SULLA POSSIBILE EVOLUZIONE DI UN SISTEMA IN DECLINO
(Giovanni Colonna)

      I veri problemi sono in realta' all'interno del sistema universita' che e' frantumato e farcito di chi pensa di essere l'unico a sapersela cavare. Scrivere una bella lettera al ministro di turno lascia il tempo che trova se, chi la deve leggere, fa orecchie da mercante perche' e' gia' parte integrante del sistema.
      Detto cio', e ci sarebbe tanto altro da dire, e' inutile dilungarsi perche' tutti conosciamo molto bene gli infiniti risvolti di questa situazione, poiche' ci troviamo di fronte a scialbe figure politiche, che gia' hanno problemi personali di sopravvivenza ma nello stesso tempo amano alla follia lo scranno a cui si sono avvinghiati. Del resto operiamo in un sistema Paese estremamente provincializzato dove si straparla su insignificanti fatti locali, perdendo di vista i fatti generali importanti, per cui penso che i nostri rappresentanti eletti debbano pensare a qualcosa di diverso, piu' energico ed efficace, e proporcelo. Questo non tanto per risollevare le nostre sorti ma come estremo tentativo di non far morire quel bagaglio di cultura, specifico delle varie aree disciplinari che, a loro volta, nel giro di pochi anni saranno completamente sguarnite di conoscenza, cioe' di chi persegue consapevolmente fatti, informazioni e saper fare ottenuti attraverso esperienze ed apprendimento di frontiera. Faccio un esempio, quando andremo in pensione, chi sara' in grado di garantire adeguatamente le conoscenze che abbiamo perseguito nel corso della nostra vita vita? A quale giovane passeremo il nostro bagaglio di conoscenze? Comunque qualcosa che accomuni la maggioranza in una spinta unitaria va fatta, anche considerando che ci saranno tanti di quei ricorsi dai bocciati all'idoneita' che andremo ben oltre la capacita' di sopravvivenza del sistema universita' (almeno come lo intendiamo oggi).
      Tutto cio' prima dell'arrivo anche in Italia del docente elettronico che risolvera' tutto (se non si sa di che parlo si vada su Google e' si inserisca la parola Coursera o OpenCourseWare o TuftsOpenCourseWare, per es., e si vedra' quanto siamo in pericolo come docenti). Nella primavera del 2013 ho preso due corsi di frontiera di Harvard su Coursera (Interattomica e Teoria dei grafi), ho capito e imparato alcune cose che non sapevo, ma che mi servivano, e mi sono anche divertito un mondo. Provate e capirete che potenziale pericolo essi rappresentano se qualche politico "illuminato" capisce a cosa servono e pensa di introdurre lo stesso sistema a livello delle nostre universita' statali. Non si tratta di quello che in Italia gia' esiste ma e' estremamente scadente (culturalmente, perche' per i discenti delle nostre universita' telematiche il tipo di corso che viene proposto e' garanzia di successo) ma di qualcosa che sta coinvolgendo in un appassionato dibattito internazionale tutte le migliori universita' del mondo (che fanno la corsa per essere in questi sistemi) e che, in buona sostanza, richiede pochi docenti e da risultati di alto livello sia per il giovane studente e/o Ph.D., ma anche per chi fa ricerca. I corsi sono in tutte le lingue, quasi nulla in italiano, ma considerate quanti ricercatori di madre lingua ci sono nel mondo a fare ricerca nei piu' disparati settori. Sono sicuro che ad essi verra' dato l'onere dai nostri politici se la cosa attecchisce anche in Italia. Essi sono i cervelli che danno un contributo di ritorno al Paese, i docenti che operano in Italia hanno meno cervello perche' dipendenti pubblici fanulloni ma, soprattutto, perche' incapaci di farsi valere, accettando supinamente tutte le fandonie che la stampa nazionale dice sul loro conto.

      Giovanni Colonna, Seconda Universita' di Napoli
      Gennaio 2014

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