RIFLESSIONI SULL'ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE
(Maria Luisa Barcellona)

      Cari Colleghi, Giunta PO, SSD BIO10,

scusandomi per il ritardo con cui ho postato la mia votazione sulla proposta di linee guida per i cambi di SSD e ringraziando tutti voi, componenti della giunta, per l'impegno profuso, la puntuale ed esauriente verbalizzazione di tutte le riunioni, mi permetto segnalare nella compilazione della succitata proposta, una esposizione piuttosto criptica e non inequivocabilmente alternativa, come una votazione pro-contro richiederebbe, al di la' dell'osservazione che i destinatari fossero colleghi informati del tema. Concordo sulla necessita' di definire regole e circoscrivere perimetri all'interno dei quali spegnere eventuali velleita' di italica furbizia!
      Non possiamo, pero', dimenticare, che in ordine alla "vexata quaestio" di criteri e parametri da soddisfare per il superamento dell'abilitazione nazionale, molto si e' scritto e dibattuto. Solo per citare le ultime discutibili esternazioni, quali ad es., la mozione a firma dei deputati Mazzarella, Gelmini (sic!), Binetti relativa al valore da assegnare al superamento delle mediane per il conseguimento dell'abilitazione scientifica nazionale, del settembre 2012, nella quale viene formalmente impegnato il governo a chiarire, con un provvedimento erga omnes, che il superamento delle mediane degli indicatori bibliometrici e' solo uno dei fattori di cui le commissioni giudicatrici dovranno tenere conto, ma non e' condizione necessaria ne' sufficiente per conseguire l'abilitazione!!
      Per continuare con la mozione approvata dalla CRUI all'unanimita', nello stesso periodo, (quella CRUI il cui ruolo ambiguo e contradditorio e' cosa nota e da molti stigmatizzata), in cui viene denunciato "il contesto di incertezza che inficia il corretto processo di valutazione per il conferimento delle abilitazioni e che rischia di rendere l'intero processo equivoco e foriero di successivi contenziosi che finiranno col gravare sulle sole Universita'".
      E ancora la nota dell'ex Ministro Profumo al Presidente del CUN, Andrea Lenzi, fine 2012, nella quale richiamando quanto previsto dal D.M. 76/2012, articolo 6, fa presente che le commissioni hanno un margine di discrezionalita' "atteso che possono discostarsi dai criteri e parametri disciplinati dal decreto, incluso quello della valutazione dell'impatto della produzione scientifica mediante l'utilizzo degli indicatori di attivita', dandone motivazione sia al momento della fissazione dei criteri sia nel giudizio finale sui candidati".
      E ancora le elaborazioni dei colleghi matematici del forum 'Universitas in trasformazione', che dimostrano, con un pregevole elaborato, come l'uso rigoroso delle mediane per calcolare le idoneita' ha delle conseguenze aberranti. Solo un accenno: il criterio della mediana significa che il 50% dei professori, in qualunque momento e indipendentemente dal loro livello scientifico sono non idonei con questo criterio, e che le nuove reclute avranno parametri migliori. Quindi all'iterazione successiva le mediane saranno piu' alte, rendendo inqualificabili una buona parte dei nuovi professori appena reclutati. Si andra', quindi ad un aumento esponenziale dei requisiti per acquisire l'idoneita'; a meno che i nuovi professori, appena nominati, non decidano di smettere di produrre, abbassando la mediana.
      Senza contare gli aspetti umilianti di qualificare meta' dei professori in forze, esistenti, come non idonei al lavoro finora svolto. Potrebbe, forse, essere gradito alla stampa di regime che potrebbe finalmente scrivere: "Oltre il 50% degli attuali professori sono inidonei. Si valuti un pensionamento forzoso...." Provate solo per un attimo ad immaginare cosa succederebbe se in qualunque altro lavoro, meta' degli occupati fossero per legge dichiarati periodicamente "non idonei"!
      Ed il romanzo dello smantellamento dell'Universita' pubblica, iniziato con il taglio selvaggio all'FFO che si traduce con il minor numero di laureati nella fascia 25-35 anni in Europa, con il numero piu' alto di fuori corso, con l'investimento piu' basso in diritto allo studio, con il peggiore rapporto docenti/studenti, continua con un "illuminato ed improrogabile" processo di validazione, controllo qualita', innalzamento dei requisiti, richiesta di prestazioni sempre piu' alte ecc. Arrivano cosi' all'incasso tutte le politiche scellerate e devastanti del trio Gelmini-Tremonti-Profumo.
      Scusandomi per la lunghezza ed augurandomi di aver contribuito ad una riflessione collettiva, vi ringrazio ancora e vi saluto caramente.
      Maria Luisa Barcellona