fra i primi Francesi che abitarono il Canada', e la nuova Francia che sovente furono sul punto d'abbandonare le loro abitazioni. I nazionali del paese non erano neppure esenti dalle stragi di questa crudel malattia (24), in luogo che al presente queste Colonie sono intieramente sane nell'istessa maniera, che molte altre, le quali sono situate in dei luoghi piu' freddi, e piu' esposti al Nord. Si sarebbe portati ad attribuir tutto questo alle fatiche, ed agl'incomodi, ai quali le Colonie nascenti sono necessariamente esposte; ma vegghiamo, che molti miserabili passano tutti gl'inverni nella nuova Finlandia, i quali a motivo della loro estrema poverta' soffrono da vantaggio, o almeno altrettanto che le prime Colonie: Quasi otto mesi dell'anno son privi di freschi vegetabili, e non hanno altro nutrimento che del pesce salato, e secco, e del pane grossolano; in una parola le loro provisioni sono molto piu' cattive che quelle, che s'hanno sopra i vascelli. L'aria the respirano e' piu' fredda, piu' pesante, e piu' umida che non e' ordinariamente quella del mare. Malgrado tutti questi inconvenienti, sono assai comunemente esenti dallo Scorbuto, e tutto questo s'attribuisce alla birra fatta con le foglie d'abeto, della quale si servono per bevanda ordinaria.
      Una cosa sorprendente si e' la perfetta sanita' della quale si gode adesso alla Baja d'Hudson. (Noi n'abbiamo di gia parlato, come della prova la piu' convincente della possibilita' di prevenire questa malattia). Nella relazione d'Ellis, si vede che di cento persone che ci sono impiegate nei nostri quattro banchi, alcune volte non ne muore nessuno nello spazio di sette anni (25) dove che i primi viaggiatori che furono in questa parte del mondo e che passarono l'inverno negl'istessi luoghi che s'abitano oggi giorno, perirono quasi tutti mediante lo Scorbuto. Quest'e' quel che accadde all'equipaggio del Capitano Monck, nel 1619 (26), a quello di Tommaso Jones nell'Isola di Charleton nei 1631 (27) e alla maggior parte di quelli che tentarono d'abitare questo paese. Si volse provar se in qualche maniera si potesse passar l'inverno in Groelandia, e a Spitzberg; a quest'oggetto si lasciarono sette marinari in ciascuno di questi luoghi. La prima prova fu fatta nel 1633 e l'ultima nel 1634. Durante l'inverno lo Scorbuto fece perire i marinari e nella seguente primavera non si trovo', che il giornale che lasciato avevano delle loro disgrazie (28). Pare che la trista sorte di quest'infelici deva attribuiri alla poca cognizione che s'aveva allora di questa malattia, ed ai mezzi perniciosi che raccomandati gli' furono per osservazione. Questi mezzi principalmente erano delle bevande antiscorbutiche purganti, degli spiriti stillati come l'acqua vite, ed altre cose simili, le quali accrebbero infallibilmente la malattia, e abbreviarono i loro giorni.
      Questi cattivi successi fecero credere, che durante l'inverno non foss niente possibile d'abitare questi luoghi, ma il seguente accidente somministro' un'evidente prova del contrario. Un vascello lascio' per caso, quasi nell'istesso luogo (29) otto uomini del suo equipaggio i quali per conseguenza furono obbligati di passarci l'inverno; La stagione fu egualmente cruda, non avevano altro nutrimento, che quello che procurar si potevano con la caccia: veruno di loro peri'. Questa fortuna fu dovuta alla mancanza dei mezzi, che si sarebbero creduti necessari (benche' perniciosi in effetto) per farli sussistere, e preservarli da questa malattia; cioe' a dire d'acqua vite, di biscotto, di carni salate ec. Ma qel che merita una particolare attenzione si e', che nei paesi i piu' freddi, e i piu' Settentrionali, quelli che fanno uso d'un nutrimento salato, e grossolano, e che nel medesimo tempo bevono della birra d'abeto, non sono giammai afflitti dallo Scorbuto, almeno di rado. S'osserva in Olanda, che questa malattia fu meno frequente, quando l'uso del vino ci divento' piu' generale (30). Il vino d'assenzio e' uno dei primi rimedj che si sia raccomandato in questo caso (31). In Sassonia ove lo Scorbuto era particolarmente endemico (32)per lungo tempo se n'e' fatto uso come d'un preservativo. In effetto tutte queste specie di liquori fermentati, son qui d'una grand'utilita': Ma dall'esperienza delle Colonie che sono state inviate dal Nord in America, siccome da quella di molt'altri paesi situati in Europa su le coste del mare Baltico ec. pare, che di tutti quelli liquidi, la birra d'abete , o aberella, sia il miglior rimedio per prevenire, e guarire questa malattia.
      La virtu' antiscorbutica dell'abete siccome molti dei nostri migliori rimedj, fu scoperta a caso (33) in una guerra, che gli Svedesi facevano ai Moscoviti. L'armata dei primi fu quasi intieramente ditrutta dal vero Scorbuto, come s'osserva nel mare, e nei paesi paludosi, testimonio la putrefazione delle gengive, la rigidezza dei tendini, e altri sintomi di questa natura; ma si trattennero i progressi di questa calamita', con una semplice decozione dei rami freschi dell'abete, per consiglio d'Erbenio che era il medico del Re; per questo mezzo i malati piu' attaccati furono perfettamente guariti , e il resto dei soldati fu preservato dagl'attacchi di questa malattia, questa decozione somininistra ancora un eccellente gargarismo per la putrefazione delle gengive. Questo rimedio divenne allora molto famoso, e l'abete maschio, picea major sive abies rubra, fu chiamato pinus antiscorbutica. Si e' trovato ancora, che il pino delle montagne, pinus Silvestris, era un assai buono antiscorbutico.
      L'Equipaggio del Capitano Cartier fu guarito assai prontamente per mezzo d'una decozione della scorza, e delle foglie dell'Ameda. La descrizione, che da di quest'albero, mi porta a credere, che questo altro non sia, che il grand'Abete dell'America (34); perche' sebbene i pini, e gl'abeti, dei quali se n'hanno molte varieta', differiscono gl'uni dagl'altri mediante la loro grossezza, e la loro forma esterna, la lunghezza, e la disposizione delle loro foglie, la durezza del suo legno ec. pare che abbiano l'istesse virtu' e sono molto efficaci nello Scorbuto. Il piccolo abete, con il quale si fa questa birra salubre somministra un balsamo superiore alla maggior parte delle trementine: Questo balsamo e' conosciuto da un piccolo numero di Medici (*).
      La femplice decozione dell'estremita' delle foglie, ovvero della scorza, e del legno di quest'alberi e' antiscorbutica; ma diventa assai piu' efficace allorche' si fa fermentare col melazzo, come quando si vuol far la birra dell'abete (**). Il melazzo mediante la sua qualita' diaforetica contribuisce a farne un rimedio piu' convenevole; si possono trasportare nel mare alcuni sacchi del rami dell'abete; e preparare questa salubre bevanda in qualsivoglia tempo; ma allora quando non si puo' fare in veruna maniera questa provisione, si dovrebbe far bollire nell'acqua i rami piu' teneri dell'abete ordinario dei quali si servono per far del fuoco nei vascelli; bisognerebbe dopo far fermentare questa decozione col melazzo. Siccome questo liquore e' diuretico, e diaforetico, e' forse il piu' efficace antiscorbutico di tutti i liquidi fermentati. Si puo' finalmente tentare l'acqua di catrame fermentata nell'istessa maniera: e' certo, che per questo mezzo diventera' assai piu' antiscorbutica.
      Vediamo adesso qual e' il trattamento, che conviene ai convalescenti indeboliti dalle lunghe malattie per impedirli d'essere attaccati dallo Scorbuto. Le due principali maniere per garantirli da questa malattia, sono un conveniente nutrimento e l'esercizio. Per quel che riguarda il primo, e' necessario, che sia proporzionato alla debolezza delle loro forze digestive all'acrimonia del sangue, e degl'altri umori, quanto all'esercizio, deve esser misurato alle loro forze. S'osserva, che i convalescenti tanto in mare, che in terra, sono molto soggetti a diventare scorbutici; quando tropo presto si mettono all'uso d'un nutrimento grossolano, e viscoso. Questo accade piu' spesso in mare a motivo dell'umidita' dell'aria che ci si respira. Io vorrei dunque, che in luogo del bove, e del porco salato, si desse loro del fior di farina, e che in luogo d'impiegare questa farina per fare dei budini come e' l'uso, se ne facesse del pane ben fermentato, e ben cotto, perche' il biscotto di mare e' un alimento troppo grossolano per i convalescenti. Questo pane fresco e' un antiscorbutico' assai buono, e i malati attaccati dallo Scorbuto lo desiderano con molta avidita' nell'istessa maniera che i vegetabili. Quelli che non sono a portata di sapere quanti comodi s'hanno nei vascelli, potrebbero pensare che non e' cosi' facile di mettere in pratica questo mezzo; ma bisogna che sappiano che tutti i vascelli da guerra e molti vascelli da mercanzie hanno dei forni, e che la maggior parte dei Capitani fanno fare del pane per la loro tavola due, o tre volte la settimana. Quando il malato e' estremamente debole, si puo' fare una panata con del pane fresco; e aggiungerci un poco di sugo, o estratto di limoni, e una cucchiarata di vino. Gl'altri alimenti, dei quali nutrir si dovrebbero i convalescenti sono la polenta di vena, la vena cotta, il riso, i pomi cotti , l'orzo cotto, le radici secche, il ribes rosso, il sagou, il vino ec. Ma sopra tutto i cavoli confetti, e le cipolle, delle quali abbiamo parlato qui di sopra: bisogna far cuocere quest'ultime con della minesta portatile debole. La maggior parte degl'alimenti, e delle bevande devono esser condizionate con del sugo d'arancie, o di limoni, in questa maniera diventerebbero estremamente gustose, e buone allo stomaco. A misura, che l'appetito e sopra tutto le forze dell'ammalato aumenteranno, si potra' dar loro dei piu' solidi alimenti. In questo mentre tornera' molto bene privarli per qualche tempo delle sostanze animali, e grossolane, e di non fargli prendere altro restaurativo, che il vino con i vegetabili convenienti, e le sostanze farinose le piu' leggiere. E' ancora necessario che i convalescenti prendano poco nutrimento per volta, ma spesso, a fine di non caricarsi di piu' gl'organi della digestione.
      E' ancora molto importante d'avvezzare gradatamente all'esercizio il corpo indebolito dalla malattia che e' preceduta. Non v'e cosa piu' inumana che obbligare un povero convalescente a far piu di quel che non gli permettono le sue forze; e,non v'e' cosa piu' pregiudiciale al suo ristabilimento, che di forzarlo a riprendere troppo presto le sue funzioni di marinaro, immaginandosi con questo mezzo metterlo al coperto dallo Scorbuto. Dall'altra parte la mancanza totale d'esercizio, produce particolarmente questa malattia. La regola e' dunque di proporzionarne la durata, e il grado alle forze dell'infermo, di cominciare dal piu' leggiero, e per gradi passar dopo al piu' violento, a misura che le forze ritorneranno. Sicche' dopo averlo avvezzato a star alzato sopra il suo letto alcune ore del giorno, se li permettera' di levarsi, e di star fuori del letto quanto le sue forze gli permetteranno. Dopo si puo' metterlo sospeso sovra una sedia sotto il castello d'avanti, ovvero tra i ponti; in questa maniera il malato non solo respirera' un'aria nuova, ma riprendera' forze maggiori, sara' dopo in istato di sopportare il moto d'una tavola, le di cui estremita' saranno appoggiate sopra alcune casse, e dove provera' delle scosse piu' sensibili. In questa occasione bisogna osservare, che siccome in terra le persone deboli ricavano per l'ordinario un maggior vantaggio dal moto della carrozza, della sedia o del cavallo, che da verun'altra specie d'esercizio, nell'istessa maniera sopr un vascello i convalescenti, sopra tutto gli Scorbutici, e godono piu' del tremore della tavola, che del passeggio, della corsa, o d'altra sorte di moto musculare, il di cui esercizio richiede molte forze. Pare che questo proceda, perche' nell'ultimo caso si fa una gran dissipazione di spiriti, e tali esercizj sono ordinariamente accompagnati da una stanchezza, in luogo di che mediante le scosse reiterate della macchina, della quale abbiamo parlato, la circolazione e' accelerata, le fibre fortificate, e le funzioni animali risvegliate senza veruna perdita considerabile di spiriti, perdita che i convalescenti non possono sopportare.
