RIFLESSIONI SUI CRITERI BIBLIOMETRICI ADOTTATI DALL'ANVUR
(Andrea Bellelli)

      Sembra ben evidente che i criteri di valutazione stabiliti da una commissione di nomina ministeriale dotata di grandi poteri debbano condizionare il comportamento dei docenti che a tale valutazione sono sottoposti. E' pertanto necessario porre grande attenzione alla scelta di tali criteri che inesorabilmente tendono a trasformarsi in linee guida o in obiettivi del docente.
      Spiace in tal senso rilevare che i criteri bibliometrici di valutazione adottati dall'ANVUR siano i piu' soggetti a trasformarsi in cattive linee guida e in obiettivi eticamente dubbi se non francamente disdicevoli, ed appare a chi scrive che sia importante dissociarsene in modo netto. In particolare si osserva che:
      1) i criteri basati sul numero delle citazioni (citazioni totali e h index) se non depurati delle autocitazioni incentivano i docenti ed i ricercatori a pubblicare contributi anche di modesto rilievo, purche' appaiano su riviste indicizzate e citino estesamente le pubblicazioni precedenti dell'autore. E' evidente che una pubblicazione irrilevante ha il potere di far salire di un punto l'h-index del suo autore, ed e' facile calcolare che il limite della funzione h non depurata delle autocitazioni corrisponde alla meta' del numero delle pubblicazioni dell'autore, anche in assenza di citazioni da parte di altri scienziati.
      2) Il numero delle pubblicazioni indicizzate e' di per se un indicatore o criterio di valore pressoche' nullo, stante l'enorme numero di riviste scientifiche di modesto valore.

      Appare quindi allo scrivente che;
      1) i criteri basati sul numero delle citazioni debbano essere utilizzati soltanto se e' possibile sottrarre dal computo le autocitazioni, definite come pubblicazioni scientifiche nelle quali anche uno solo degli autori sia coautore della pubblicazione citata.
      2) I criteri basati sul numero delle pubblicazioni debbano essere riveduti utilizzando l'impact factor delle riviste sulle quali l'autore ha pubblicato, diviso per il numero degli autori (impact factor cumulativo corretto per la frazione di proprieta' intellettuale).
      3) Non debba essere usata la posizione dell'autore nella lista degli autori. Questo indicatore infatti tende a sottovalutare il contributo di alcuni autori a favore di quello di altri e incoraggia comportamenti scorretti (negare il primo nome ad un collaboratore) o valutazioni inadeguate (lavori scientifici che hanno richiesto il contributo fondamentale di piu' di due sole persone).