PERCHE' LE MEDICINE NON SCIENTIFICHE HANNO SUCCESSO?

 
    Il successo delle medicine alternative e' innegabile e sorprendente: l'omeopatia da sola attrae in Italia oltre sette milioni di pazienti, circa il 15% della popolazione. Sebbene le ragioni di questo successo dovrebero essere cercate mediante indagini sociologiche, e' possibile proporre alcune considerazioni.

    1) Le medicine alternative sono semplici e danno al paziente l'impressione di capire le cause del suo male e le ragioni della terapia proposta. Le medicine alternative sono basate su ipotesi semplicistiche che non includono biochimica, anatomia e fisiologia, discipline complesse, difficili da spiegare al paziente e per lui di scarso interesse, mentre vanno dritte al sodo della terapia, che e' invece di grande interesse per il paziente: sono scorciatoie logiche erronee ma attraenti per chi non vuole fare troppi sforzi intellettuali. Spesso sono spiegate su manuali di auto-aiuto e ulteriormente semplificate. Alcune, come l'omeopatia, nascono da un'idea della quale rappresentano lo sviluppo logico e non si scontrano con nessun dato empirico che possa metterle in dubbio: al paziente arriva un ragionamento omnicomprensivo e coerente, piuttosto che una serie di dati di difficile interpretazione. Inoltre la stessa teoria spiega tutto e cio' che si apprende sull'influenza di oggi va bene anche per l'indigestione di domani.

    2) I difensori delle medicine alternative scrivono libri e libercoli che i loro pazienti leggono. Nessuno scienziato serio si prende la briga di confutare queste tesi, che sono considerate morte dalla scienza; inoltre un libro divulgativo contro le medicine alternative avrebbe poco mercato perche' non sarebbe comprato ne' da chi e' a favore, che compra invece i manuali di auto-aiuto, ne' da chi e' contrario, che non ha bisogno di libri per convincersi. Come risultato delle medicine alternative si parla a favore o si tace.

    3) Il medico che pratica le medicine alternative parla a lungo col paziente, non prescrive analisi sgradevoli ne' ricoveri e somministra farmaci che non danno effetti collaterali. Non si puo' sottovalutare il disagio che la medicina moderna causa al paziente: di regola la diagnosi richiede molte analisi sia chimiche, da effettuarsi su prelievi di sangue, sia di diagnostica per immagini, da effettuarsi in ambulatori di radiologia o di ecografia. Il paziente deve recarsi presso le diverse strutture, previo appuntamento, e pagare somme non trascurabili; il risultato e' che la medicina moderna tende ad asservire il paziente, aggiungendo ai sintomi della malattia spese, disagi e perdita di tempo. Inoltre in genere il medico convenzionale evita di mettere a parte il paziente delle sue elucubrazioni diagnostiche fino a quando l'iter delle analisi non si e' completato (alcune malattie che il medico puo' sospettare, quali i tumori, non devono essere nominate fino a quando non sono accertate); quindi il paziente viene mandato in giro per vari ambulatori per motivi a lui poco chiari. Il medico che pratica le medicine alternative in genere non ha bisogno di analisi (e neppure di diagnosi) e spesso promette risultati miracolosi: basta leggere qualche manuale per rendersi conto di quali irresponsabili promesse vengano fatte ai pazienti.

    4) Molte malattie guariscono perche' guarirebbero comunque. Ciascuno di noi guardando indietro nella sua storia personale puo' ricordare un gran numero di episodi minori, febbricole, raffreddori, e indisposizioni fastidiose ma irrilevanti, che sarebbero guarite qualunque fosse stata la terapia o anche in assenza di terapia. Molti pazienti attribuisono a terapie mediche alternative delle guarigioni che sarebbero avvenute comunque e che sono dovute alle normali risposte difensive dell'organismo. Inoltre i medici che praticano le medicine alternative hanno in genere il buon senso di inviare all'ospedale convenzionale le emergenze mediche e chirurgiche e trattano soltanto affezioni minori. Se una affezione giudicata erroneamente minore si rivela poi una malattia grave o raggiunge lo stadio dell'emergenza medico-chirurgica, il medico alternativo invia il paziente all'ospedale (oppure il paziente ci va da se). Una conseguenza di questa pratica e' che pochi pazienti o nessuno muoiono durante una cura alternativa: quasi tutti muoiono all'ospedale, magari dopo che una terapia alternativa inefficace ha ritardato di mesi o anni un intervento convenzionale che avrebbe forse risolto il caso o almeno migliorato la prognosi.