      Questi esercizj sono assolutamente necessarj a quelli che non sono in istato di passeggiare a motivo di qualche ferita, di qualche stravoglimento, di piaghe alle gambe ovvero d'altre malattie in mancanza di che sono ben tosto attaccati dallo Scorbuto, quando si nutriscono d'alimenti grossolani dei quali si fa uso nel mare.
      Nel medesimo tempo, che i convalescenti fanno gli esercizi, dei quali noi abbiamo parlato, si puo' farli passeggiare un poco sopra i ponti, evitando di non affaticarli troppo. Dopo possono essere impiegati alle funzioni, che il loro stato gli permettera'. S'avra' ricorso all'elixir di vetriolo, agl'amari, alla china-china, ovvero alle cose marziate, secondo che questi rimedj si giudicheranno necessarj per il loro perfetto ristabilimento; non ostante non vi e' cosa, che piu' ci contribuisca, e nell'istesso tempo cosi' efficace per prevenire lo Scorbuto, che l'esercizio del corpo. Il tempo piu' convenevole per questo esercizio si e' quando lo stomaco e' vuoto, e principalmente avanti il pranzo. In mare s'osserva che quando gli scorbutici dimorano nell'inazione, la loro malattia fa dei molto rapidi progressi; quest'e' la ragione, se sono in istato di soffrire il minimo moto, bisogna sovente prescriverglielo, e non permettergli punto, che il capo dimori in un continovo riposo. Quando il malato e' obbligato di trattenersi nel suo letto, si possono impiegare le frizioni all'estremita', e sopra il tronco. Ricordiamoci fra tanto, che un esercizio troppo violento, e' tanto pernicioso nello Scorbuto, quanto la troppo grande inazione.
      Indichero' fra tanto i mezzi proprj per correggere, ovvero allontanare molti inconvenienti ai quali s'e' esposti nel mare. M'attacchero' sopra tutto a quelli che l'osservazione ha dimostrato che contribuiscono alla produzione dello Scorbuto. La causa principale e la piu' potente di questa malattia (35), siccome di molt'altre, e' l'umidita' dell'aria che si respira in un vascello, sopra tutto quando il tempo e' coperto, e carico di nebbie per lungo tempo, ovvero quando e' tempestoso, e piovoso. Siccome s'osserva che quest'umidita' e' la causa la piu' frequente di questa terribile malattia, e che i suoi effetti sono ancora piu' perniciosi quando si combina col freddo, e' necessario mettersi al coperto in una maniera particolare di queste due cause: sicche' si deve, o immediatamente correggerle, o prevenirne gl'effetti.
      Quanto alle maniere di correggere l'umidita', e il freddo quantunque in verun modo si possa trasportare tutt'in un tratto una persona in un altro clima, ovvero sopra la riva, non ostante possiamo dar facilmente all'aria che respira una qualita piu' salubre, rendendola piu' calda, o piu' fredda, piu' umida, o piu' secca, secondo che il caso, e le circostanze lo richiedono. Dall'altra parte ho osservato (36) che le cattive qualita' dell'aria umida, che si respirano nel mare sarebbero estremamente aumentate, perche' l'aria nei vascelli non e' punto rinnovata; ma l'ingegnosa macchina di Sutton rimedia molto bene a quest'inconveniente: rinnuova l'aria del vascello, e per questo mezzo previene molte febbri maligne contagiose, prodotte dalla corruzione di questo fluido. Pare ancora, per essere un eccellente preservativo contro lo Scorbuto, che non manchi a questa macchina, che di poter correggere l'umidita' dell'aria del mare, e di renderla piu' calda, e piu' asciutta fra i ponti.
      Penso che dargli si potrebbe questa perfezione aggiungendoci qualche cosa, che mutar potesse la sua operazione; cioe' a dire, che in luogo di tirar l'aria da basso in alto, ella obbligasse l'aria riscaldata dal fuoco a passare tra i ponti per mezzo dei suoi canali, allorche' fosse necessario. Io non parlo di questo che per impegnare le persone versate nelle meccaniche ad immaginar qualche cosa di questa specie. Del restante, quest'e' per la sola esperienza che si deve perfezionar questa macchina procurando di mettere in uso le precauzioni necessarie per impedire ch non ne sopraggiunga dei fatali accidenti. Se l'aggiunta che si facesse alla macchina di Sutton fosse piccola cosa, e che non fosse punto incomoda in un vascello se ne ritirerebbero dei gran vantaggj, come evidentemente vien dimostrato da tuttocio', che abbiamo detto parlando delle cause dello Scorbuto (37). Nei climi freddi questa sarebbe una cosa estremamente utile, come nei viaggj del Nord nell'inverno, se mediante una semplice macchina di questa specie, il fuoco della cucina potesse servire a riscaldare tutto l'equipaggio ancora nei loro letti. Si sa, che in queste sorte di viaggj, i marinari non solo sono attaccati dallo Scorbuto il piu' terribile, ma che sovente muoiono ancora dal freddo, o che le loro membra si mortificano.
      Il fuoco fatto con legne aromatiche, ovvero con l'abete ordinario, ovvero il pino, il ginepro, e altri legni di questa specie corregge efficacemente il freddo, e l'umidita' dell'aria e per tutti i riguardi lo rende nell'istesso tempo piu' salubre. Bisogna osservare che fra i tropici le stagioni piovose sono le piu' malsane, e le piu' pericolose tanto in mare, che in terra; producono delle febbri maligne, lo Scorbuto ec. In questo caso si potrebbe tenere del fuoco ben acceso in un fornello tra i ponti sotto gli sportelli, nou vi sarebbe alcun pericolo, purche' fosse ben guardato; mediante questo mezzo l'aria sarebbe estremamente purificata, la sua umidita' dissipata, e il calore, non sarebbe molto accresciuto se bruciasse sotto uno sportello aperto. Certamente vi' e' meno pericolo, e ancora meno calore da temere per parte d'un fuoco guardato da una sentinella, che brucia un ora, o due per giorno nel luogo sopradetto che da cinquanta, o sessanta candele che s'accendono la sera, e che bruciano notte e giorno sotto il tetto del vascello, e in altri luoghi oscuri. Queste candele' riempiono i luoghi ove ardono dell'esalazioni fetide del sego corrotto. Veramente non sarebbe niente difficile, di convertirle in un preservativo contro lo Scorbuto, e altre malattie prodotte dall'aria umida, e corrotta, facendo entrare nella loro composizione qualche conveniente sostanza aromatica. Sara' ancora utile di bruciare dei liquori spiritosi nel quartiere dei malati. I Capitani, e quelli che supplir potranno a questa spesa, non troveranno niente di meglio contro l'aria umida dei vascelli che le candele fatte con la cera vegetabile. (***)
      In secondo luogo dobbiamo considerare quali sono i migliori mezzi per prevenire i cattivi effetti dell'umidita' dell'aria, allorche' non s'e' punto corretta mediante i metodi, che abbiamo proposti. Il fuoco come abbiamo osservato e' il mezzo piu' certo per consumare l'umidita' dell'aria. E' certo ancora, che l'esalazioni delle sostanze aromatiche impediscono gl'effetti perniciosi di quest'umidita' sul corpo umano; Quest'esalazioni per parlar propriamente non asciugano punto l'aria, ma la riempiono d'un acido sottile, la di cui' qualita' astringente, e antiseptica e' opposta a questo rilassamento, e alla putrefazione, che l'umidita' tende a produrre: sicche' sovente noi osserviamo che gl'asmatici possono appena respirare, quando il tempo e' umido; ma se si profuma la loro camera facendosi bruciare un poco di benzoino o qualche altra gomma simile aromatica, ricevono un sollievo sensibile, e respirano con molta maggior facilita'. Vorrei dunque raccomandar qui un metodo molto semplice, e molto facile per profumare i vascelli, quando il tempo e' umido. Per far questo non vi e' bisogno, che di mettere del carbone acceso in un vaso ripieno di catrame, e di traspontarlo in tutti i differenti luoghi del vascello una, o due volte il giorno, affine di riempirli di questo salubre vapore antiseptico.
      Quando il tempo e' umido, e disposto a produrre lo Scorbuto, e' molto necessario lo star ben vestito, e di mutarsi sovente di biancheria, procurando, che sia ben asciutta. Un eccellente preservativo contro lo Scorbuto, e' quello di stare con proprieta', e asciutti. Si deve far uso delle frizioni con un setolino, ovvero una frenella asciutta: bisogna mangiar la mattina prima d'esporsi alla pioggia, e all'onde del mare un pezzo di cipolla cruda, ovvero d'aglio. Tutto cio' che accresce la traspirazione e' allora utile, e forse non vi e' cosa che l'accresca piu' efficacemente in quest'occasione, che una cipolla cruda. Non ostante non si deve trascurare di fare un convenevole esercizio nel decorso del giorno, e di tenere i letti sempre asciutti.
      Allorche' si risentono i primi attacchi dello Scorbuto, si deve promovere una dolce traspirazione prendendo nell'ora del sonno alcuni bicchieri di decozione di vena all'inglese con dell'aceto, e il sugo o l'estratto di limoni; con gl'alimenti bisogna far uso di molta senapa, e delle cipolle. Si puo' allora piu' liberamente far uso dei liquidi fermentati, vinosi, come il sidro , la birra, e il vino; ma quando in mancanza d'altra bevanda si e' obbligati di far uso dei liquori spirirosi, bisogna sempre renderli acidi con l'agro di limone o d'arancia. Mediante queste precauzioni i marinari si preserveranno non solo dallo Scorbuto, ma ancora da molt'altre malattie come la tosse, i catarri ec., che mediante l'umidita' dell'aria vengono dall'impedita traspirazione.
      L'acqua, e le provisioni sovente son corrotte a tal segno che si puo' supporre, che queste aumentino la malignita' della malattia, sicche' non sara' cosa fuor di proposito d'aggiungere alcune considerazioni per rimediare a quest'inconvenienti, e prevenirli.
      L'acqua difficilmente si conserva nel mare (38), e ancora qualche volta non se ne puo' trovare della buona nei luoghi ove abbordano i vascelli. Vi sono due specie d'acqua cattiva: primieramence 1' acqua corrotta, e puzzolente, secondariamente l'acqua cruda, cioe' a dire, quella che in verun modo discioglie il sapone, e che non ammollisce i piselli che ci si fa cuocere: queste due specie d'acqua sono molto mal sane.
      Nel mare l'acqua si corrompe piu' presto, o piu' tardi, secondo le differenti sostanze che contiene, e secondo la maniera con la quale si conserva. L'esperienza fa vedere che si conserva dolce piu' lungo tempo, quando si profumano le botti col vapore del zolfo: alcuni c'aggiungono un poco d'olio di vetriolo, la qual cosa impedisce ancora di guastarsi cosi' presto. Facendola riscaldare vi e' l'uso di gettarci un poco di sale, e di levare sollecitamente la schiuma densa, e mal sana che ci si forma a misura, che si riscalda: questo metodo e' molto buono e si dovrebbe sempre mettere in uso, allorche' si fa bollire dei piselli, e della farina di vena.
