Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia "B"
Seminari Pedagogici On-line per i Docenti

 
LA FRAMMENTAZIONE DELLA CULTURA

      In epoca classica esisteva una sola "cultura" che raccoglieva l'intero scibile umano, dalla filosofia alla religione, alla scienza. La separazione della religione e delle scienze dure (naturali) e umane, e' del primo ottocento, quindi di molto successiva alla rivoluzione scientifica del Rinascimento e in genere si identifica in Goethe (1749-1832) l'ultimo "scienziato universale". Della separazione tra le scienze umane e naturali si occuparono molto i filosofi dello storicismo tedesco. Dilthey (1833-1911) distingueva le scienze dello spirito, che comprendono (sinonimo di interpretano), dalle scienze naturali, che descrivono. Windelband (1848-1915) definiva "nomotetiche" le scienze naturali, il cui obiettivo e' definire le leggi della nature, e idiografiche le scienze storiche e umane, che hanno l'obiettivo di comprendere eventi singoli.

      Una possibile osservazione su questo problema, certamente in linea con le considerazioni sviluppate da Dilthey e da Windelband, e' la seguente: le scienze umane sono primariamente rivolte ad un pubblico non specializzato o non fortemente specializzato: il teatro, la letteratura, la critica letteraria, sono scritte per essere lette da tutti: produzioni razionali della mente umana destinate al consumo da parte della gente comune. Le scienze naturali assumono invece come oggetto il mondo che ci circonda che noi non pensiamo piu' essere il prodotto di una mente razionale, come pensavano Platone e Aristotele. Al contrario delle scienze umane, l'oggetto delle scienze naturali non è fatto per essere compreso e non ha finalità narrative: esiste e basta. Noi non abbiamo nessuna aspettativa che il mondo sia "intellegibile", e Einstein si era meravigliato che lo fosse; ma intellegibile in questo contesto significa descrivibile e spiegabile mediante formule e leggi sue proprie la cui comprensione richiede una preparazione specializzata. Di fatto la separazione non e' soltanto delle scienze umane da un lato e naturali dall'altro, ma anche delle scienze naturali tra loro e la genetica e' altrettanto misteriosa per un fisico quanto lo e' la fisica per un genetista (ed entrambe sono inintellegibili per uno studioso della letteratura).

      La mancata separazione tra la cultura umanistica e scientifica in epoca classica era in fondo un abbaglio, basato sull'erronea premessa (Platonica) che esistesse una logica, divina ma simile a quella umana, nella costruzione della natura, e che quindi lo studio della fisica fosse anch'esso in qualche modo un dialogo tra esseri razionali. Se il mondo e' concepito come realizzazione di un progetto divino esso dopo tutto risulta affine ad un'opera di teatro, della quale l'umanita' e' il pubblico e Dio l'autore; ed inevitabilmente l'opera di un creatore razionale non puo' non essere anche un messaggio agli esseri razionali che del creato sono gli abitanti e gli osservatori. Venuta meno la premessa antropomorfica della creazione, la separazione delle scienze umane e naturali non puo' che conseguire, perche' le prime rimangono messaggi mentre le seconde non lo sono piu'.

      Il rapporto tra l'intelligenza dell'uomo e l'apparente razionalita' della natura va invece interpretato come inverso rispetto a quello caro agli autori classici: non e' la natura ad essere razionale in quanto realizzazione di un progetto divino, ma l'intelligenza umana ad essere adatta alla comprensione del mondo, per ragioni di evoluzione e selezione naturale: perche' e' ovvio che la selezione naturale favorisce l'animale che comprende il mondo, o almeno la porzione di esso che e' alla portata della sua esperienza percettiva. L'uomo non ha in se una scintilla del pensiero divino, che gli permette di cercare in se stesso l'interpretazione della natura; e' invece forgiato da centinaia di millenni di selezione naturale, nel corso dei quali chi non capiva le regole fondamentali dell'ambiente circostante era condannato all'estinzione.

      La separazione tra le scienze umane e naturali e' stata notata, e lamentata, da vari commentatori moderni ed ovviamente e' una tematica di speciale rilievo per la medicina, che ha aspetti delle une e delle altre.
      Una analisi interessante e di gradevole lettura e':
Snow C.P. (1959) "The two cultures." Cambridge University Press, Cambridge, UK. Un breve libro che analizza il problema della separazione tra le culture umanistica e scientifica, come vengono riconosciute dagli stessi interessati: "Oh, those are mathematicians! We never talk to them". A proposito del libro di Snow, puo' essere interessante anche la lettura di questo saggio.

      Per le stesse ragioni per le quali le scienze umane si sono separate da quelle naturali, tendono a separarsi tra loro le diverse scienze naturali. Infatti se le scienze umane mantengono una fondamentale unita' dovuta all'assumere come oggetto produzioni razionali umane dotate di finalita' comunicativa, le scienze naturali mancano di fattori unificanti. Il Premio Nobel Arthur Kornberg aveva notato gia' nel 1987 la separazione tra la Chimica e la Biologia: A. Kornberg (1987) "The two cultures: chemistry and biology." Biochemistry 26: 6888-6891. Kornberg lamentava le differenti prospettive culturali della Chimica e della Biologia, e ne auspicava la riunificazione sotto l'ombrello della Biochimica. Purtroppo pero' la separazione tra Chimica (o Fisica) e Biologia e' piu' profonda di quanto puo' derivare dalla prospsttiva culturale degli scienziati che se ne occupano ed e' legata alla fondamentale differenza tra gli oggetti investigati. Come dice Jacques Monod ne Il Caso e la Necessita' la Biologia, al contrario della Chimica e della Fisica, è una scienza storica che ci presenta i prodotti dell'evoluzione, figlia del caso, e della selezione naturale. La Biologia e la Chimica differiscono in aspetti fondamentali e richiedono ciascuna il possesso di competenze specialistiche; non e' facile per uno scienziato padroneggiarle entrambe.


E' possibile inviare un commento su questa pagina web (facoltativo; non piu' di 100 caratteri, su una sola riga). Attenzione: per ragioni di sicurezza il programma consente di inserire soltanto caratteri alfanumerici e segni di punteggiatura; anche i caratteri accentati devono essere sostituiti (ad es. ò con o'). E' gradita la firma del docente al termine del commento.



      Pagina aggiornata il giorno 7 febbraio 2018.
      Home page; Risorse Medical Education; Biblioteca Digitale della SIB; Mappa di questo sito web.