RIFLESSIONI SUI CRITERI BIBLIOMETRICI ADOTTATI DALL'ANVUR
(Andrea Bellelli)

      Le riflessioni del Prof. Ursini sono in gran parte condivisibili, ma per una volta sono un po' meno pessimista di lui.

      E' chiaro che per fare la meritocrazia servono i soldi. Su questo punto il pessimismo e' giustificato ed e' inutile illudersi: anche se ai concorsi vincessero davvero i piu' bravi poi non si troverebbero in condizione di lavorare bene e passerebbero in fretta da sopra a sotto la mediana. Bisogna fare ogni sforzo per fare in modo che gli atenei prendano i migliori ricercatori sul mercato ma non ci si puo' illudere troppo.

      La valutazione, come dice il Prof. Ursini (ma lo dice anche Roars), si basera' inevitabilmente su dati bibliometrici: troppi candidati, troppo pochi commissari, un pasticcio riunire le abilitazioni di ordinari e associati. Ciononostante non e' affatto detto che sara' una valutazione cattiva: i dati bibliometrici sono grossolani ma non insignificanti. Inoltre io ho fiducia che i candidati saranno piuttosto buoni: l'esperienza degli ultimi concorsi e' che in genere si presentava gente con curricula molto validi.

      Un margine di incertezza in un concorso esiste sempre: i dati bibliometrici sono grossolani e ne hanno tanta, ma anche quando si valutano i candidati leggendone i contributi scientifici valutare il merito e le potenzialita' di un scienziato e' difficile. In questo senso difficolta' nei concorsi ci sono sempre state. E' difficile valutare i bambini a scuola o gli studenti universitari sul possesso delle nozioni inerenti ad un programma definito, non pretendiamo troppo da un concorso! Se soltanto si riuscisse a scartare i ricercatori di modesto o nullo valore (ce ne sono, nonostante la media dei candidati sia elevata) sarebbe gia' un bel risultato e non si puo' pretendere che una nuova normativa risolva problemi in fondo insolubili.

      Quanto alle mediane: penso che siano un'idiozia vergognosa. Per definizione stessa del concetto di mediana, se il nostro parco docenti fosse interamente costituito da premi Nobel, la meta' di loro sarebbe lo stesso al di sotto della mediana; se invece fosse interamente costituito da analfabeti, la meta' di loro sarebbe lo stesso al di sopra della mediana. La soglia discriminante deve essere assoluta, non relativa. Assoluta in questo contesto puo' significare due cose distinte: la mediana (o altro valore percentile) "mondiale" calcolata sulla produttivita' scientifica di tutti gli scienziati del settore; oppure un livello minimo di produttivita' scientifica concordato tra gli esperti del settore.