      Vi e' una maniera d'addolcire, e di corregger l'acqua, quando e' corrotta, e puzzolente. Questa e' di sturare le botti che la contengono, d'esporla all'aria, e d'agitarla, e di versarla da un vaso nell'altro. Vi e' ancora un altra maniera, ed e' di farla bollire prontamente, procurando che l'ebullizione non sia troppo lunga, perche' dissiperebbe le particelle le piu' attive. Si rendera' ancora piu' dolce, e piu' sana quest'acqua se vi si aggiunge un poco di sugo, o d'estratto di limoni. Quest'acido per l'uso ordinario sara' piu' innocente, che gl'acidi vitriolico, e marino che si raccomandano in quest'occasione: contribuira' ancora a precipitare le particelle terrose, e i differenti animaletti distrutti mediante l'ebullizione. Ma siccome trovar si potrebbero queste maniere, imbarazzanti per tutto un equipaggio, vi e' un altro metodo di correggere l'acqua corrotta. Alcune volte come l'ha osservato il Dottor Home: (39) tenendo caldamente dell'acqua cosi' corrotta in un gran vaso ben turato, ritorna buona a bevere quando e' cessata la putrefazione. Le particelle nocive, e putrescenti essendo state intieramente volatilizzate dal moto intestino, elle si dissipano da se medesime; quest'e' quel che sovente accade all'acqua del Tamigi. Si dovrebbe dunque mettere una gran botte ripiena d'acqua corrotta, e ben turata, nella camera ove si fa il fuoco, e trattenerci un grado di calore bastante per accelerare la putrefazione; mediante questo mezzo le particelle eterogenee, e putride essendo volatilizzate, si dissiperanno prontamente, la putrefazione cessera', e l'acqua diventera' sana, e buona a beversi. Oltre quest'acqua corrotta, i marinari sovente sono obbligati di servirsi per mancanza d'altra, d'un acqua cruda, carica di particelle saline e terrestri: quest'acqua e' molto mal sana, quantunque sia dolce, e fresca. La pietra da filtrare, della quale fanno uso sopra molti vascelli, e' molto buona per renderla salubre, quando per altro non e' molto carica di sali, vetriolico, e marino; ma questa operazione e' molto lunga, e per questo mezzo non si saprebbe filtrarne una bastante quantita' per tutto l'equipaggio d'un vascello. La sabbia e' la sostanza la piu' propria a separare dall'acqua queste particelle eterogenee, e mal sane: In quest'occasione io rimandero' un'altra volta il Lettore all'ingegnoso saggio del Sig. Home.
      Quando la carne di porco, e di bove e' diventata rancida, e putrida, il meglio e' di non mangiarne o almeno e' necessario correggerne le cattive qualita', facendo uso nell'istesso tempo di molto aceto, dell'arancie, dei limoni, e dei vegetabili. Temo forte che non sia cosi' facile di mettere in pratica nel mare i metodi, che proporre si potrebbero per correggere le carni corrotte.
      Vi sono molte maniere generalmente conosciute, per raccomodare la birra, il vino, e gl'altri liquidi fermentati, quando son guasti, e siccome tutti questi liquidi sono eccellenti antiscorbutici, meritano d'esser conservati. Per far questo si dovrebbe portare in mare della lavatura di birra: quando questa lavatura comincia a invecchiare, bifogna mescolarci un poco di fior di farina, del zucchero, del sale, e della birra calda, ovvero dell'acqua calda, e del zucchero solamente. Aggiungendo a questa lavatura i residui della birra forte, e lasciando questa mescolanza per qualche tempo davanti il fuoco, servira' o a far fermentare la 'birra, o a far del pane. Quando non si ha pronta lavatura di birra, si puo' servirsi del miele, del zucchero, del fermento, o del melazzo, per rinnovare la fermentazione dei liquori.
      Le provisioni secche, come i piselli, la farina di vena, e il fior di farina, son sottoposte a muffare e ad esser rose dai gorguglioni, e dai vermi. Questi insetti distruttori degl'alimenti si possono far perire, esponendoli al vapore del zolfo in un luogo ben serrato, ma i gorguglioni, benche' morti sono molto mal sani quando si trovano nei cibi che si mangiano. Si dice, che hanno una qualita' cosi' caustica, che essendo applicati sopra la pelle in forma di cataplasma fanno alzare delle vesciche come le cantarelle. Quando non si possono avere migliori provisioni, bisogna mettere in un monte il fior di farina, la farina di vena, ovvero i piselli. Quest'insetti si cibano allora della parte superficiale e per questo mezzo se ne puo' portar via un gran numero. Si deve dopo rimovere quel che resta e ammontarlo di nuovo fin tanto che se ne sono levati quanti e' possibile. Si puo' vagliare la vena e i piselli in un vaglio di filo d'acciaro, che lasciera' passar la polvere, e gl'insetti.
      Nel mare e' cosa molto importante d'aver del buon pane. Quando il biscotto e' muffato, o guastato, bisogna metterlo in un forno caldo, ovvero sotto il luogo ove si fa il fuoco, fin tanto, che l'umidita', che e' la causa della putrefazione, sia del tutto dissipata e che gl'animaletti o piccoli insetti, che ci si possono trovare, siano intieramente distrutti dal calore, procurando dopo di toglierli via. Dopo questa preparazione si puo' mangiarlo inzuppandolo nell'aceto. La miglior maniera di conservare il biscotto e l'altre provvisioni secche si e' di tenerle nelle botti serrate, non essendoci mai precauzioni bastanti per tenerle asciutte, e conservarle dall'umidita'.

NOTE AL CAPITOLO QUARTO (1) vid. Observ. circa Scorbutum &C. p. 36.
(2) In un Opera intitolata Consolatio Navigantium &c.
(3) Osservazione del Sig. Cockburn. L'esperienza ampiamente conferma il sentimento di questo Dottore. Troviamo che il Collegio dei Medici di Vienna mando' in Ungheria una gran quantita' delle migliori piante antiscorbutiche, seccate in questa maniera, le quali non furono di veruna utilita'. Non ostante molte di queste piante, per esempio, il trifoglio acquatico, nel seccarsi non dovevano aver persa maggior quantita' della loro virtu', di quel che avessero persa gli spinacci. Kramer provo' senza alcun vantaggio qnasi tutte le specie di piante secche. Vedi la terza parte cap. I.
(4) Pag. 28.
(5) Si sono di gia' veduti molti esempj nel Giornale del Sig. Yves Part. 2, Cap. 1.
(6) Parte 2, Cap. 1.
(*) Furono i soli attaccati da questo sintoma.
(7) Estratto d'una lettera del Sig. Yves. Ho creduto, che sia a propolito di farvi parte dei buoni effetti dell'uso del sidro, e dell'acqua di mare, che ho osservato nello Scorbuto durante il mio ultimo viaggio nella squadra comandata dal mio benefattore l'Ammiraglio Martin. Ma siccome non pretendo d'aver osservata che una utilita' puramente palliativa, credo, che basti d'informarvi senza entrare in alcun dettaglio parficolare, che nel viaggio precedente il vascello Yarmouth di settanta pezzi di canone, e di cinquecento uomini d'equipaggio, fu egualmente attaccato dallo Scorbuto come altri vascelli dell'istessa flotta, e perse un numero proporzionalto d'uomini malgrado tutte le mie premure. Dopo questo viaggio io rappresentai all'Ammiraglio, che siccome i sughi di tutte le specie di vegetabili, erano i soli veri antiscorbutici, e ficcome altre volte avevo veduti dei molto buoni effetti di pomi, era naturale il pensare, che il sidro dovea essere efficace contro questa malattia. Il mio sentimento si trovo' conforme ad alcuni altri pareri che erano stati dati all'Ammiraglio in conseguenza procuro' subiro molte botti del miglior sidro di Sout-Ham , e le mise a mia disposizione. Nel viaggio seguente, diedi ogni giorno a ciascuno scorbutico una pinta, o tre mezze pinte di questo sidro, e impegnai quelli che potetti a prendere la mattina, due volte la settmana tre gran bicchieri d'acqua di mare. Per tutti gl'altri riguardi gli trattai, come ho costumato di trattare gli scorbutici, cioe' a dire, con la scilla data in qualita' d'emetico, con delle pillole, ove entrano il sapone, la scilla, l'aglio ec. con l'elixir di vetriolo, e molti altri rimedj ac comodati ai periodi, e ai differenti sintomi della malattia. In una parola ebbamo altrettanti scorbutici, che gl'altri vascelli a proporzione del numero del nostro equipaggio. Ma quantunque tutti ne perdettero un gran numero, alcuni 20, gl'altri 30, 40, 50 e d'avvantagio, l'Yarmouth non ne perse, che due, o tre verso la fine del viaggio, essendo mancato il sidro da otto o dieci giorni. Al nostro arrivo al Porto, mandammo allo Spedale molti malati ridotti in uno stato molto deplorabile.
(8) Discourse on the Scurvy pag. 151.
(9) Vedi il caso di questo vascello. Cap. 1. pag. 128.
(10) Questa appartiene ai Danesi.
(11) Vedi il principio di questa lettera. Cap. 1. pag. 137.
(12) Vid. Harris Collection of voyages; and Parchass Collection vol. 1, pag. 147.
(13) Quest'e' una baja vicino al Capo di Buona Speranza.
(14) Part. 1, cap. 2.
(15) Boerhaave, e molti altri.
(16) Ep. 2.
(17) Vedi l'Osservazioni di Kramer part. 3, Cap.2. Queste sono le migliori che siano state fatte giammai sopra questa malattia, confermano abbondantemente tutto cio' che ho avanzato fin qui. "Lo scorbdto e' la malattia la piu' fastidiosa, e la piu' difficile a trattare che vi sia nella natura; La farmacia, ne' la Chirurgia non ci sono di verun soccorso. Riguardatevi dall'emissione di sangue; evitate il Mercurio come un veleno: e' inutile il fregar le gengive, ungere i tendini ritirati, e irrigiditi, tutto e' inutile. Ma se potete avere dei vegetabili recenti, se vi potete preparare una sufficiente quantita' di sughi antiscorbutici, se avete delle arancie, e dei limoni dei cedri, o almeno la polpa, e i sughi di questi frutti, conservateli nelle bottiglie con del zucchero, di maniera che possiate are una limonata; ovvero quel che e' ancora meglio, se potete dare tre, o quattro oncie del loro sugo nel siero voi guarirete questa terribile malattia senza alcun altro soccorso." Kramer Medicina castrensis.
(18) Bachstrom, Observ. circa Scorbutum pag. 25.
(19) Purchas vol. 4., p. 16.
(*) Il Punch e' una specie di bevanda fatta con l'acqua vite, l'arrack, l'acqua comune, il zucchero, e il sugo di cedro.
(20) Il sugo dei limoni che vien portato in questi paesi dall'Indie occidentali e' ordinariamente mescolato con il Rum, ovvero coperto d'olio, malgrado tutto questo, generalmente e' muffato.
(21) Tutti quelli che hanno fatto uso di quest'estratto, credo non dubiteranno di quel che avanzo qui, quanto quelli, che vorranno darsi la pena di provarlo, e di paragonarlo col sugo di limoni e d'arancie le piu' fresche. In verita', l'utita' che s'attribusce alla parte odorosa di questo frutto e' si' piccola, che il semplice estratto e' intieramente bastante. Gl'Ufiziali potranno dare al loro Punch quest'odore soave, che manca all'estratto, mettendovi una piccola quantita' d'arancia confetta.
(22) Vedi la lettera del Sig. Maude concernente la coclearia, c. 5, e il caso straordinario d'un marinaro riportato dal Bachstrom.
(23) I marinari Olandesi sono assai meno soggetti allo Scorbuto che gl'Inglesi a motivo dei cavoli confetti, de quali fanno provisione per mare. Vedi Krameri epstola de Scorbuto. Per prevenire efficacemente lo Scorbuto nella nostra flotta, pare che basterebbe d'aggiungere alle provisioni delle quali quali e' fornita una certa quantita' di cavoli, e di darne ai marinari due volte per settimana per farli cuocere con i loro piselli. Si potrebbe obiettare, che la salsa di questa pianta cosi' confetta sarebbe piu' tosto nociva, che salubre in questa malattia; ma questa obiezione e' fondata sovra una molto falsa opinione, cioe' che il sal marino produce lo Scorbuto. Nel primo capitolo, ho sufficientemente dimostrato il contrario. Questo vien confermato ancora dalla grande utilita', che quantita' di malati molto attaccati dallo Scorbuto hanno ricavato dall'uso de acqua salata tanto in mare, che in terra . Vedi la lettera del Sig. Yves e quella del Dottor Granger, cap. 5.