    5) I pazienti che soffrono di patologie incurabili con prognosi severa ricevono scarse speranze dalla medicina convenzionale, e possono essere tentati dalla chimera delle medicine alternative. Hahnemann stesso diceva che le malattie dichiarate incurabili dalla medicina convenzionale erano invece curabili con l'omeopatia. I pazienti spesso adottano per se stessi scelte mediche paradossali: si rivolgono all'omeopatia e alla medicina alternativa quando soffrono di malattie lievi; vanno all'ospedale quando soffrono di malattie gravi; e tornano dall'omeopata quando il medico dell'ospedale non da abbastanza speranze e comunica una malattia letale non curabile. Questo spiega come mai le medicine alternative offrano terapie ai due estremi opposti della scala di gravita' delle malattie: i raffreddori o le riniti allergiche e il cancro inoperabile. Molto raramente le medicine alternative offrono terapie per la tubercolosi o il diabete e quando lo fanno ammazzano un paziente che sarebbe stato curabile e il terapeuta viene accusato di omicidio colposo.

    6) Almeno alcune persone hanno obiezioni ideologiche di vario tipo alla medicina convenzionale e si rivolgono alla medicina alternativa come scelta politica. La medicina convenzionale e' costosa, spesso anonima e spersonalizzante perche' rinvia il paziente a specialisti diversi, fastidiosa e talvolta rischiosa; i medici hanno spesso assunto gli atteggiamenti di una casta chiusa e orgogliosa; i casi di malasanita' non sono rari, etc. Alcune persone hanno obiezioni di principio contro la farmacologia e la terapia covenzionale: dai testimoni di Gehova che rifiutano le trasfusioni di sangue, agli estremisti dell'ecologia che rifiutano la chimica e vorrebbero solo terapie "naturali". Alcuni autori hanno formalizzato critiche politiche alla medicina convenzionale e alle sue deviazioni, considerate "poliziesche" [2].
 
    Il punto n.1 e' interessante dal punto di vista concettuale e merita una breve discussione. Noi siamo abituati a fidarci dei nostri sensi e della nostra logica perche' queste nell'esperienza quotidiana si rivelano assai affidabili; per questo siamo disposti a considerare credibile un'ipotesi empirica sostenuta da una dimostrazione logica, e non pretendiamo sempre, come dovremmo, una solida dimostrazione basata su fatti ed esperimenti. Il caso dell'omeopatia (come la psicoanalisi ed il magnetismo animale) e' paradigmatico: la teoria e' interamente costruita su alcune premesse arbitrarie, e sulle conseguenze logiche che se ne possono trarre. Essa ammette due soli tipi di dimostrazione: che farmaci notoriamente efficaci inducano sintomi simili alla malattia che curano e che veleni che inducono sintomi possano curare le malattie che causano sintomi simili. La prima dimostrazione e' stata tentata una sola volta nella storia della disciplina, con l'esperimento di Hahnemann con la Cinchona erroneamente interpretato; la seconda molte volte ma con risultati che nella migliore delle ipotesi si possono definire deludenti.
 
    Perche' i nostri sensi e la nostra logica sono affidabili nel mondo di tutti i giorni e non lo sono nella valutazione delle teorie scientifiche o mediche? La selezione naturale, nel corso dell'evoluzione, ha premiato col successo gli animali il cui apparato percettivo e le cui capacita' di ragionamento ed intuizione offrivano migliori garanzie di successo adattativo. Chi distingue a prima vista la preda dal predatore, e trae le conseguenze del caso, ha assai maggiori probabilita' di sopravvivere e di trasmettere i suoi geni ai suoi discendenti di chi confonde il predatore con la preda a causa di un errore di elaborazione della percezione, o di chi, pur operando il corretto discernimento, non decide e mette in atto un comportamento adeguato. L'uomo ha una notevole capacita' pre-logica di riconoscere gli oggetti accessibili alla sua percezione sensoriale ed una notevole capacita' logica e pre-logica di rapportarsi ad essi in modo adeguato e di usarli a proprio vantaggio.
    Finche' ci interessiamo di oggetti la cui dimensione si adatta al nostro apparato percettivo e dei quali abbiamo una sommaria esperienza, la nostra percezione e la nostra logica sono accurate; ma nella medicina spesso ci poniamo problemi che sono inaccessibili al nostro apparato percettivo e che rispondono ad una logica le cui regole non ci appartengono ma vanno decifrate. Ad esempio le malattie infettive sono causate da germi che non possiamo vedere e che si moltiplicano; per questo possono trasmettersi da un individuo all'altro in modo inapparente e logicamente controintuitivo. Le intossicazioni sono dovute ad agenti ambientali che non possiamo vedere, come i germi, ma che non si moltiplicano e pertanto non si trasmettono da un individuo all'altro. Le malattie carenziali, come lo scorbuto, sono dovute alla mancanza di fattori nutrizionali non visibili dei quali abbiamo bisogno senza saperlo.
    Un altro fattore che e' estraneo alla nostra percezione e alla nostra logica intuitiva, ma che e' fondamentale per la logica medica e scientifica e' la statistica: noi percepiamo ed interpretiamo eventi singoli, non casistiche, e spesso generalizziamo in modo arbitrario. Siamo portati dalla nostra esperienza ad una visione ingenuamente deterministica del mondo. La teoria di Hahnemann viene incontro ai difetti della nostra logica, rifiutando la statistica: ogni malattia risponde allo stesso principio terapeutico, ed un caso li dimostra tutti. Il fatto che il chinino sembrasse ad Hahnemann capace di causare sintomi simili alla malaria dimostrava che ogni farmaco efficace fa lo stesso.
 