Ma invece che i vegetabili conservati in questa maniera siano salati, dopo che sono stati ben lavati con l'acqua calda vi e' bisogno del sale per mangiarli, e sono cosi' sugosi come se fossero affatto freschi. La loro virtu' e' l'istessa come se fossero colti di fresco, e questo metodo di conservarli e' lnfinitamente superiore a quello di seccarli a guisa del fieno. Quest'ultimo metodo deve intieramente distruggere la loro virtu' antiscorbutica, come noi lo faremo vedere quando esamineremo (cap. 6) le proprieta' particolari dei vegetabili freschi, cosi' essenziali per prevenire, e guarire questa malattia. Nei viaggi di lungo corso non sarebbe punto inutile d'aggiungere alcune cassette di minestra portatile, all'altre provisioni necessarie ai Chirurgi dei vascelli. Converrebbe ancora di dargli in ogni tempo alcune pietanze di piccole cipolle confette. L'esperienza la piu' incontestabile dimostra che una zuppa di cavoli, e di cipolle guarisce uno Scorbuto accidentale nel suo primo periodo sia in mare, sia in terra. Settanta malati dell'equipaggio del Guernsey (ved. pag. 128) furono perfettamente guariti mediante una zuppa fatta con queste piante, e della carne fresca, senza essere stati sbarcati. Non bisogna per altro attribuire la loro guarigione alla carne fresca che entrava nella loro zuppa, ma ai vegetabili. Ho veduti dei malati favoriti dal Capitano, ai quali ogni giorno era data una zuppa fatta con del castrato fresco, senza trovare verun sollievo. Ma quando erano arrivati al porto erano guariti con la medesima zuppa, aggiungendoci alcuni vegetabili. Dal giornale del Sig. Yves e' evidente (ved. pag. 192) che i vegetabili producono l'istesso effetto in mare, che in terra. In questo giornale si vede, che i malati continovarono a ristabilirsi in mare dopo il 29 Novembre che partirono da Vado, fino al 25 Dicembre per mezzo dei frutti che gli furono dati.
Una persona che era allora sul bordo del Capo di squadra, m'ha detto, che tutta la squadra mediante lo Scorbuto si ridusse ad uno stato molto tristo. Il vascello del Comandante in particolare, dopo aver messi in uso tutti i mezzi che immaginar si poteva per trattenere i progressi di questa malattia, alla fine fu obbligato per qualche tempo d'abbandonare il suo porto, e di guadagnare la costa d'Italia. Molti malati di questo vascello erano allora estremamente malati. Al suo arrivo a Vado trovo' tutto il paese coperto di neve. L'inverno era si' freddo, che non si trovo' quasi veruna specie d'erbe da mangiare per sollievo dell'equipaggio; Per la qual cosa il Comandante (ora Ammiraglio Osborn) ordino' assai prudentemente alle, sue genti di comprare tutte l'arancie, e i cedri che trovassero nella Citta'; ne portarono a bordo una quantita' considerabile. Siccome fu obbligato di non dimorare che molto poco tempo a Vado, venne in breve tempo al luogo del suo destino con una provisione di questi frutti; le sue genti erano ancora in un molto cattivo stato; per tre settimane si continovo' a viaggiare in un tempo assai crudo. Malgrado questo, molti di quei scorbutici che stavano molto male, e tutti quelli che erano nel primo periodo della malattia, quantunqu in mare, furono perfettamente guariti. Per mezzo di questi frutti non ne mori' veruno.
N. Questa relazione m'e' stata data dal Sig. Russel (ved. p. 266). Questa non s'accorda molto intieramente col giornale del Sig. Yves quanto ai frutti presi a Vado. Pare che differenti vascelli prendessero dei frutti differenti; Molte persone non ostante devono esser ben informate di questi fatti attesoche' questa squadra era considerabile, composta di gran vascelli.
(24) vedi la terza parte Cap. 1.
(25) Vedi il Viaggio to Hudson Bay.
(26) Churchillis collection of voyages, vol. 1, pag. 541.
(27) Harris Collection of voyages, vol. 2, pag. 406.
(28) Churchillis Collection vol. 2, pag. 347.
(29) Idem vol. 4 pag. 745.
(30) Brunneri tract. de Scorbuto.
(31) Vedi Part. III, Cap. 1 Olaus Magnus.
(32) Vedi Part. III, Cap. 2.
(33) Vid. Moellenbroek, de arthritide vaga scorbutica, pag. 116. Etmulleri opera, pag. 2.
(34) Vedi part. 3, cap. 1. Hackluit's collection of voyage's vol. 3, pag. 225. Alcuni hanno creduto, che questo fosse il sassofrasso e altri la spinalba ma Cartier nel suo terzo viaggio parla della spinalba, e dice che l'ameda ha tre braccia di circonferenza.
(*) Quest'e' il balsamo bianco del Canada'. Gl'Inglelsi lo chiamano balsamo di Gilead. In Francia alla specie del piccolo abete dal quale scola, diamo il nome di balsamo del Canada'.
(**) Ecco la maniera di far questa specie di birra conosciuta nel Canada', e all'Isola Reale sotto il nome di sapinette, o d'espinetto, come si trova descritta nel trattato degl'alberi, e arboscelli del Sig. Duhamel di Monteau. Nel Canada' si fa questo liquore con una specie d'abete, che si chiama spinalba; Abies picea foliis brevibus, conis minimis: Ra.i. Si potrebbe fare ancora col nostro epicial abies tenuiori folio, fructu deorsum inflexo, Instig. Per fare un caratello di spinetta, bisogna avere una caldaia che tenga almeno un quarto di piu'. S'empie d'acqua, e quando quest'acqua comincia ad esser calda ci si getta un fagotto di rami d'abete rotti in pezzi. Questo fagotto deve avere 21 pollici in circa di circonferenza attorno del legame. Si trattiene l'acqua bollente fin a tanto che la pelle dell'abete facilmente si stacchi da tutta la lunghezza dei rami. Durante questa cottura si fa bene arrostire in una gran padella di ferro uno stajo di vena. Ci si fa grillare ancora da quindici fette di biscotto di mare, o in mancanza di questo dodici, o quattordici libbre di pane tagliato in pezzi. Quando tutte queste materie son bene arrostite si gettano nella caldaja, e ci restano fin tanto che l'abete sia ben cotto. Allora si ritirano dalla caldaja tutti i rami d'abete, si spenge il fuoco, la vena, e il pane si precipitano al fondo. Le foglie dell'abete stanno a galla e si levano col romajolo. Finalmente si mescola in questo liquido sei pinte di melazzo, o grosso siroppo di zucchero, ovvero in sua mancanza, dodici, o quindici libbre di zucchero rozzo. Queso liquido s'imbotta subito in un caratello di vino rosso vuoto di fresco, e quando si vuole che sia piu' colorito ci si lascia la feccia con cinque, o sei pinte di vino. Quando il liquido non e' piu' che tepido ci si mescola una mezza pinta di lavatura di birra, che s'agita fortemente per incorporarla con il liquore; dopo e' necessario empiere il caratello, o sia botte fino all'apertura del medesimo che si lascia aperta. Il liquore fermenta e getta fuori molte impurita'. Il caratello si tiene sempre pieno con aggiungervi dell'istesso liquore, che si conserva a parte in qualche vaso di legno.
Se si tura l'apertura dopo ventiquattro ore, ovvero se alla fine d'alcuni giorni si cava la birra in bottiglie resta piccante come il sidro; ma se si vuol beverla piu' dolce non bisogna serrarla che quando e' intieramente passata la sua fermentazione, e procurare di riempiere il catatello due volte il giorno. Questo liquore e' rinfrescante, e quando ci si e' fatta l'assuefazione si beve con piacere sopra tutto l'estate. Ai rami d'abete credo che si potrebbero sostituire le bacche di ginepro.
(35) Vedi Part. 2. Cap. 1.
(36) Part. 2 Cap 1. pag. 104.
(37) Cap. 1.
(***) Questa cera si cava dal frutto d'u arboscello che cresce nella Virginia, nella Carolina ec. In questo paese si conosce sotto il nome d'albero di cera.
(38) Vedi la maniera di conservar l'acqua nel mare per mezzo della calce viva part. 3. Cap. 2. Vedete ancora le curiose esperienze del Dottore Hales, e i mezzi che indica per conservar l'acqua, e le provvisioni nel mare.
(39) Quando l'armata Austriaca era accampata in Ongheria, non trovava acqua buona che quando era sopra le spiaggie di qualche gran riviera; sicche' i soldati erano obbligati di bevere dell'acqua dei laghi, che depuravano in questa maniera. Si prendeva una piccola barca lunga, nella quale si facevano molte divisioni per mezzo di certi tramezzi transversi. Si riempievano di sabbia tutte queste divisioni eccettuata l'ultima, dopo si metteva la piccola barca sul lago. Un foro fatto ad una delle estremita' della barca a livello della superficie dell'acqua dava l'ingresso alla medesima nella prima divisione; passava dopo nella feconda per mezzo d'un foro che era stato fatto alla parte inferiore del primo tramezzo; dal secondo passava nel terzo mediante un altro foro fatto alla parte superiore del secondo tramezzo. Tutti questi fori erano stati fatti in questa maniera alternativamente dall'alto in basso di ciaschedun tramezzo a fine d'obbligar l'acqua a traversare tutta la sabbia. S'aggiungeva un canale al foro dell'ultima divisione, mediante il quale sortiva un acqua cosi' pura e cosi' chiara, come quella d'una fontana. Quando i marinari nei loro viaggi trovano dell'acque di questa specie possono purificarle nell'istessa maniera. Quest'Autore propose su l'istesso disegno, di far uso nelle case d'alcune botti divise per tramezzi, s'empiono di sabbia, si getta l'acqua nella prima divisione, come in una cisterna. Queste botte devono comunicare insieme per mezzo di due canali, e facendo in questa maniera circolar l'acqua per otto, o dieci divisioni ripiene di sabbia, si puo' avere una sorgente d'acqua pura, in qual si sia luogo" pag. 120.

 



CAPITOLO QUINTO
Della cura della malattia e de' suoi sintomi


Se si prendessero le precauzioni convenienti per prevenire lo Scorbuto, e che si osservassero esattamente le regole che siamo per prescrivere, rare volte vedrebbamo questa malattia arrivata ad un cosi' alto grado si' in mare, come in terra. In effetto e' molto difficile di persuadere a quelli, che son sani, di mettere in pratica i mezzi necessarj per conservare un bene cosi' prezioso. Tutti gl'uomini non hanno il vantaggio di respirare un aria pura e sana, d'essere alloggiati in appartamenti asciutti, e caldi; tutto il mondo finalmente non ha i comodi necessari per mettersi al coperto dall'ingiurie del tempo, e dal rigore delle differenti stagioni. Molte persone sono obbligate di nutrirsi d'alimenti grossolani, che non sono niente proporzionati alle loro forze digestive, alla loro costituzione, e all'esercizio, che fanno; di maniera che per questo possono esser sottoposti a contrarre lo Scorbuto, non possiamo dunque dispensarci dal dare la cura di questa malattia. Veramente abbiamo gia' parlato del metodo generale, e dei migliori rimedj nel precedente capitolo. L'esperienza mostra che la cura dello Scorbuto accidentale e' molto semplice un aria pura, e asciutta basta la maggior parte del tempo con l'uso dei vegetabili freschi appresso a poco di qualunque specie.
      La prima cosa dunque che si deve fare per guarir questa malattia, si e' di mutar aria. Molti Autori, in quest'occasione c'informano d'un costume praticato da lungo tempo in alcuni luoghi della Norvegia per la guarigione degli scorbutici. Nell'estate questi malati s'espongono in un Isola vicina deserta ove si nutriscono principalmente di more salvatiche (*); e s'osserva che mangiando copiosamente di quesi frutti, e respirando un aria nuova, in poco tempo sono perfettamente ristabiliti. Quest'e' una opinione ricevuta in questo paese, che i frutti colti dai malati medesimi, sono i piu' efficaci; la ragione e' chiara. In questa i malati respirano un aria salubre nella campagna aperta. Dunque pare che non vi sia niente di piu' eccellente per la guarigione dello Scorbuto, che di respirare l'aria pura della campagna, e di fare un esercizio moderato, che possa contribuire a divertire, e dissipare la malattia.
      Il nutrimento degli scorbutici, deve esser leggiero e facile a digerirsi. Quello che conviene piu', fi e' del brodo, o della zuppa fatta con la carne fresca, e molti vegetabili, come i cavoli, i porri, le cipolle ec. Bisogna darli del pane di grano, che sia fresco, e ben cotto. L'insalate di qualunque specie sono utili, sopra tutto quelle, che son fatte con l'erbe saponacee, per esempio il dente di Leone, l'acetosa , l'indivia, la lattuga, la umaria, e la porcellana; ci si puo' aggiungere la coclearia, il crescione, o qualcheduna delle piante piu' riscaldanti, a fine di correggere la qualita' rinfrescante d'alcune delle prime, avendo provato, che questa malattia piu' facilmente si guarisce quando si fa uso d'una mescolanza convenevole di piante riscaldanti, e rinfrescanti. Qualunque sorta dei frutti dell'estate son qui dei buoni specifici, come sono l'arancie, i limoni, i cedri, le mele rose ec. per bevanda si deve prescrivere' della buona birra, del sidro, ovvero del vino di Reno.
      Abbiamo quantita' d'esempj di scorbutici ridotti in uno stato deplorabile dopo lunghi viaggj, che sono stati guariti come per miracolo per mezzo d'un nutrimento vegetabile senza il soccorso di molti rimedj; in effetto i rimedj qui non sono molto necessarj, purche' l'erbe, e i brodi freschi sciolgano il corpo, e passino liberamenre per orine, per sudore, ovvero per traspirazione, altrimente ogni due giorni sara' necessario di muovere il corpo, per mezzo d'una decozione di tamarindi, e di susine con qualche sale diuretico. Nei giorni intermedj bisognera' dare la mattina, dei boli di teriaca canforati, e qualche bicchiero di decozione di legni sudoriferi caldi a fine di promuovere il sudore, e due, o tre volte il giorno, come e' stato uso in alcuno dei nostri Spedali far prendere dodici, o quindici grani delle pillole scillitiche, della Farmacopeia d'Edimburgo.
      Ma e' necessario osservare, che quantunque gli scorbutici apparentemente mostrino di ristabilirsi prontamente; non ostante e' necessario che facciano un assai piu' lungo uso, di quel che comunemente s'immaginano, degl'alimenti vegetabili, e un conveniente regolamento acciocche' sia perfetto il loro ristabilimento. Spesso si son veduti dei marinari, che sortendo dalli Spedali, ove avevano dimorato un mese, ovvero tre fettimane, pareva godessero d'una perfetta sanita', e che non ostante poco tempo dopo ricadevano, e diventavano estremamente scorbutici. Sarebbe desiderabile che si permettesse a quest'infermi di dimorare piu' lungo tempo nelli Spedali, o che per alcune mattine si facessero sudare, a fine di rendere piu' perfetta la loro guarigione.
      In effetto spesso s'osserva, che quelli i quali sono stati gravemente attaccati dallo Scorbuto, sono estremamente soggetti ad essere attaccati dai sintomi di questa malattia, nei differenti periodi della loro vita. Vi sono ancora certe costituzioni, che per una particolare disposizione dei loro umori alla corruzione scorbutica sono piu' sottoposti degl'altri ad essere attaccati dallo Scorbuto, allorche' sono esposti alle cause le piu' leggiere. Oltre il nutrimento, ed il regolamento, che qui di sopra abbiamo raccomandato, queste sorte di persone devono aver ricorso ad altri rimedj, a fine di distruggere questa disposizione scorbutica, radicata nel loro sangue. Nel precedente capitolo abbiamo parlato d'alcuni dei migliori rimedj; ma qui ne daremo alcuni dei piu' particolari.
      I. Il metodo di correggere la costituzione scorbutica, o che si sia contratto dopo uno Scorbuto arrivato al suo maggior grado, o che sia naturale.
      II. Il differente trattamento che conviene ai differenti sintomi, quando l'urgenza dei casi richiede un attenzione particolare; ma sopratutto, quando il metodo curativo generale, non puo' in verun modo esser messo in pratica.
      III. Osservero' quali sono i rimedj che sono stati raccomandati sopra buone autorita' e dei quali si fa uso in differenti paesi.
      IV. Finiro' con alcune osservazioni, e alcune necessarie precauzioni.
      Cominciamo dal primo di questi articoli. Le mire, che si devono proporre per correggere intieramente questa disposizione scorbutica degl'umori si e' di tenere le prime strade libere, cioe' a dire il ventre, le vie orinarie e i condotti escretorj della pelle, a fine di procurare una dolce evacuazione dell'acrimonia scorbutica. Nel medesimo tempo bisogna addolcire la massa degl'umori per mezzo degli alimenti, e dei rimedi antiscorbutici convenienti. Bisogna osservare che si eccitano piu' efficacemente l'evacuazioni delle quali noi parleremo quando si uniscono gl'antiscorbutici ai rimedj proprj a queste intenzioni.
      Tutte le specie di latte sono utili in questa occasione, purche' l'ammalato possa soffrirlo: quest'e' un vero chilo vegetabile un emulsione preparata d'erbe le piu' sugose, e le piu' salubri. Il siero depurato non ostante e' preferibile a motivo della sua virtu' piu' diuretica, a piu' purificante; sara' piu' utile aggiungedoci il sale policresto: quest'e' un dolce purgante e un eccellente diuretico. Quando si prende questo sale in piccola dose, in una sufficiente quantita' di veicolo, evacua copioaamente per mezzo della traspirazione, o per mezzo delle orine secondo che si dirige la sua azione verso la pelle, o verfo i reni, mediante l'esercizio o mediante il calore del letto, tenendo il corpo, o piu' caldo, o piu' freddo.
      La Capra e' quella che somministra il siero migliore, e piu' antiscorbutico di tutti gl'animali: contiene un balsamo vegetabile molto restaurante, e prezioso il quale addolcisce, e corregge l'acrimonia scorbutica in una maniera assai particolare.
      I sughi antiscorbutici delle Farmacopeje d'Edimburgo, e di Londra sono rimedj assai buoni nella stagione. Le parti aeri, e volatili delle piante le piu' riscaldanti, ci vengono temperate mediante una conveniente quantita' di sugo d'arancie di Siviglia. Questi sughi saranno ancora d'una maggiore utilita', se si rendono piu' diuretici, e piu' purificanti, mescolandoli col siero depurato. L'infermo non deve per altro contentarsi di prendere questi sughi, cosi' preparati durante il giorno, bisogna, che ne prenda la mattina due, o tre volte la settimana alcuni bicchieri uniti al siero depurato per promovere la traspirazione. Questo metodo e' il migliore che si possa raccomandare. Di tutte l'evacuazioni il sudore e' quello, che gli scorbutici sopportano meglio, e dal quale ricavano maggior vantaggio. La natura l'ha indicato agl'abitanti dell'Indie Settentrionali per la guarigione di questa malattia che e' endemica tra loro (1), e l'esperienza conferma la grande efficacia di questo rimedio. I buoni Chirurgi del Capo di Buona Speranza, che sono i piu' a portata di trattare dei marinari scorbutici, ci praticano questo metodo, con molto vantaggio. (2) Questo e' raccomandato dai primi, e migliori autori che abbiano scritto sopra questa malattia (3), e pare che questa sia stata la maniera piu' ordinaria di dare questi sughi agli Scorbutici.
      Vi sono ancora altre erbe, i di cui sughi sono molto efficaci in questa occasione: tali sono principalmente il dente di Leone, la fumaria, a motivo della loro qualita' saponacea, e leggiermente aperiente. Il sugo delle tenere estremita' del fromento nei mesi di Giugno, e Luglio, mescolato col sugo d'arancie di Siviglia, e' un antiscorbutico, che non la cede a verun altro.
      Durante l'uso di tutti questi rimedj le persone di disposte allo Scorbuto, devon prendere dei bagni caldi, nei quali si saranno fatte infondere delle piante aromatiche; per esempio il rosmarino, la maggiorana, il timo ec. in questo tempo bifogna procurare, che non vi siano emorragie da temere. Da questi bagni si proveranno degl'effetti molto buoni, essendo preferibili alle stufe, delle quali ordinariamente fi fa uso per far sudare.
      Nell' inverno per la cura di questa malattia si deve prescrivere della vera birra d'abete col sugo di limoni, o d'arancie; si puo' ancora sostituire una birra antiscorbutica preparata, facendoci infondere l'assenzio, il ravanello, la senapa, e altre simili piante, potendosi rendere leggiermente lassante, aggiungendoci la sena. Quando si fa uso di queste birre, e' necessario che siano molto fresche; ma la primavera e' la stagione la piu' favorevole per guarire perfettamente la costituzione scorbutica.
      Quanto fin qui, s'e' detto e' abbastanza sopra la cura della malattia in generale. Venghiamo adesso al secondo articolo, e vediamo quali sono i mezzi convenienti per sollevare, e per guarire i sintomi piu' pressanti.
      Quando l'infermo incomincia a lamentarsi d'un prurito, d'un gonfiamento spongioso delle gengive, e del vacillamento dei denti, i rimedi cavati dall'allume saranno molto utili per trattenere il rilassamento, che comincia ad impossessarsi di queste parti. Ma quando la putrefazione s'aumenta, bifogna far uso d'un gargarismo composto con l'acqua d'orzo, il miel rosato, e reso acido con gl'acidi minerali. Per questo ordinariamente si prescrive lo spirito, ovvero l'elixir di vetriolo; ma alcuni hanno creduto, che lo spirito di sale fosse meno pericoloso per i denti; La quantita' d'acido si deve proporzionare al grado di putrefazione di queste parti; sovente e' necessario levare la carne fungosa dalle gengive tagliandola, se e' necessario; si deve procurare di tener la bocca per quanto e' possibile molto, pulita gargarizzandola frequentemente. Quando le ulcere sono profonde, e che fanno dei progressi, bisogna toccarle con l'olio di vetriolo puro, ovvero innacquato, secondo che il malato puo' sopportarlo.
      Nel caso d'una salivazione spontanea, ovvero quando e' stata disgraziatamente eccitata, come il piu' delle volte accade mediante qualche rimedio mercuriale, ecco qui i mezzi che bisogna mettere in pratica. Siccome questa salivazione minaccia un prossimo pericolo, bisogna fare una pronta revulsione dalle glandole salivali, applicando gl'epispastici sopra differenti parti del corpo. Si devono mettere dei sinapismi alla pianta dei piedi, e alle gambe, movere il ventre per mezzo dei lavativi e dei dolci purganti, la di cui azione si determina alle prime strade. Bisogna determinare l'impeto del sangue, e degl'umori disciolti particolarmente verso la pelle. La mancanza della traspirazione, che e' ordinariamente accompagnata dalla costrizione, e dallo spasmo della pelle nelle costituzioni scorbutiche e' la vera causa del grand'impeto con il quale il Mercurio si porta alle glandole salivari. Per quest'incomodi si potranno dare dei boli di teriaca con la canfora, e i fiori di zolfo, che si ripeteranno ogni quattro, o sei ore a fine di promovere il sudore. Questa e' la miglior maniera di diminuire la salivazione, e d'impedire l'infermo dall'esser soffocato. Nell'istesso tempo bisogna far uso dei gargarismi con l'ossimele scillitico, a fine d'allentare la saliva densa e viscosa. Quando per questo mezzo s'e' rimediato al pericolo il piu' pressante, ordinariamente la salivazione non tralascia di continovare per un tempo considerabile, questa incomoda molto l'infermo, e accompagnata da una gran putrefazione della bocca, ed e' molto difficile a trattenersi. Si puo' non ostante diminuirla tenendo il ventre, e le orine aperte per mezzo dei lavacivi, o dei diuretici, ovvero dei dolci purganti. Bisogna evitare i forti catartici, e tuttocio' che puo' accrescere la dissoluzione del sangue. I rimedj viscosi, e glutinosi sono alcune volte utili, per esempio la gomma arabica, la colla di pesce ec. disciolte nella Tisana della quale si fa uso per bevanda ordinaria. I gargarismi astringenti con l'allume, e la decozione di scorza di querce, sono indispensabili, siccome l'uso interno della China, e dell'elixir di vetriolo. Nell'istesso tempo si deve procurare di sostener le forze del malato con del vino caldo, con de zucchero bruciato ec. Quando questi malati sono estremamente spossati, bisogna metterli all'uso del latte, e dei vegetabili per loro nutrimento. Quando le gambe son gonfie, e edematose, Bifogna farci subito delle leggiere frizioni con della frenella calda, ovvero un ranno lano imbevuto del fumo del belzoino e dell'ambra, ovvero qualche altra gomma aromatica. Dopo e' necessario fasciare le parti da basso in alto con una fascia poco stretta. Le frizioni non devono esser messe in uso che quando la gonfiezza e' poco considerabile, molle e poco dolorosa; Ma se le gambe sono molto gonfie, scabrose, e dolorose e' necessario servirsi d'una fomenta calda, e discussiva; questa produrra' un sollievo momentaneo, ancora senza trattenere i progressi della gonfiezza, si possono ancora esporre le gambe al vapore di questa fomenta sotto una buona coperta di lana; Questo metodo l'ho trovato preferibile al primo; bisogna ripetere quest'operazione sera, e mattina, ordinariamente rende piu' agili l'articolazioni, e allegerisce il dolore. In quest'occasione ho spesso preferito il vapore d'acqua calda, senza aggiungerci altro che un poco d'aceto, ovvero un poco di sale ammoniaco crudo; Dopo che l'articolazioni hanno ricevuto per una mezz'ora questo vapore, e' necessario ungerle con l'olio di palma. Se dopo che s'e' messo l'infermo alla dieta vegetabile la gonfiezza delle gambe non si dilegua, si deve promuovere il sudore in queste parti esponendo al vapore d'un acqua spiritosa infiammata, ovvero con metterle in alcuni sacchetti ripieni di sale caldo.