    Hahnemnann si era basato sui sintomi delle malattie (che sono a dimensione del nostro sistema percettivo) ed aveva costruito, su erronee premesse, un ragionamento accettabile per la nostra logica; non aveva indagato piu' a fondo i fenomeni che studiava e le loro leggi. Per questo chi legge Hahnemann ha l'impressione di capirne facilmente il pensiero: l'omeopatia non ci e' nuova ne' estranea, non richiede di concepire fenomeni diversi da quelli di tutti i giorni ne' di immaginare regole e leggi che non siano quelle piu' ovvie e che guidano il nostro comportamento quotidiano. La legge dei simili non e' che una riedizione del proverbio "chiodo scaccia chiodo". Le stesse ragioni che determinano il favore del pubblico sono pero' quelle che rendono l'omeopatia una scienza falsa e inutile: il mondo e' piu' complesso di come Hahnemann lo dipinge, e piu' mutevole. Le malattie non sono tutte uguali e non c'e' ragione per cui lo stesso principio di trattamento mediante i simili possa adeguarsi a tutte; e comunque il trattamento omeopatico e' inefficace perche' grossolano e basato sugli aspetti piu' superficiali della patologia: difficilmente una teoria che si rifiuta di capire puo' produrre le ricadute desiderate.
    Hahnemann era attivo all'inizio dell'800 e all'epoca la nosografia medica era estremamente approssimativa e basata su sintomi facilmente osservabili da tutti: la sua ipotesi che le malattie potessero essere definite tutte come "perturbazioni della forza vitale" era implausibile ma non assurda e spiegava dati noti. Soltanto un secolo dopo (e quindi un secolo fa), la classificazione delle malattie aveva fatto passi da gigante ed erano state chiaramente individuate le malattie infettive, genetiche, carenziali e da eccesso o difetto di ormoni: l'ipotesi che tutte indistintamente rispondessero allo stesso principio terapeutico (la legge dei simili) era diventata assurda e gli unici a non accorgersene erano gli omeopati. Pero' i dati che il medico doveva considerare non erano piu' soltanto sintomi immediatamente osservabili, ed includevano esami di laboratorio incomprensibili ai pazienti e correlazioni logicamente complesse tra i parametri fisico-chimici e la sintomatologia. La logica superficiale di Hahemann, basata sull'ignoranza, era (ed e') ancora accettabile per i pazienti, che non potevano comprendere appieno le implicazioni delle nuove scoperte della medicina, e continua ad essere spiegata dagli omeopati moderni, come se nulla fosse accaduto dopo la pubblicazione dell'Organon.
 
    RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E NOTE
    1) In "A guide to the methodologies of homeopathy" (Cutting Edge Publ., Totnes, Devon, UK, 2004) Ian Watson riporta "guarigioni" omeopatiche da tumori, malattie psichiatriche, diabete mellito e porfiria. Le ultime due sono le piu' straordinarie perche' entrambe sono condizioni anatomo fisiologiche incapaci di evoluzione, piu' che vere malattie: il diabete e' la conseguenza della distruzione delle cellule produttrici di insulina mentre i vari tipi di porfiria sono dovuti alla carenza ereditaria di alcuni enzimi necessari alla biosintesi dell'eme. Pretendere di guarire la profiria o il diabete con una pillola di zucchero e' la stessa cosa che pretendere di rigenerare nello stesso modo un arto amputato. T.R. Dooley, in "Homeopathy. Beyond flat earth medicine" (Timing Publ., San Diego, CA, USA, 1995), riferisce di un gatto con una diagnosi di linfoma, che non soltanto guarisce grazie ad una terapia omeopatica, ma addirittura acquisisce un miglior carattere. Nello stesso libro e' riportato l'interessante caso di una paziente trattata omeopaticamente per ipertiroidismo per quattro mesi con successo costante, salvo una ricaduta attribuita ad una partita difettosa del rimedio omeopatico prescritto. Poiche' la malattia ha normalmente alti bassi e lo scopo della terapia e' prevenire le crisi, una migliore interpretazione e' che la terapia era inefficace e non aveva prevenuto la crisi.
 
   
2) Si vedano, ad es., le opere di Michael Foucault o di Thomas Szasz
 

Domande o commenti? Scrivi una mail.

Torna all'indice; pagina successiva.