      L'ulcere delle gambe, e dell'altre parti richiedono appresso a poco l'istesso metodo, cioe' a dire una leggierissima compressione, a fine d'impedire l'aumento del fungo, e l'applicazione dei rimedj antiseptici che raccomandati abbiamo per la putrefazione delle gengive, come il miel rosato reso acido con lo spirito di vetriolo; l'unguento Egiziaco ec. Ma tutti questi rimedj saranno inutili ogni qual volta linfermo non potra' procurarsi dei frutti, e altri alimenti vegetabili per il suo nutrimento. Nei casi d'emorragie pericolose, sia da queste ulcere, sia dalle gengive, o dal naso ec. bisogna servirsi degl'acidi minerali, per esempio dello spirito, ovvero dell'elixir di vetriolo. Quest'acido si deve far prendere spesso, e in piccola dose a fine, che s'introduca piu' facilmente nei vasi lattei, e che s'introduca piu' facilmente nella circolazione, nell'istesso tempo bisogna far uso in piccole dosi della china-china se lo stomaco puo' soffrirla. Questi rimedj uniti al vino rosso son quelli dei quali si deve piu' fidarsi per guarire le febbri putride, e colliquative degli scorbutici.
      L'Ossimele scillitico, e' il rimedio che si deve usare nei dolori dei membri, dei lombi, del petto, e generalmente nei dolori delli scorbuticj, siano vaghi o fissi. Bisogna farli prendere in una bevanda diaforetica calda, ovvero si puo' far uso del vino in vece d'un cordiale spiritoso; L'infermo deve cercare di procurarsi del sudore, prendendo nell'ora del sonno una quanita' di decozione calda di farina di vena d'Inghilterra mescolata con l'aceto semplice, ovvero con l'aceto teriacale. Ma la maggior parte di questi dolori cedono prontamente al metodo curativo generale, e non si puo' che pagliarli fin tanto che non si venga a questo metodo.
      Credo poter aggiunger qui una lettera del Sig. Murray mio amico, sopra la quale mi prendero' la liberta' di fare alcune ossrvazioni.

Estratto d'una Lettera del Sig. Murray.
"La mia cattiva sorte molto spesso m'ha fatto ritrovare fra un gran numero di scorbutici, in occasioni in cui eramo mancanti di vegetabili, e d'ogni conveniente nutrimento, come di molti necessarj rimedj, e dove tutti gl'elementi s'erano scatenati contro di noi. Ho passati molti tristi momenti a considerare quali fossero i migliori mezzi per trattenere questa malattia sovente fatale e aempre penosa; Ma quantunque di rado io l'abbia guarita senza il soccorso dei vegetabili, il sollievo, che ho procurato a molti infermi, m'ha ampiamente ricompensato delle mie pene, e di questo adesso me ne ricordo con piacere. Comincero' dal comunicarvi il suo metodo curativo generale, e riportero' dopo un esempio delle sue conseguenze.
      Molte persone furono attaccate da una febbre miliare, che credetti allora scorbutica. Ma dopo che ho ricevuta la vostra ultima lettera, ho mutato sentimento. Io mi sottopongo alla vostra decisione, e conosco, che non v'e' veruna febbre alla quale dar si possa questo nome. Non fui giammai portato per la missione del sangue per l'istesse ragioni che quelle, che voi mi date. Non ostante quando lo Scorbuto era la principal malattia (come credetti allora) quando era preceduto da violenti sintomi febrili, e che l'infermo era d'un buon temperamento, o pletorico, non ho giammai osservati cattivi effetti da una piccola cavata di sangue. Un emetico dato dopo questa evacuazione, era sempre piu' sicuro. Dopo l'emetico io dava un purgante rinfrescante, o riscaldante, secondo che l'indicavano i sintomi. Il sale di tartaro, ovvero il tartaro vitriolato disciolto nella decozione di legni sudoriferi, ovvero l'infusione di sena, o di tamarindi ec. corrispondevano alla prima indicazione. L'infusione delle piante amare con la sena, alla quale s'aggiungeva una conveniente quantita' di cannella bianca, corrispondevano alla seconda. Questi purganti erano reiterati secondo che il caso l'esigeva.
      Ben tosto che comparivano i sintomi dello Scorbuto, toglievo agl'infermi gl'alimenti salati, e tra le sostanze che compongono il nutrimento dei marinari, io non dava loro che i vegetabili con le provisioni fresche che la tavola degl'Ufiziali poteva loro somministrare. La loro ordinaria, bevanda era la decozione dei legni sudoriferi, mescolata con la loro porzione del Rum (4). Il rimedio, del quale gli fece far uso la maggior parte del tempo, fu una mescolanza d'aceto e di sale di tartaro, del quale prendevano due, o tre volte il giorno dalle due oncie, fino a quattro. Alcuni malati provarono dei buoni effetti dallo spirito di Minderero: ma la piccola quantita' dei sali e degli spiriti volatili, che si trasporta nel mare, m'impedi' di farne un uso generale; ho data ancora con vantaggio una mescolanza di cremor di tartaro, e di sale di tartaro, e alcune volte il tartaro vetriolato (5). Ho provati degl'effetti molto buoni dalle bevande sudorifere anodine fatte con l'aceto teriacale, ovvero la Teriaca di Andromaco, lo spirito di Minderero, e l'ossimele scillitico nei violenti dolori scorbutici. Quest'ultimo riesciva piu' particolarmente nelle affezioni del petto. Nelle ostruzioni dei visceri, io dava le gomme ferulacee con la gomma di guajaco, il sapone, e il tartaro vitriolato: alcune volte mi contentavo d'aggiungere la gomma di guajaco e il tartaro vitriolato alle pillole scillitiche. Il fegato, o la milza, e forse l'uno, e l'altra sono alcune volte attaccati in questa malattia, e sopra tutto il lobo del fegato, che s'estende sopra il piloro; Di qui proviene il violento dolore che i malati alcune volte risentono nel fondo dello stomaco. La durezza, e il dolore che ho alcune volte osservato nel fondo di questo viscere, provano certamente, che il pancreas e' ostrutto. Le glandole mesenteriche sono egualmente attaccate. Da queste ostruzioni, come voi l'avete osservato nella descrizione di questa malattia, derivano le coliche violente, l'itterizia ec. che s'osserva verso la fine dell'ultimo periodo, siccome la gran tensione dell'addome, la lienteria ec. si comincia allora a perder l'appetito, i polmoni sono attaccati, il respiro divien corto; le contrazioni del cuore deboli, la circolazione languida, e l'infermo muore pacificamente.
      Ma ritorniamo alla mia pratica Quando c'era qualche dolore locale, fomentavo la parte con un ranno di ceneri ordinario, nel quale facevo bollire dei fiori di camomilla, e del sambuco, l'assenzio, la ruta ec. e la scorza di limone quando potevo averne. Per la fungosita' delle gengive mi servivo del seguente rimedio. Polverizzavo del bolo d'Armenia, dell'allume di rocca, del tartaro vetriolato, e della mirra; inaffiavo questa polvere con l'infusione di salvia e ci aggiungevo dell'elixir di vetriolo, ovvero lo spirito di sale. Questo rimedio serviva ancora per le ulcere della bocca, ma allora ci aggiungevo del miele. Sovente le toccavo con un panno inzuppato in una mescolanza di miele roato, di spirito di sale dolcificato e di tintura di mirra: L'ulceri dell'estremita le medicavo principalmente con l'unguento mercuriale , e il balsamo d'Arceo mescolati insieme. Quando l'ammalato era totalmente libero dalla febbre, due volte il giorno gli davo tre, o quattro oncie della Tintura stomatica (6) della Farmacopeja d'Edimburgo, alla quale ci aggiungevo la fenapa, e la scorza Winterana. Nell'istesso tempo facevo prendere la decozione dei legni sudoriferi. Quando incominciava a ristabilirsi, vivamente l'obbligavo a fare dell'esercizio, e facevo dell'embrocazioni sopra i tendini ritirati, nella maniera, che voi le prescrivete: ecco in generale qual era la mia pratica; il caso seguente e' un esempio delle sue conseguenze.
      Beniamino Lovelay, in eta' di venticinque anni, fu attaccato da una febbre nel mese di Settembre dell'anno 1746. Fu inviato allo Spedale di Lovisbourg, dal quale ritorno' il di 13 Ottobre seguente, che secondo tutte le apparenze stava molto bene. Il 30 di Novembre (era ricaduto) il giorno precedente ebbe la febbre, si lamento' di violenti dolori negl'ossi, e nelle articolazioni. Siccome lo Scorbuto era allora epidemico, gli fu fatta una piccola missione di sangue, prese un emetico, e dopo fu purgato. Diminui' un poco la febbre, e comparve una eruzione miliare, seguita ben tosto dopo da molti sintomi scorbutici arrivati al maggior grado. A questi sintomi s'uni' un violento dolore verso la cartilagine ensiforme, che s'estendeva verso la destra costa. Sovente questo dolore era cosi' violento che faceva gridar l'infermo. I sintomi continovarono ad aumentarsi durante qualche tempo, e questo giovane fu ridotto in un cosi' cattivo stato, che stava assai male al minimo moto, che faceva; gli feci esattamente osservare il regolamento, qui sopra descritto. La sua bevanda ordinaria era la decozione dei legni sudorifici resa acida con l'elixir di vetriolo. Per nutrimento prendeva della farina di vena, del riso, del Sagou con del vino, ovvero alcune volte un poco di brodo, ovvero della carne fresca della tavola degli Ufiziali. I differenti rimedj, dei quali abbiamo parlato, furono amministrati, secondo che l'esigevano i sintomi. Io credo che questo malato avesse quasi tutti i sintomi dello Scorbuto accompagnati da febbre fino alla declinazione della malattia: aggiunsi allora l'aloe, e l'estratto di genziana alle sue pillole, e cominciai a metterlo all'uso della tintura stomatica. La bile nella maggior parte delle malattie croniche. e sopra tutto nello Scorbuto pecca mediante la sua quantita', o mediante la sua qualita'; sicche' bisogna dar qualche cosa che possa supplire ai vizj di quest'umore. La malattia prese una disposizione favorevoie al principio di Gennaro, e riprese le sue funzioni il 22 Febbraro." (7)
      Mi resta ancora da parlare di due sintomi i piu' ostinati di questa malattia, i quali non cedono punto, quantunque l'infermo respiri l'aria la piu' pura, e che faccia uso dei rimedj e degl'alimenti antiscorbutici i iu' convenienti. Questi due sintomi, sono la disenteria in alcuni, e una tosse violenta in altri, accompagnata dalla difficolta' di respirare, e da un dolore nel petto: questa tosse termina sovente con la Tisi. La disenteria e' molto difficile a guarire, e alcune volte ancora ammazza l'infermo.
      In veruna maniera si devono fermar subito le diarree scorbutiche nel mare; perche' e' necessario che l'umore acre sia evacuato per qualche strada, e puo' esserlo per mezzo degl'intestini, nell'istessa maniera che per ogn'altra; devono non ostante esser moderate. Bisogna fortificare il tono degl'intestini, e nell'istesso tempo evacuare dolcemente l'umore peccante per mezzo di piccole dosi di rabarbaro, ripetute secondo l'occasione. Al rabarbaro si deve sempre unire un poco di teriaca ovvero di diascordion, a fine di trattenere la traspirazione, che e' un punto molto importante. Sopra tutto con questo disegno e' necessario dare la decozione di Fracastoro, ovvero dei boli di diascordion con gl'altri rimedj fortificanti, e diaforetici caldi, e l'oppio ancora nei casi estremi. Le forze del malato nell'istesso tempo devono esser sostenute con del vino rosso, forte, austero, e temperato, ed un nutrimento mucilaginoso, e un poco astringente. Alcune volte ho dati quattro, o cinque grani d'allume crudo in un bolo di diascordion, quando l'infermo faceva del sangue in gran quantita': se questo rimedio passava per lo stomaco senza metterlo in disordine, ordinariamente produceva dei buoni effetti: la tintura di rose rosse resa ben acida, e gl'altri stiptici sono necessarj in quest'ultimo caso.
      Non conosco verun metodo particolare, conveniente nella disenteria scorbutica, differente da quello, che hanno raccomandato gl'autori, i quali hanno scritto sopra questa malattia; se non che in questi casi qui si deve permettere l'uso dei vegetabili freschi, e sopra tutto dei frutti acidi, e acerbi. Il Sig. Cristie altre volte Chirurgo dello Spedale di marina di Porto Maone m'ha informato, che dopo aver provati molti rimedj per guarire questa disenteria, non n'aveva trovato veruno cosi' efficace che l'infusione d'Ipecacuana nell'acqua vite data spesso, e in piccola dose. Il rabarbaro dato in dosi purgative, le scorze amare stomatiche, l'elixir di vetriolo, ovvero l'uso di qualche acqua minerale leggiermente ferrigna, servirono a procurare un perfetto ristabilimento. Questi rimedj produrranno l'istesso effetto in tutti gl'altri casi, nei quali gl'infermi saranno stati molto indeboliti dalle emorragie, e evacuazioni colliquative ordinarie nello Scorbuto.
      I vescicatorj, e i cauterj sono rimedj convenienti in terra per le affezioni scorbutiche del petto, siccome l'equitazione alla campagna, e in aria perfetta. Per nutrimento e' necessario prescrivere il latte, e i vegetabili, procurando nell'istesso tempo di tenere il petto libero per mezzo degl'espettoranti, come l'ossimele scillitico, la gomma ammoniaca, e il balfamo del Copahu. Quando la corruzione scorbutica e' stata intieramente corretta, lascia alcune volte altre malattie. Queste malattie richiedono il medesimo trattamento, che quando vengono da altre cause; non ostante e' necessario mescolare gl'antiscorbutici con gl'altri rimedj per maggior sicurta'. Oltre la disposizione alla Tisi, della quale abbiamo parlato, l'idropisia e' alcune volte una conseguenza dello Scorbuto, ovvero, quel che e' piu' frequente, le gambe dimorano gonfie edematose, ed esulcerate. In quest'ultimo caso se l'ulcere sono antiche, dopo aver usati i rimedj convenienti per cicatrizzarle purgando l'infermo, e praticando dei cauteri vicino alla parte affetta, si puo' dare un elettuario d'antimonio crudo preparato, al quale s'aggiungera' l'etiope minerale; nell'istesso tempo bisogna far uso d'una bevanda antiscorbutica; se le ulcere sono ostinate e che le gengive siano bastantemente consolidate di tempo in tempo si possono fare al malato alcune leggiere frizioni. Quando impiego il mercurio, nelle persone la di cui costituzione e' scorbutica, ordinariamente l'estinguo con una piccola quantita' di balsamo di zolfo terebintinato, e mi riesce assai bene, quando non ho intenzione di promovere una copiosa salivazione. Nell'istesso tempo e' necessario che il malato prenda ogni giorno una bottiglia di decozione di legni sudoriferi: Questa decozione aumentando la traspirazione, facilitera' l'operazione del mercurio, e determinera' gl'umori disciolti a portarsi piu' particolarmente verso i pori della pelle. Dopo aver terminato l'uso di questi rimedj, sara' forse necessario di prendere mattina, e sera alcuni grani di zolfo dorato d'antimonio, ovvero il rimedio del Dott. Plummer (8) e di continovare a far uso della decozione dei legni sudorifici: Questi rimedj secondo tutte l'apparenze compiranno la cura. Alcune volte dopo esser guariti dallo Scorbuto resta un stramortimento, e un dolore nelle articolazioni, ovvero dei dolori reumatici cronici. In questo caso bisogna montare spesso a cavallo, e prendere una cucchiarata di senapa non pesta, una, ovvero due volte il giorno, ovvero sottoporsi alle frizioni mercuriali, amministrate come abbiamo detto di sopra e sudare assai bene.
      In terzo luogo osserveremo, quali sono gl'altri rimedj, che sono stati raccomandati per questa malattia, e che sono in reputazione in differenti paesi. Altrove abbiamo parlato (9) dell'abeto ordinario (pinus antiscorbutica) del balsamo del Canada' e delle loro virtu'. Si dice che il dotto Boerhaave la maggior parte del tempo prescrivesse il latte di buttirro fresco. La scorza Winterana comincio' a diventar famosa a motivo dei buoni effetti che si credette aver prodorti nell'equipaggio del Capitano Winter della squadra comandata da Francesco Drake.
      Bernardo Below (10) ci somministra una degna osservazione sopra la gran virtu' del sedum minus acre, ovvero herba vermicularis in questa malattia. Faceva bollire in un vaso serrato otto manipoli di questa pianta, in otto pinte di vecchia birra dolce (*) ridotte alla meta': tutte le mattine a digiuno, ovvero ogni due giorni secondo le forze dell'ammalato, dava tre, o quattro oncie di questa decozione calda. Questo rimedio produsse degl'effetti cosi' felici, che guari' quasi tutti i soldati dell'armata attaccati dallo Scorbuto, eccettuati quelli, che il rigore del precedente inverno ridotti aveva in uno stato incurabile. Qust'Autore osservo' gl'infermi, i quali facilmente, e copiosamente vomitavano dopo aver preso questo rimedio, erano quei che piu' presto si trovavano guariti. Tutti questi malati avevano le gengive infette, e putride, ed ei gli faceva far uso di questa decozione per gargarismo, aggiungendoci l'allume, e il miel rosato. Per mezzo di questo semplice rimedio guari' piu' di sessanta scorbutici; a quelli che avevano di gia' ritirati i tendini della gamba, gli faceva applicare sopra questa parte la pianta bollita, e calda; con la medesima decozione lavava l'ulcere, e c'applicava la pianta nell'istessa guisa.
      Nell'Etmullero si trova (11) che i soldati d'una guarnigione assediata, estremamente attaccati da questa malattia, furono perfettamente guariti tutti per mezzo della ruta muraria.
      La chelidonia piccola, ovvero la scrophularia, dai Tedeschi e' stata chiamata Scorboct rout a motivo delle gran virtu', che gli sono state attribuite. Il trifoglio acquatico (trifolium palustre ovvero menyanthes palustre) e' la pianta che i Danesi stimano maggiormente (12); la danno sola, come con la coclearia. Gli Svedesi riguardano la decozione dei freschi rami dell'abete, come intieramente specifici nello Scorbuto, dopo che le loro truppe furono guarite da questa malattia per mezzo di questo rimedio (13).
      Hermanno Nicolai (14), che e' stato due volte in Groelandia, ove questa malattia e' molto frequente ci dice, che i naturali del paese si servono della coclearia (15), e dell'acetosa che mescolano insieme.
      Dice, che i brodi fatti con queste piante, e con dell'orzo, e della vena, e del pollame, ovvero con la carne di Renne, guariscono gli scorbutici in breve tempo, ancor quando hanno perso l'uso delle gambe.
      Il rimedio della Norvegia ci somministra il solo esempio ben contestato della guarigione dello Scorbuto per mezzo di una sostanza cosi' differente dai vegetabili, quanto si e' una terra. Questo fatto e' riportato da Autori molto degni di fede (16), e particolarmente da Petreo (17), che praticava in questo paese (*). Pare, che questo rimedio sia stato conosciuto, prima che Eugaleno avesse confuso la maggior parte dell'altre malattie col vero Scorbuto; perche' Sennerto ne parla nel 1624 e secondo tutte l'apparenze, l'Opere d'Eugaleno non potevano essere ancora conosciute nella Norvegia. Quest'e' una terra rossiccia ovvero tendente al nero che si trova nelle viscere della terra vicino a Bergen. La sua dose e' d'una mezza dramma fino a una dramma: questa opera per mezzo dei sudori, e si dice che in breve tempo guarisce l'infermo.
      Altrove ho parlato di due molto cattivi casi scorbutici ultimamente osservati nella Provincia di Fife (18); ma a questo luogo ho rimesso il dettaglio del loro trattamento. Dopo che il Chirurgo ebbe veduti i malati, gli domando' qual fosse stato il loro ordinario nutrimento, e se comunemente mangiavano dei freschi vegetabili: uno di loro, che era un pescatore, rispose che si nutriva di pane, di pesce salato, e secco, e alcune volte del bove salato; aggiunse che questi erano i soli alimenti che fosse in istato di comprare, e che amava appassionatamente l'ultimo. Il Chirurgo gli ordino' d'astenersi da questi alimenti, e in vece loro di fare due buoni pasti per giorno con una zuppa di cavoli, d'erbe, e di mangiare del crescione acquatico in insalata. Oltre questo gli prescrisse una fomenta per le gambe, e gli diede una, o due prese d'un purgante molto dolce; mediante questo metodo, i malati furono ben tosto ristabiliti; e uno di loro rapito dall'allegrezza d'aver recuperato l'uso delle sue gambe, quantunque fosse lontano alcune miglia dal luogo ove era, ando' ben tosto a ringraziare il Chirurgo del suo salubre consiglio.
      Terminero' quanto ho da dire sopra questo proposito, con le notizie, e con l'osservazioni seguenti.
      I. Quanto alle evacuazioni e' da osservare , che questa malattia, sopra tutto quando e' avanzata, non merita in veruna maniera l'emissione del sangue, quantunque i dolori i piu' acuti delle membrane, una febbre arrivata al suo maggior grado, come alcune pericolose emorragie sembrino indicarla. Alle volte il malato muore ben tosto dopo questa operazione. I forti purganti, che sovente si danno per imprudenza nel principio dello Scorbuto, ci sono contrarj. Molti di questi rimedj non fanno, che accrescere la colliquazione, e l'acrimonia del sangue, e degl'altri umori. Bisogna tener sempre il ventre libero, ma principalmente quando non si possono avere dei freschi vegetabili, per mezzo degl'alimenti che possano corrispondere a questa intenzione, Come l'orzo, l'uve secche, le prune cotte ec. ovvero con una decozione di tamarindi, e il cremor di tartaro, l'elettuario lenitivo, l'acqua di mare, e altri simili rimedj. Con i vessicatorj si corre risico di far gangrenare le parti sopra delle quali s'applicano. Per quel che appartiene agl'emetici, quantunque io non gl'abbia molto sperimentati, non ostante altri hanno osservati dei buoni ettetti dalla Scilla.
      II. Gl'infermi che sono negl'ultimi periodi di questa malattia, non devono esser subito esposti ad un'aria nuova, che con molte precauzioni, e prudenza. Tutto questo deve esser osservato, quando si cavano dai loro letti per sbarcarli. Quantunque siano in apparenza assai forti, allora e' necessario dargli un bicchiero di vino reso ben acido col sugo d'arancie, ovvero di limoni; quest'e' il miglior cordiale che gli si possa prescrivere nelle loro debolezze. Sarebbe da desiderare, che allor quando queste debolezze gli riducono ad uno stato simile alla morte, si provassero alcuni metodi per farli ritornare. Si potrebbe, per esempio, metterli in un letto caldo, darli dei forti stimolanti, farli delle frizioni, soffiarli nei polmoni, nell'ano ec.
      III. Gli scorbutici, dopo una lunga astinenza dall'erbe, e dai frutti, devono esser trattati come le persone che vengono indebolite dalla fame. Per alcuni giorni bisogna impedirli di mangiare con voracita' questi frutti, a fine d'evitare l'indigestioni, altrimenti sono sottoposti ad essere attaccati dalla disenteria che sovente gli conduce al sepolcro.
      IV. Finalmente fra i rimedj, dei quali si fa provisione nel mare, ve ne sono molto pochi, che siano utili in questa malattia. Quelli che sono estratti dal regno minerale, sono manifestamente nocivi, tali sono il ferro, l'antimonio, e sopra tutto il Mercurio. (*) I narcotici producono una debolezza, ed un abbattimento assai grande, con dell'oppressione nel petto. Quando sono assolutamente necessarj, come nelle diarree, bisogna sempre dar quelli che sono i piu' riscaldanti. Producono maggior vantaggio quando si procura una mossa di corpo avanti, ovvero durante la loro operazione; dopo si deve fortificare l'infermo con del vino. Nei casi, nei quali il petto era molto attaccato, gliene davo sempre in un bicchiere di bevanda scillitica; ovvero se le mosse non erano molto frequenti, c'aggiungeva alcuni grani di tartaro vetriolato al bolo narcotico, a fine di procurare una evacuazione delle prime strade.
      Ho provati molti dei rimedi dei quali si fa provisione nel mare, e non ve ne sono che due, che io possa raccomandare particolarmente.
      Il primo si e' la china-china infusa nel vino; nell'istesso tempo davo una decozione di guajaco (il di cui legno mai manca nei vascelli) alla quale aggiungevo la radice di liquirizia: questa radice impediva l'ardore degl'intestini, che senza questa averebbe potuto produrre la decozione. Non sempre lo stomaco sopportava la china-china, ma allor quando se ne trovava comodo; io osservai che trattenendo la putrefazione correggeva il cattivo stato delle gengive, e delle ulcere. Due scorbutici, ai quali, una fascia troppo serrata cagionata aveva una disposizione gangrenosa, avendo preso questo rimedio, la suppurazione fu piu' lodevole del giorno avanti. La china, era utile nelle salivazioni, e nelle emorragie; ma era piu' tosto nociva nelle diarree. Se l'infermo sudava dopo aver presi alcuni bicchieri della decozione di guajaco calda si sentiva sempre sollevato, allora la china era piu' salubre.
      Ma un altro rimedio migliore ancora, si e' l'ossimele scillitico. Io n'ho prbvati degl'effetti molto buoni: ordinariamente tiene il ventre libero, promove l'orine e per questa strada evacua gl'umori acrimoniosi. Procura del sollievo in molti dolori, particolarmente in quelli del petto, dai quali di rado gli scorbuticj ne sono esenti. Quando ero a Minorca, avevo messi assieme una gran quanita' di Scilla, ne feci l'ossimele scillitico, del quale nel 1747 ne diedi ai nostri infermi un oncia, ovvero un oncia e mezzo, nello spazio di ventiquattr'ore questo rimedio portava un considerabile sollievo ai loro dolori.(19)

      Seguito della lettera del Dottor Greinger (ved. pag. 229) nella quale rende conto dello Scorbuto che regno' al Forte Guglielmo.
      Instruito dal mio primo errore, giammai ricorsi all'emissione del sangue, almeno che l'ammalato non fosse estremamente pletorico; e in questi casi bastava cavarne una piccola quantita'. Ho vedute delle persone che avevano spesso sofferta la perdita di venti oncie di sangue, venir meno, allorche' in questa malattia, gli se ne cavava sei. Allorche' si lasciava riposare il loro sangue, la parte rossa punto si separava dalla sierosa, ma simile a quello che si cava nelle febbri maligne era intieramente disciolto e d'un colore livido. I vomiti eccitati dall'ipecacuana accrescevano i dolori, l'abbattimento, la difficolta' del respiro, l'emorragia dal naso ec. e non diminuivano verun sintoma: per fortuna di rado lo stomaco esigeva questa evacuazione. Non ostante io trovava molto vantaggio dai purganti benefici ripetuti ogni tre giorni. Non solo dileguavano i penosi sintomi prodotti dalla costipazione, ma ancora, quantunque alcune volte assai sensibile, giammai indebolivano l'infermo, e sempre diminuivano considerabilmente i crudeli dolori, dai quali erano tormentati. Nel principio mi servi' d'una infusione di sciarappa, ma osservato avendo che questa promoveva delle mosse sanguigne, in suo luogo diedi una bevanda di sena col cremor di tartaro: Parve, che questa producesse dei migliori effetti. Uno degl'infermi prese dell'acqua di mare un giorno si, ed uno no, e provo' dei buoni effetti da questo purgante: questo rimedio non guari' egli lo Scorbuto? Ma sebbene i purganti fossero utili, non per questo bastavano per guarire la malattia. Considerando attentamente i suoi sintomi, mi parve d'una natura putrida: stabilj maggiormente la mia pratica, ed ebbi il piaere di vedere, che il successo confermo' la mia congettura.
      Gl'antiseptici dei quali principalmente feci uso, furono l'elixir di vetriolo, in dose d'un mezzo denaro due volte il giorno nell'acqua , ovvero dello spirito di nitro dolcificato in piu' piccola dose. Ogni sera davo ancora un bolo con un mezzo scropolo di canfora, ed altrettanto nitro, per promovere un dolce madore; con l'istessa indicazione faceva bevere una gran quantita' d'infusione calda di salvia. Questa bevanda col soccorso d'un bicchiero di vino rosso con del zucchero bruciato, che alcune volte dava, di rado mancava di produrre l'effetto, che m'era proposto. Se questi rimedj non promovevano il sudore, procuravano una maggiore evacuazione d'orine fetide, cio' che felicemente suppliva ai sudori. I freschi vegetabili convenivano particolarmente, ma siccome non se ne poteva avere, si davano agl'infermi dei brodi fatti con la carne d'animali giovani, il capretto ec. e l'orzo: prendevano a digiuno nell'istesso tempo in guisa di the, un infusione di camomilla, che somministrava un molto salubre rimedio. Tutti gl'infermi risentirono ben tosto dei buoni effetti da questo trattamento.
      Oltre la continovazione dei rimedi, dei quali abbiamo parlato, l'ulcere delle gengive ec. richiedevano indispensabilmente l'uso della china, e dei gargarismi detersivi. Applicai i vescicanti sopra le membra dolorose; il successo non fu punto felice. Produssero questi una disposizione gangrenosa in un malato, in cui la china, e i piu' forti antiseptici non trattennero, che con pena. In una parola tutti gl'infermi provarono un aumento dei loro dolori, piu' tosto che verun sollievo: gl'epitemi seguenti furono ritrovati estremamente anodini.
      Req. spi. e hordeo elicit - Aceti acerrimi an. lib. I - spirit. Terebinth. lib. 1/2 - sal Tartari onc. 1/2 misce - si prendano parti eguali d'acqua vite, di birra, e d'aceto, ci s'aggiunga una aufficiente quantita' di canfora, e di sapone.
      Quest'ultimo era piu' piacevole. S'applicava sopra le parti dolorose, e coperte di macchie, uno l'altro di questi epitemi: non si trascuravano per altro neppure le gengive. I malati ci risentivano dei cosi' vivi dolori che non cessavano chiederci del sollievo con i loro importuni lamenti. Non trovai allora cosa migliore che farli molte volte il giorno delle frizioni col sugo di tabacco, e la tintura di mirra, e d'aloe: La soluzione d'allume, e la decozione di scorza di quercia gli resero la loro ordinaria fortezza. Alla fine di quindici giorni, e alcune volte piu' presto i sintomi incominciarono a diminuire, le macchie diventavano scure; nello spazio d'un mese tutti i sintomi sparivano, e altro non restava che della debolezza. I bagni del mare, e gl'aromatici amari, uniti al Marte, toglievano ben tosto il restante della malattia. Io ebbi la fortuna di non perdere, che un solo uomo."
...

NOTE AL CAPITOLO QUINTO
(*) Chamamorus V. Tom, 2 p. 1165 n. 6.
(1) Vedi Part.2 Cap.1
(2) Ved. Kolben's Account of the cape of Good Hope.
(3) Wierus, Albertus & c.
(4) Il vino certamente sarebbe stato migliore, perche' alcuni effetti, che il Rum avesse fatti cosi' allungato con un rimedio antiscorbutico, non ostante si deve sempre fidarsi poco di tutti i liquidi stillati spiritosi.
(5) Questi rimedj convenivano molto bene in questi casi, cioe' a dire nello Scorbuto e la febbre; perche' e' certo che queste bevande saline sono allora da preferirsi alle pillole di sapone, di scilla, e d'aglio, che si prescrive nello Scorbuto con febbre.
(6) La Tintura stomatica e' un eccellente restaurativo proprio a prevenire lo Scorbuto nei convalescenti, dopo altre malattie, e a rendere le forze alli scorbutici nella loro convalescenza. Ma bisogna confessare che questo rimedio non conveniva punto nei casi, nei quali il sig. Murray l'ha prescritto. Gli amari terebintinati bianchi, secchi vecchi sono nientedimeno dei molto buoni antiscorbutici, nell'istessa maniera tutte le piante fresche, e sugose, e tutti i frutti di questa qualita'.
(7) Questo caso e' curioso, e singolare.
(8) Vedi i saggi d'Edimburgo Tom. 1.
(9) Pag. 298.
(10) Miscell. Curios. Medico Physic. Acad. natur. Curios. an. 6 & 7 Observ. 22.
(*) Questa e' una birra senza luppoli, in Inglese si chiama Ale
(11) Scroderi dilucidati Phythologia.
(12) vid. Act. Hass. vol. 3. Observ. 75. Etmull. Scrod. dilucid. Phytol. pag. 104. Simon Pauli digress. de vera causa febrium Scorb. &c.
(13) vid. Moellembroek pag. 116. Etmull. Scrod. dilucid. Phytol. pag. 2. Ved. la pag. 298 del cap. precedente.
(14) Vid. Act. Hass. vol. 1 Observ. 9.
(15) Ecco sopra questo soggetto cio' che m'ha comunicato il Sig. Tommaso Maude Chirurgo. Non vi sono vascelli che siano cosi' bene equipaggiati, tanto per la varieta', che per la qualita' degli alimenti, quanto quelli, che sono annualmente impiegati per la pesca della balena; il loro viaggio e' corto, e i marinari fanno molto esercizio; Sicche' e' cosa molto rara che siano obbligati di nutrirsi di provisioni guaste, e di cattiva acqua. Non ostante tutto il mondo sa che gl'equipaggi dei vascelli non sono in veruna maniera cosi' soggetti allo Scorbuto, quanto sotto il cerchio polare. Quelli che ne vengono attaccati, quando cominciano ad entrare in questo clima freddo, provano un accrescimento dei sintomi quando arrivano nei ghiacci. Questa malattia comparisce qui in una maniera piu' pronta, e fa dei piu' rapidi progressi, che altronde. Di rado l'ammalato puo' esser guarito o sollevato, prima che il tempo si sia reso piu' dolce. Il mese di Luglio ci e' molto moderato, e quest'e' quasi il solo intervallo dell'inverno. La coclearia fa allora delle cure maravigliose: io sono stato testimonio della guarigione di molti scorbutici ridotti in uno stato, che si sarebbe creduto incurabile; questi ricuperarono la sanita' mediante l'uso copioso di questa pianta mangiata in insalata; Le persone sane amano quest'insalata con altrettanta passione, che l'inferme. La coclearia dei nostri giardini e' amara, e piccante; quella di Groelandia e' dolce, e buona a mangiarsi. Si rassomiglia alla nostra coclearia marittima, ovvero cochlearia minima ex montibus Walliae. Si dice che diventa acre quando si trapianta nei paesi caldi; ma io dubito molto di questa circostanza. Comunque sia, continovamente si prova in questi paesi in una maniera incontestabile l'efficacia di questa pianta nello Scorbuto, con ragione si puo' riguardarla come il piu' potente di tutti gl'antiscorbutici. Un nutrimento vegetabile guarisce lo scorbuto di mare per tutto; ma non bisognano molte ore alla coclearia di Groelandia per ristabilire gli scorbutici, provvidenza, che fa crescere questa pianta in abbondanza in tutti i paesi ubi morbus, ibi remedium; quest'e' una osservazione degl'antichi e in veruna parte si trova cosi' giustamente verificata quanto in questa occasione.
(16) Vid. Wormii Mussaeum, Bartol. Epist. Cent. 1, n. 89
(17) Vid. Dissert. Armonic.
(*) Il Sig. Lind avverte nell'errata che ha delle ragioni per credere che questo libro non e' in verun modo d'Olao Petreo Medico a Bergen, ma d'Henrico Petreo Professore a Marburg.
(18) Vedi Cap. 2. pag. 235, 236.
(*) E' cosa sorprendente che il Sig. Lind condanni tanto l'uso del mercurio in questa malattia, e che non ostante lo raccomandi nelle ulcere scorbutiche.
(19) La gran virtu' antiscorbutica della scilla serve a ricusare l'opinione mal fondata di quelli che riguardano i rimedj acri come nocivi nelli scorbuti i piu' putridi; Ella serve nell'istesso tempo a confermare in qualche maniera l'efficacia delle cipolle comuni, come ancora dell'aglio, che ho raccomandato nel Capitolo precedente, e delle quali e' cosi' spesso provata l'utilita' per prevenire questa malattia, perche' queste tre piante hanno appresso a poco l'istesse virtu'.